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‘Cremagazine’, la forza del volontariato dopo il lockdown

Festival dei diritti. Presentata Cremagazine, la rivista nata nell’ambito del patto di comunità ‘Ancora più uniti dopo il lockdown’: ‘racconta un nuovo modo di fare rete per abbracciare le fragilità’

| Scritto da Redazione
 ‘Cremagazine’, la forza del volontariato dopo il lockdown

 ‘Cremagazine’, la forza del volontariato dopo il lockdown

Festival dei diritti. Presentata Cremagazine, la rivista nata nell’ambito del patto di comunità ‘Ancora più uniti dopo il lockdown’: ‘racconta un nuovo modo di fare rete per abbracciare le fragilità’

Crema, 11 dicembre 2020 - Mani che si sfiorano appena. Sulla copertina di Cremagazine è racchiusa l'essenza del patto di comunità ‘Ancora più uniti dopo il lockdown’: sfiorarsi appena, sfidare la distanza e dare nuova forma al prendersi cura. Riempire gli attimi di legami solidi e fare rete. Per oggi e per domani. La rivista, presentata nell'ambito della quattordicesima edizione del Festival dei diritti, è l'esito di un percorso di ascolto, confronto e conoscenza che gli operatori del welfare cremasco, in prima linea durante l'emergenza sanitaria, hanno intrapreso in questo tempo.

L'obiettivo era raccontarsi, raccontare il bello di esserci anche in una situazione complicata, creare legami che resistono e restano. Curata da Sofia Ogliari, con la collaborazione di Chiara Cuti, Alessio Maganuco, Carlo Patrini, Mario Riboli, Mariagrazia Donida, Paola Vailati, Gloria Facciocchi e Barbara Bergamaschi, la rivista contiene immagini, storie e emozioni di chi non si è tirato indietro. Di chi non ha avuto paura di raccontarsi. Sono state diverse e numerose le realtà del terzo settore coinvolte: fondazione Galmozzi, antenne di quartiere san Carlo, Caritas, Con cuore, circolo Acli di Crema, Arci Ombriano, Csv Lombardia sud, Cooperativa di Bessimo, Croce Verde, Auser Crema, Consultorio familiare integrato, Consultorio diocesano, Consultorio Kappadue, Centro aiuto alla vita, oratorio e parrocchia di Ombriano, Rete contatto, Consulta dei giovani, servizi sociali del Comune di Crema.  L’'evento rientrava nel programma 3 della coprogettazione tra Ats Impronte sociali e Comune di Crema in collaborazione con Acli di Crema, Antenne san Carlo, Arci Ombriano, Auser Crema, Ic Crema 2, Scout Agesci Crema, Forum Terzo Settore Crema, Consultorio diocesano Crema, Consultorio K2, Caritas diocesana Crema, Csv Lombardia sud , servizio sociale/Co-progettazione P3/Tavolo accoglienza.

“Abbiamo chiesto alle associazioni di raccontare le azioni messe in campo durante il periodo di lockdown per stare accanto alle persone con fragilità” spiega Sofia Ogliari “ma abbiamo anche chiesto loro di mettersi a nudo, di descrivere le emozioni ed i sentimenti provati durante questo periodo”. Gli obiettivi di questa attività erano tre: “non dimenticare cosa è stato fatto, avere un quadro completo da restituire alla comunità e guardare al futuro con speranza, facendo emergere gli aspetti positivi di questo innovativo modo di fare rete” spiega Sofia. 

Sullo schermo si sono alternate le impressioni e le emozioni di chi si è preso cura, creando in questo tempo nuove relazioni. “La vera risorsa di questo periodo è stata la capacità di fare legami” ammettono l’educatrice Marzia Conca e la community maker Michela Oleotti “Il lockdown ha creato nuovi ponti che devono proseguire”. L’eredità del primo lockdown è preziosa: è fatta di aiuto, solidarietà, amore. Ingredienti fondamentali del prendersi cura. “La chiusura– spiega Francesco Monterosso del Csv Lombardia sud – ha ribaltato i paradigmi del volontariato, ma ci ha consegnato un patrimonio di relazioni davvero prezioso”. Un modo innovativo di fare rete “che è stata la vera forza di questo periodo” riprende Conca. Insieme le associazioni possono continuare a camminare per “raccontare la bellezza racchiusa nella fragilità”. “Credo – le fa eco Monterosso – che questo lockdown abbia consentito a ciascuno di abbracciare la dimensione collettiva, l’importanza di essere comunità, di essere noi”.

Accanto alla scrittura, un altro momento importante è stato dedicato al confronto, alla necessità di raccontarsi e dare forma alle emozioni attraverso la voce. Condotti dalla psicoterapeuta Luciana Spina, gli incontri dedicati alla narrazione hanno consentito di ascoltarsi, di “sorreggere l’altro e di accorgersi del contributo di ciascuno” spiega Luciana Spina. La rete si è raccontata con il desiderio di prestare sempre attenzione alle fragilità. “In ogni associazione – spiega ancora Sofia – è emerso il desiderio di ascoltare”. Di stare accanto. Anche in silenzio. La rivista sarà reperibile presso la sede dei servizi sociali del Comune di Crema o presso gli altri enti aderenti all’iniziativa.

 

 

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