Giovedì, 28 marzo 2024 - ore 23.02

Coradi Ezio. Il guasto a Bordolano è un pessimo segnale

| Scritto da Redazione
Coradi Ezio. Il guasto a Bordolano è un pessimo segnale

Coradi Ezio. Il guasto a Bordolano è un pessimo segnale
Egregio direttore, la notizia del guasto al “Cluster B” di Bordolano, struttura che fa
parte del “Progetto Centrale e Stoccaggio metano di Stogit-Eni “, ci preoccupa non poco. Prima di tutto
perché non esiste alcun Piano di Emergenza esterno: questo non è un buon segno, la popolazione non è
informata e, soprattutto non sa cosa fare in caso di incidente rilevante.
In secondo luogo, la notizia del nuovo guasto avvenuto fra venerdì e sabato della scorsa settimana, dunque
fra il 1 e il 2 luglio 2011, si apprende attraverso l’interrogazione alla
Provincia di Cremona da parte del consigliere Giuseppe Torchio da Spineda.
Avremmo preferito, per ragioni di serietà, trasparenza ed assunzione di responsabilità, leggere un
comunicato della società che gestisce l’impianto e del Sindaco del Comune di Bordolano che “ospita” l’impianto stesso.
Ci preoccupa la latitanza delle Istituzioni perchè viene permessa l’operatività ad un impianto
di questo tipo che lavora gas serra, pericolosi in quanto soggetti ad incendi o ad esplosioni, oltre che essere gas letali.
Non ci tranquillizza affatto il sapere che la struttura del “Cluster B” è gestita in automatico,
senza la presenza dell’uomo e che eventuali anomalie siano segnalate agli operatori con un messaggio inviato a distanza alla sede operativa della società di gestione del “Cluster B”: nel caso dell’allarme scattato alle 10.30 dell’8 dicembre 2010 il primo operatore è intervenuto sul posto alle
11.38, un tempo eccessivamente lungo per garantire ai cittadini di Bordolano e non solo, un intervento
rapido in caso di guasto e di allarme.
Francamente non si riesce a comprendere come mai gli abitanti di Bordolano e della zona debbano essere
sottoposti a questa situazione senza avere avuto la possibilità di decidere per il sì o per il no al progetto di stoccaggio e della centrale di immissione del metano.
In una siffatta situazione ci chiediamo semplicemente: chi ci guadagna?
Perché sulla pelle dei cittadini? Ci preoccupa il fatto che manchi una migliore e coordinata gestione
della rete nazionale dei metanodotti, mentre si insiste i costosi progetti degli stoccaggi di metano.Tra l’altro non abbiamo nessun riscontro su come potrà reagire il sottosuolo sopra il quale viviamo alla immissione di 1miliardo e 200 milioni di metricubi di metano-anno (e con l’utilizzo di 3.000 ton-anno di metanolo), con la pressione di 240 bar come è il caso dello stoccaggio di Bordolano, con manovre di immissione e prelievo due volte all’anno per i prossimi 25 anni di durata della concessione,
quando precedentemente, dal 1950 al 1990 si è proceduto solamente ad una manovra di emungimento del
metano presente nel sottosuolo.
Ci preoccupa che dalla centrale di immissione con funzionamento a metano…(!!!), che avrà una potenza
complessiva di 52 MW (capace di dare energia ad una città di 75- 80.000 abitanti), verranno emessi in
primavera-estate nell’aria fumi a 550° con presenza di Pm10, Pm2,5, Nox, Co, Co2, tutti composti dannosi
per l’organismo degli esseri viventi e che avranno una ricaduta sul suolo e sulle coltivazioni in un raggio
di circa 20-25 km dalla centrale.
Questo progetto è costoso (...) una tecnica vecchia, quella di estrarre risorse fossili non rinnovabili come il metano dai giacimenti in paesi esteri lontani e immetterla nella rete italiano: da una società come l’Eni e la Stogit, con le tecnologie per la ricerca che hanno a disposizione, ci saremmo aspettati una scelta davvero innovativa per produrre energia elettrica da fonti rinnovabili, pulite e disponibili gratuitamente come il sole, ad esempio. D’altra parte gli stoccaggi di metano non risolvono nemmeno
i problemi delle emergenze energetiche in caso di conflitti: il caso della Libia con la guerra in corso
da oltre cento giorni è sotto i nostri occhi. I nostri stoccaggi garantiscono una capacità di utilizzo di energia fossile per una o due settimane: è arrivato dunque il momento di pensare seriamente ad una diversa e meno impattante politica energetica per il nostro Paese.
Fermare il progetto di stoccaggio di metano di Bordolano e l’attività automatizzata e comandata a distanza
da una comoda sala di controllo al fresco dell’aria condizionata del “Cluster B”, è un dovere etico, civile
e morale degli amministratori pubblici e del mondo politico per difendere i cittadini.
Ezio Corradi,
vicepresidente Comitati
Ambientalisti Lombardia
(corradi.circolo@tin.it)

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