Venerdi 9 giugno alle ore 21 presso la parrocchia del quartiere Maristella a Cremona ricorderemo Padre Paolo dall'Oglio a 10 anni dal suo rapimento ed anche la situazione attuale della Siria nell' incontro di riflessione e preghiera "Fanno il deserto e lo chiamano pace"
Esattamente l'11 giugno del 2013 Padre Paolo Dall'Oglio era a Cremona per l'incontro "La Siria grida al mondo, PACE" e poco dopo, in luglio, veniva rapito a Raqqa, dove si era recato per patrocinare la liberazione di alcuni ostaggi da parte dell'Isis. Da lì non è più tornato.
Padre Paolo, personaggio di spicco nel dialogo islamo-cristiano, nel monastero da lui fondato a Deir Mar Musa, in pieno deserto siriano, è stato
anche un importante riferimento per i giovani della primavera araba siriana che, nel 2011, manifestavano per chiedere diritti e libertà.
Di fronte alla crudele repressione ordinata dal regime di Assad, Padre Paolo non ha esitato a prendere le difese dei giovani che venivano uccisi e torturati per aver manifestato in modo pacifico. Ma per questa sua posizione è risultato sgradito al regime ed espulso dalla Siria.
Nei suoi molteplici viaggi in Italia è arrivato a Cremona dove, in una serata memorabile, (https://www.welfarenetwork.it/padre-dall-oglio-a-cremona-nel-giugno-del-2013-20150728/) ha prefigurato per la Siria una catastrofe imminente: una cruenta guerra civile, l'infiltrazione jihadista, (a suo avviso voluta da Assad) e l'estensione internazionale del conflitto. Purtroppo tutto questo si è avverato.
Padre Paolo, per amore della pace e del popolo siriano, si è attivato presso l'Onu, presso il presidente degli Stati Uniti Obama, e le cancellerie europee affinchè intervenissero per fermare la tragedia in arrivo. Ma non è stato ascoltato. E le conseguenze di quella che padre Paolo chiamava "l'inerzia della Comunità internazionale" grava ancora oggi sulle spalle del popolo siriano che conta 500 mila morti, 6 milioni di sfollati interni ed altrettanti di profughi sparsi in 130 paesi del mondo.
Oggi, la Siria devastata e smembrata è un deserto dove non si può più vivere. Questo è il frutto della pace portata dalla guerra.