Giovedì, 12 dicembre 2024 - ore 11.07

(CR) Pianeta Migranti. 550 mila giovani italiani emigrati dal 2011

Presentato al CNEL il Rapporto della Fondazione Nord Est: “I giovani e la scelta di trasferirsi all'estero”.

| Scritto da Redazione
(CR) Pianeta Migranti. 550 mila giovani italiani emigrati dal 2011

(CR) Pianeta Migranti. 550 mila giovani italiani emigrati dal 2011

Presentato al CNEL il Rapporto della Fondazione Nord Est: “I giovani e la scelta di trasferirsi all'estero”. Si stima che al capitale umano uscito corrisponda un valore di 134 miliardi.

 Oltre mezzo milione di giovani (18-34 anni) ha lasciato l'Italia negli ultimi 13 anni: al netto dei rientri, 377 mila ragazzi e ragazze hanno scelto di andarsene.

1 arriva, 8 vanno via

Per ogni giovane che arriva in Italia dai Paesi avanzati, otto italiani fanno le valigie e vanno all'estero. L'Italia si piazza all'ultimo posto in Europa per attrazione di giovani, accogliendo solo il 6% di europei, contro il 34% della Svizzera e il 32% della Spagna.

Metà dei partenti sono laureati e un terzo diplomati, provenienti principalmente dalle Regioni del Nord. Ben il 35% dei giovani residenti nel settentrione, infatti, è pronto a trasferirsi all'estero. Tra le motivazioni principali, spiccano le migliori opportunità lavorative (25%), le opportunità di studio e formazione (19,2%) e la ricerca di una qualità della vita più alta (17,1%). Solo il 10% considera il salario più elevato come principale ragione per l'espatrio.

I giovani settentrionali che sono emigrati stanno nettamente meglio di chi rimane in Italia: il 56% degli expat si dichiara soddisfatto del proprio livello di vita, contro solo il 22% dei giovani che sono rimasti in Italia. L’86% degli expat crede che il proprio futuro dipenda dal loro impegno, a fronte del 59% dei cosiddetti "remainers". La visione del futuro è nettamente più positiva tra chi ha lasciato l'Italia: il 69% si aspetta un domani "felice", contro il 45% di chi è rimasto; il 67% lo ritiene "ricco di opportunità", rispetto al 34%; e il 64% lo vede "migliore", contro il 40% di chi non ha lasciato il Paese. Al contrario, tra i giovani che restano in Italia prevalgono le visioni negative: il 45% teme un futuro "incerto", il 34% lo vede "pauroso", il 21% lo ritiene "povero", e il 17% lo immagina "senza lavoro", contro percentuali molto più basse tra gli expat.

Giovani espatriati, l'80% è occupato

Benessere percepito, visione del futuro e condizione professionale spiegano perché il 33% degli expat ha intenzione di rimanere all’estero, contro il 16% che sa che ritornerà in Italia (prevalentemente per ragioni familiari). Il 51% andrà dove si presenteranno le migliori opportunità. Non a caso, l’87% degli expat valuta positivamente l’esperienza all’estero. La principale ragione per restare all’estero è la mancanza in Italia di analoghe opportunità di lavoro, seguita dall’opinione che nel Bel Paese non ci sia spazio per i giovani, che non ci sia un ambiente culturalmente aperto e internazionale e che la qualità della vita sia migliore negli altri Paesi.

Solo l'1% degli emigrati è disoccupato

In base alle caratteristiche personali sono stati tracciati due identikit di giovani espatriati: al primo appartengono i giovani che hanno avuto condizioni di partenza meno favorevoli e che al più hanno ottenuto il diploma delle superiori; nel secondo rientrano i giovani che hanno avuto punti di partenza fortunati. I primi sono andati all’estero quasi per necessità mentre i secondi ci sono andati per scelta. Il tasso di disoccupazione dal 4,2% sale al 7% tra chi se ne è andato per necessità e scende all’1% tra chi se ne è andato per scelta.

Anche la tipologia di occupazione cambia significativamente: il 73,3% di chi se ne è andato per scelta svolge attività intellettuali o impiegatizie, mentre il 58,2% di chi se ne è andato per necessità è impiegato in ruoli per i quali in Italia le imprese denunciano una particolare carenza: tecnici, professioni qualificate nei servizi, operai specializzati e semi-specializzati, personale senza qualifica. In numeri assoluti, sono oltre 180 mila i giovani lavorano all’estero in tali attività (tenuto conto della sottostima dei dati ufficiali).

 

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