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Crema risposta di Cinzia Fontana a Federico Lena su Piano Cave

Revisione Piano Cave: il Comune di Crema ha esposto la sua opinione in ogni occasione consentita Cinzia Fontana: “Il consigliere Lena legga gli atti: Crema non è mai stata silente”

| Scritto da Redazione
Crema risposta di Cinzia Fontana a Federico Lena su Piano Cave

Crema risposta di Cinzia Fontana a Federico Lena su Piano Cave

Revisione Piano Cave: il Comune di  Crema ha esposto la sua opinione in ogni occasione consentita Cinzia Fontana: “Il consigliere Lena legga gli atti: Crema non è mai stata silente”

“E’ un lavoro importante quello avanzato in commissione Ambiente, che tuttavia avrebbe potuto essere svolto già durante l’adozione del Piano se il Comune di Crema in sede di istruttoria regionale avesse sollevato le proprie richieste, che non sono invece pervenute.”

Con questa dichiarazione, piena di inesattezze e omissioni, il consigliere regionale Federico Lena cerca di giustificare il suo voto favorevole all’approvazione della revisione del Piano Cave della nostra Provincia. E lo fa tentando goffamente di scaricare sul Comune la responsabilità di una colpevole inerzia nella fase istruttoria.

Mi corre l’obbligo di rammentargli per dovere di trasparenza e di amore per la verità che:

- L’adozione del Piano viene svolta a livello provinciale attraverso una procedura stabilita dalle norme ed è in quell’ambito che viene agita la partecipazione dei soggetti interessati;

- Il 19 luglio 2019 la Provincia procede alla pubblicazione della prima proposta di revisione del piano cave e da quel momento partono i 60 giorni di tempo per la presentazione delle osservazioni;

- In data 16 settembre il Comune di Crema trasmette la propria osservazione alla Provincia, inviandola anche alla Regione;

- Il 31 ottobre è convocata presso la Provincia la conferenza di Vas, alla quale la sottoscritta partecipa, insieme al responsabile di settore, in rappresentanza del Comune; in questa sede interveniamo entrambi per rappresentare la posizione dell’Amministrazione;

- A conclusione della conferenza di Vas, vengono concessi ulteriori dieci giorni per far pervenire eventuali altre considerazioni. Accediamo a questa possibilità trasmettendo una nostra nota di contributi e osservazioni in data 4 novembre 2019, anche questa oltretutto inviata ancora alla Regione.

 È quindi del tutto chiaro ed evidente che il Comune di Crema, durante l’adozione del Piano, ha prontamente fatto i propri passi dentro le regole stabilite dalla normativa in materia. E non solo. Perché, grazie alla richiesta fatta dal consigliere regionale Matteo Piloni, siamo stati chiamati a partecipare a due audizioni nel mese di febbraio 2021 nella Commissione Ambiente di Regione Lombardia, per spiegare anche in quella sede le ragioni della nostra contrarietà. Chi c’era – e i consiglieri regionali del territorio Piloni e Marco Degli Angeli c’erano – non può che testimoniare che il Comune di Crema non è stato affatto silente e ha sollevato in modo approfondito e convinto le proprie richieste.

 Tutti questi passaggi e la relativa documentazione sono agli atti, non solo del Comune di Crema bensì anche depositati in commissione regionale per la presa visione dei singoli consiglieri. Lena, quindi, avrebbe potuto benissimo leggerseli, evitando in questo modo di attribuire al Comune responsabilità che non ha. Su un tema, oltretutto, che merita un surplus di approfondimento data la sua complessità.

 La revisione del piano cave provinciale, del resto, ha visto Comune di Crema e Provincia di Cremona su posizioni diverse in una partita nient’affatto semplice, considerata la necessità comunque di intervenire a seguito della sentenza pronunciata sul ricorso. La Provincia ha preferito tutelarsi inserendo la cava Galvagnino al fine di evitare un contenzioso legale. Il Comune di Crema, fermo restando il doveroso avvio dell’iter di revisione, riteneva invece che quella potesse essere l’occasione per valutare una diversa programmazione delle attività estrattive nel territorio, essendo oltretutto passati ormai alcuni anni dagli studi effettuati per definire il dimensionamento dei volumi di sostanze di cava.

 Ciò che, come Comune, abbiamo voluto contestare, oltre alle ragioni di contrarietà alla cava Galvagnino per le motivazioni già espresse da tutto il Consiglio comunale una decina di anni fa in termini di criticità per l’impatto ambientale e di accessibilità all’area interessata, è dunque il recepimento automatico della sentenza. Automatismo che, di fatto, porta gli enti istituzionali preposti a svestire il ruolo che è loro proprio, quello cioè della programmazione territoriale.

Cinzia Fontana, Assessora alla Pianificazione Territoriale del Comune di Crema

 

 

 

 

 

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