Una rassegna sempre più varia e libera. Libera nei generi, negli stili, nei repertori. Una rassegna che parte dal violino, lo strumento simbolo di Cremona e attorno alla cui storia nasce e vive il Museo di piazza Marconi, ma che di anno in anno si allarga per cerchi concentrici per intercettare un pubblico sempre più diversificato. Una dimostrazione plastica di questa tendenza è l’edizione 2024 de L’altra anima del violino, la rassegna che costituisce un’oasi di creatività all’interno della programmazione dell’Auditorium Giovanni Arvedi.
Si parte con un concerto che si potrebbe definire un manifesto di questa filosofia, da Monteverdi a Mina, eseguito da Soqquadro Italiano, un ensemble in cui convivono con perfetta alchimia un’anima barocca e una pop, con – in esclusiva per Cremona – il violino solista di Marcello Sirignano in aggiunta all’istrionica voce di Vincenzo Capezzuto.
Una delle figure più originali e difficilmente inquadrabili della musica italiana (e internazionale) è quella di Paolo Conte, chansonnier che nelle esibizioni live dà il meglio di sé per la qualità del gruppo che lo accompagna. Ed è proprio Paolo Conte Legacy, l’ensemble originale del grande cantautore di Asti, il protagonista del secondo concerto, un caleidoscopio di suoni, colori, emozioni, un’esperienza tanto italiana nella sua esuberanza espressiva ma amatissima anche all’estero.
Da ultimo un virtuoso di origine indonesiana, Iskandar Widjaja, che con un prezioso Stradivari del 1690, in trio con il pianista Friedrich Wengler e il contrabbassista Paul Kleber, rilegge grandi successi del pop internazionale, per rinnovare con la musica d’oggi la magia di uno strumento nato cinque secoli fa sotto il Torrazzo.
Roberto Codazzi direttore artistico