Gianni Carlo, te l’avevo promesso che due (di numero) paroline le avrei spese anche per l’Oreste. Mantengo! Vorrò oggi affacciarmi al nostrano “ambone” (il superato pulpito!) con una singolare quanto famosa citazione tratta dal film "Forrest Gump" di Robert Zemeckis: “La vita è come una scatola di cioccolatini! Non sai mai quello che ti capita”. Signorilmente concedimi una brevissima riflessione, stavolta a “braccio”, va là. L’olimpionico Perri, prestato alla politica per un “tot”, si è (ahimè!) ostinato a ricandidarsi. Può darsi che c’azzecchi (dopo il ballottaggio, con la sindacatura bis, davvero si potrebbe gridare al miracolo), ma che c’azzecca lui con l’amministrare ancora una volta una città come Cremona? Tutto fa presagire che non ci sarà un secondo mandato. E’ un buon uomo l’Oreste, troppo buono, sincero, trasparente, cordiale, affettuoso, gioviale, di profondi e radicati sentimenti morali, non sa fingere…lui. Ma che c’azzecca con la politica? Non ci sarà un secondo mandato, non può esserci semplicemente perché non ci sono le “idee”, i “progetti”, la “programmazione”, la “volontà” di fare, agire, promuovere, combinare, pianificare, vedere oltre il proprio naso. E’ tutta una improvvisazione, un cincel, un rebelot. Di questo passo, Gianni Carlo caro!...non si va da nessuna parte. Lui, l’Oreste, è una vittima, peggio, è un “Va avanti te perché a me “mi” vien voglia de rider!”. Lo mandano allo sbaraglio…quel buon uomo. E gli autori di quel “mandato” altro non sono se non un improvvido “manipolo” di personaggi in cerca di “autore”, più che mai intenzionati solo a saltare sulla sua barca che non a mostrare la faccia. Ma remare…noooo, quello non lo faranno mai! Anzi, forse ancora contro (come del resto è successo più volte). Poi allorquando si troveranno a dover amministrare la “res publica”….apriti cielo! Mamma santissima, Oreste, in quale vicolo cieco t’hanno confinato! Ci vuole etica, ci vuole carisma per un amministratore pubblico.
Vedi Gianni Carlo, la stupidità umana (afferente al comportamento) si suddivide in quattro categorie di persone:
1) “i banditi”: che fanno del bene a sé e del male agli altri;
2) “i disgraziati” e gli “sprovveduti”: che fanno del male a sé e del bene agli altri;
3) “gli stupidi”: che fanno del male a sé ed agli altri;
4) “gli intelligenti”: che fanno del bene a se stessi ed agli altri.
Ci sarà da stabilire a quale ruolo appartiene l’amministratore pubblico. La quarta categoria, ad esempio, è sempre più rara. E non mi riferisco affatto all’Oreste, piuttosto a quegli amministratori pubblici (e ce ne sono tanti per l’urbe!) i quali manco conoscono la chiarezza operativa, il pudore, incapaci di riconoscere il proprio ruolo che realmente ricoprono. Il rappresentante della cittadinanza è un leader! Leader si nasce, non lo si diventa, magari con la volontà e l’applicazione ci si può provare ma per lo più si diventa dei robot, degli automi, persone artificialmente costruite ma essenzialmente comandate dall'entità superiore che ha forzato l’addestramento, insomma molto più simili a dei cani da slitta o robe simili. Il fascino del leader, secondo me, deriva dal fatto che egli appunto esplica le sue facoltà (decisioni piuttosto che pianificazioni a medio-lungo termine) senza che gli costi nulla in termini di fatica, con quella naturalezza che sta’ alla base di ogni processo umano di successo. Ed allora, Gianni Carlo, mi chiedo (e ti chiedo ad alta voce), se non si è portati alla “leadership” perché si ricoprono certi ruoli? È il mistero del non ritegno, della discrezionalità, della consapevolezza di non essere all’altezza di certe situazioni, eppure di voler primeggiare ad ogni costo. Lo sai bene anche tu che, ormai, sono storie comuni, meglio dire: STORIE COMUNALI!!!!!
giorgino carnevali
Cremona
