Venerdì, 19 aprile 2024 - ore 08.11

Consumo di suolo, un'emergenza nazionale

| Scritto da Redazione
Consumo di suolo, un'emergenza nazionale

Il consumo di suolo è oramai divenuta un’emergenza  nazionale: plauso al Ministro Catania che

nella sua proposta di DDL lo definisce, finalmente, come “bene comune”. Plauso anche alla

provincia di Cremona che ha voluto, nei mesi scorsi, monitorare il PTCP e controllare l’effettivo

consumo di suolo nei singoli comuni della Provincia.

Nonostante nuovi orientamenti culturali e provvidenziali provvedimenti legislativi, europei e

nazionali l’”emergenza terra” è sotto gli occhi di  tutti: costose ed inutili grandi opere

infrastrutturali si sommano a piccoli interventi di cementificazione la cui utilità è solo per pochi.

L’impianto normativo corrente assegna grandi responsabilità alle singoli amministrazioni comunali,

le quali fruiscono di elevati (troppo??) gradi di libertà nella pianificazione del territorio. Accade

così che comuni virtuosi cercano disperatamente di risparmiare una risorsa fondamentale per la

collettività quale è il patrimonio fondiario rurale, altri, sconsideratamente ed incuranti del

benessere delle future generazioni la sperperano, e talvolta la svendono in cambio di favori e

profitti personali.

L’alto cremasco non è immune dal pericolo dell’esaurimento del suolo, della dismissione

dell’attività agricola e del conseguente, inevitabile deterioramento del paesaggio e dell’ambiente

naturale. I cittadini tutti devono farsi sentinelle e  interrogare gli amministratori in ogni occasione

in cui paia profilarsi un ulteriore fase di edificazione su suolo libero. Per parte nostra, nell’ambito

di una costante attività di monitoraggio abbiamo recentemente interpellato  due locali

amministrazioni, per chiedere conto di “consolidati” o anche solo “progettati”  atti di

cementificazione. In un caso, Agnadello, abbiamo chiesto se abbiano o meno fondamento le voci

in merito alla localizzazioni di un polo logistico-industriale-commerciale su terreno incluso negli

ambiti agricoli strategici  secondo l’attuale pianificazione. Ci è stato verbalmente risposto che no,

non è intenzione dell’amministrazione procedere ad una variante urbanistica: restiamo in attesa di

una comunicazione scritta, al momento ci sentiamo rassicurati e siamo grati ad assessori e

consiglieri che ci hanno prontamente ricevuto ed ascoltato.

Nell’altro caso, Torlino Vimercati, abbiamo chiesto di sapere a quale regime tributario siano

sottoposti i terreni sui quali, dal 2005, si sono edificate varie strutture sportive e che da allora sono

utilizzati per la pratica del golf e del volo sportivo: terreni di proprietà della Fondazione Umanitaria

di Milano che ci risultano ancora iscritti al catasto come “agricoli”. Il sindaco, prendendo come

scusa un a suo dire inappropriato utilizzo del termine “interpellanza” nella lettera che gli abbiamo

indirizzato, ad ora non ci ha risposto. Sono tempi nei quali ogni famiglia, ogni cittadino è oppresso

da una pressione fiscale fortissima e ci auguriamo  che a tutti, senza eccezioni, venga chiesto di

pagare le tasse dovute, tanto più nei casi un cui si fruisce a fini privati, di un bene collettivo quale

la terra. Abbiamo riproposto il quesito, la domanda, visto che il termine “interpellanza” non è

gradito a Giuseppe Figoni, sindaco di Torlino. Vedremo si risponderà: un eventuale silenzio sarà di

per sé assai loquace.

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