Martedì, 23 aprile 2024 - ore 16.52

Come incoraggiare le Pmi verso standard sostenibili?

Le piccole e medie imprese impegnate in percorsi di rendicontazione di sostenibilità osservano effetti positivi in termini di accesso a nuove linee di credito e miglioramento dei processi di pianificazione

| Scritto da Redazione
Come incoraggiare le Pmi verso standard sostenibili?

È un dato di fatto che le imprese rivestano un ruolo fondamentale all’interno della società, che va oltre la mera attività economica e produttiva: le attività socialmente responsabili sono elementi strategici, in grado di dare benefici all’ambiente e alla società, ma anche dei ritorni economici.

Un punto di svolta in tal senso arriva dall’Agenda Onu per lo sviluppo sostenibile, ovvero la bussola – declinata in 17 goal e 169 target che li sostanziano – elaborata dalle Nazioni Uniti per guidare lo sviluppo sostenibile a livello globale.

L’Agenda è stata sottoscritta il 25 settembre 2015 da 193 Paesi, tra cui l’Italia, per “condividere l’impegno a garantire un presente e un futuro migliore al nostro Pianeta e alle persone che lo abitano”. I goal sono serviti soprattutto a creare uno standard omogeneo di comunicazione in un mondo, quello appunto della sostenibilità.

Negli ultimi tre anni, com’è noto, anche l’Europa ha sviluppato propri standard di sostenibilità. Prima fra tutti la tassonomia, ovvero la classificazione delle attività economiche dal punto di vista ambientale.

La tassonomia è stata adottata dall’Unione Europea con il Regolamento 2020/852 e  la definizione di un’attività economica sostenibile dal punto di vista ambientale ai sensi del regolamento sulla tassonomia consiste in tre requisiti. Per essere sostenibile dal punto di vista ambientale, un’attività economica deve:

  • contribuire in modo sostanziale a uno o più obiettivi ambientali
  • senza danneggiare in modo significativo nessuno degli obiettivi ambientali
  • essere svolta nel rispetto delle salvaguardie minime in materia di diritti umani (articolo 3 TR).

Il regolamento sulla tassonomia modifica anche il cosiddetto Esg disclosure regulation applicabile ai “partecipanti ai mercati finanziari”, ossia ai fondi di investimento collettivo, alle imprese di assicurazione che mettono a disposizione prodotti di investimento basati su assicurazioni, agli enti creditizi e alle imprese di investimento che provvedono alla gestione del portafoglio e agli artefici e fornitori di determinati prodotti pensionistici (articolo 2, paragrafo 1, del regolamento Esg disclosure regulation).

Quando questi partecipanti ai mercati finanziari offrono un prodotto finanziario che ha come obiettivo “l’investimento sostenibile”, dovranno informare gli investitori sull’allineamento di tali prodotti finanziari al regolamento sulla tassonomia. Le loro comunicazioni precontrattuali e le relazioni periodiche devono includere una descrizione di come e in che misura gli investimenti sottostanti il prodotto finanziario si qualificano come sostenibili dal punto di vista ambientale ai sensi del regolamento sulla tassonomia e a quali obiettivi ambientali stabiliti dal regolamento sulla tassonomia contribuiscono (articolo 5 TR).

Da una recente ricerca “Pmi italiane e rendicontazione di sostenibilità” emerge che le Pmi impegnate da più tempo in percorsi di rendicontazione di sostenibilità osservano effetti positivi in termini di accesso a nuove linee di credito (+15%) e miglioramento dei processi di pianificazione (+8,3%) rispetto alle aziende con un’esperienza più limitata su questo fronte. Per incoraggiare le aziende a pubblicare informazioni sulle politiche di sostenibilità, la comunità finanziaria ha un ruolo propulsivo: in particolare, il lancio di prodotti finanziari rivolti alle Pmi attente ai temi Esg può incentivare le attività di disclosure.

«Le Pmi sono attori chiave per realizzare una transizione ecologica giusta e inclusiva. Per accompagnarle in un percorso di decarbonizzazione efficace e basato su dati scientifici, gli operatori finanziari possono dare un contributo rilevante. È necessario però che le imprese si impegnino sempre di più nel rendere pubbliche informazioni su pratiche e risultati di sostenibilità, per permettere agli investitori di allineare le proprie decisioni a quelle delle imprese nell’ottica dello sviluppo sostenibile», osserva nel merito Francesco Bicciato, segretario generale del Forum della finanza sostenibile.

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