Il consumo di suolo è oramai divenuta un’emergenza nazionale: plauso al Ministro Catania che
nella sua proposta di DDL lo definisce, finalmente, come “bene comune”. Plauso anche alla
provincia di Cremona che ha voluto, nei mesi scorsi, monitorare il PTCP e controllare l’effettivo
consumo di suolo nei singoli comuni della Provincia.
Nonostante nuovi orientamenti culturali e provvidenziali provvedimenti legislativi, europei e
nazionali l’”emergenza terra” è sotto gli occhi di tutti: costose ed inutili grandi opere
infrastrutturali si sommano a piccoli interventi di cementificazione la cui utilità è solo per pochi.
L’impianto normativo corrente assegna grandi responsabilità alle singoli amministrazioni comunali,
le quali fruiscono di elevati (troppo??) gradi di libertà nella pianificazione del territorio. Accade
così che comuni virtuosi cercano disperatamente di risparmiare una risorsa fondamentale per la
collettività quale è il patrimonio fondiario rurale, altri, sconsideratamente ed incuranti del
benessere delle future generazioni la sperperano, e talvolta la svendono in cambio di favori e
profitti personali.
L’alto cremasco non è immune dal pericolo dell’esaurimento del suolo, della dismissione
dell’attività agricola e del conseguente, inevitabile deterioramento del paesaggio e dell’ambiente
naturale. I cittadini tutti devono farsi sentinelle e interrogare gli amministratori in ogni occasione
in cui paia profilarsi un ulteriore fase di edificazione su suolo libero. Per parte nostra, nell’ambito
di una costante attività di monitoraggio abbiamo recentemente interpellato due locali
amministrazioni, per chiedere conto di “consolidati” o anche solo “progettati” atti di
cementificazione. In un caso, Agnadello, abbiamo chiesto se abbiano o meno fondamento le voci
in merito alla localizzazioni di un polo logistico-industriale-commerciale su terreno incluso negli
ambiti agricoli strategici secondo l’attuale pianificazione. Ci è stato verbalmente risposto che no,
non è intenzione dell’amministrazione procedere ad una variante urbanistica: restiamo in attesa di
una comunicazione scritta, al momento ci sentiamo rassicurati e siamo grati ad assessori e
consiglieri che ci hanno prontamente ricevuto ed ascoltato.
Nell’altro caso, Torlino Vimercati, abbiamo chiesto di sapere a quale regime tributario siano
sottoposti i terreni sui quali, dal 2005, si sono edificate varie strutture sportive e che da allora sono
utilizzati per la pratica del golf e del volo sportivo: terreni di proprietà della Fondazione Umanitaria
di Milano che ci risultano ancora iscritti al catasto come “agricoli”. Il sindaco, prendendo come
scusa un a suo dire inappropriato utilizzo del termine “interpellanza” nella lettera che gli abbiamo
indirizzato, ad ora non ci ha risposto. Sono tempi nei quali ogni famiglia, ogni cittadino è oppresso
da una pressione fiscale fortissima e ci auguriamo che a tutti, senza eccezioni, venga chiesto di
pagare le tasse dovute, tanto più nei casi un cui si fruisce a fini privati, di un bene collettivo quale
la terra. Abbiamo riproposto il quesito, la domanda, visto che il termine “interpellanza” non è
gradito a Giuseppe Figoni, sindaco di Torlino. Vedremo si risponderà: un eventuale silenzio sarà di
per sé assai loquace.