Signor direttore, (...) vorrei riportare, io pure per il bene delle nuove generazioni, ciò che succedeva durante la guerra qui a Cremona, esattamente in viale Trento e Trieste. Lì c’era, e c’è ancora, una casa che veniva chiamata ‘Villa Merli’. Ebbene, i giovani d’oggi non sanno che in questa villa sono stati commessi dai fascisti crimini atroci sui partigiani e gente di sinistra. Sevizie, bruciature alla pelle, percosse. Le persone che finivano lì dentro erano legate alla sedia e torturate. Mi è stato riferito che le urla di dolore si sentivano a centinaia di metri. Venivano strappate le unghie e il corpo ridotto in brandelli con cinghie di cuoio munite di chiodi. I torturati riportavano per il resto della vita le atrocità sul loro corpo. Altri invece ci perdevano la vita, oppure ne uscivano moribondi, come il partigiano comunista Luigi Ruggeri di 24 anni che venne portato in fin di vita a Pozzaglio e lì fucilato da assassini fascisti all’alba. Se ci fosse qualcuno che possa o voglia testimoniare su questi crimini commessi dentro la Villa Merli, i figli dei testimoni, lo deve fare, per il bene dell’umanità, perché non possiamo, non dobbiamo dimenticare.
D. D. (Cremona)