Martedì, 23 aprile 2024 - ore 14.20

Cremona, l’ultimo saluto a Franco Dolci: camera ardente in Provincia

La cerimonia si è svolta presso la Sala Consiliare

| Scritto da Redazione
Cremona, l’ultimo saluto a Franco Dolci: camera ardente in Provincia

Si sono svolti oggi presso la sala Consiliare della Provincia di Cremona, dove era allestita la camera ardente con picchetto d’onore della Polizia Locale della Provincia, i funerali di Franco Dolci, ex Presidente dell’Amministrazione provinciale di Cremona dal 1975 al 1980. Molte le autorità presenti, tra cui il Sindaco di Cremona Gianluca Galimberti con l’Assessore Rosita Viola, gli amministratori, cittadini, associazioni, amici, sindacalisti e politici venuti a portare l’ultimo saluto.

Presenti la moglie di Franco Dolci, Marisa Priori e il figlio Massimiliano Dolci, con la propria consorte. Alle ore 11.00 la cerimonia è proseguita con i discorsi commemorativi del Presidente della Provincia Carlo Vezzini, Giuseppe Azzoni, Gian Carlo Corada, Evelino Abeni e del Sottosegretario di Stato sen. Luciano Pizzetti.

Nel ricordare la figura di politico e di uomo al servizio della collettività, Vezzini ha evidenziato le doti umane e le qualità di lungimirante amministratore che hanno caratterizzato la stessa vita di Dolci, un testimone attivo della guerra di Liberazione e di paladino della difesa dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori: «Nnel suo mandato amministrativo in Provincia fu chiaro sin da subito l’orientamento teso al bene comune, alla giustizia sociale, facendo della Provincia, come disse nel suo discorso di insediamento, un centro di vita democratica, antifascista, un momento di quella vita pluralistica che è un derivato della migliore tradizione liberale, della Resistenza e della Costituzione che dovranno essere punti permanenti di riferimento del nostro comportamento quotidiano».

La parola è poi passata all’amico Azzoni, che ha ripercorso le tappe più importanti, sin dai suoi 19 anni, quando faceva parte attivamente del blocco partigiano IV Brigata in via San Rocco. Da qui alle aspre lotte del ’49 e organizzatore della Camera del Lavoro sino all’impegno quale Presidente della Provincia di Cremona. Il ricordo di Dolci passa per l’affermazione dei diritti dei lavoratori, delle lotte sociali nelle campagne: un’alternanza tra proteste e proposte, tra lotta e ricostruzione e costruzione, anche con la formazione politica. Volle, tra le altre cose, una biblioteca in tutte le sezioni del PCI, con scritti dal risorgimento ai classici. Azzoni ha ricordato anche l’impegno nella Direzione operativa nel Movimento Partigiani della Pace e la presidenza della Federcoop, in cui trattò questione complesse, come la crisi del settore della produzione lavoro e della cooperazione dei muratori. «Affrontò grandi temi – ricorda Azzoni –: la pace internazionale, la lotta contro il riarmo e contro l’atomica. Per Franco la politica era una vocazione al servizio della società, teso sempre al bene comune; disciplina e onore caratterizzarono la sua attività». Il forte impegno culturale, la passione per l’ambiente, il Po, la realizzazione del Ponte a San Daniele, l’attenzione al prossimo, completano, anche se non esauriscono, gli elementi caratterizzanti la sua persona.

Di seguito ha preso la parola Corada: «Una grande figura di spicco nel panorama politico e culturale». Corada ha ricordato la coerenza di Dolci e la lunga militanza nel PCI, difensore della democrazia e della Costituzione: «Tollerante, aperto, ma fermo nei principi, con assoluta assenza di rampantismo. Una dedizione totale volta al bene pubblico, al fare per gli altri. Franco era dotato di una grande capacità di capire il nuovo».

Abeni ha poi ripreso il suo impegno amministrativo e politico: «Da fanciullo rimasi impressionato dalla sua oratoria e ricordo il nostro rapporto nel ’72, quando venne eletto segretario della Federazione cremonese del PCI, chiamato allora a un compito di traghettamento della Federazione non facile. Un compito a cui assolse positivamente grazie alle grandi doti di ascolto, dialogo e di umanità che da sempre lo hanno caratterizzato, con lo sguardo sempre rivolto all’emancipazione delle classi più deboli».

Infine, Pizzetti ha evidenziato la capacità di Dolci di tradurre in azione i valori e principi ispiratori che lo animavano: «Stimato come persona e uomo della sinistra, uomo contemporaneo, antitesi della casta, dove nell’interessamento per gli altri realizzava se stesso». Ha continuato Pizzetti: «Non era autoreferenziale, non aveva bisogno dello specchio, non ha mai parlato in nome dei cittadini, ma cercava di rappresentarli, cercava di costruire storie e cercava prima di capire. Inoltre, incoraggiava le nuove generazione a praticare la politica, concepita come il perseguimento del bene comune. Ha sempre tenuto la schiena dritta, capace di parlare degli altri e agli altri, esempio di vera politica, prendendo per mano le persone».

Al termine, la salma è stata trasferita presso il Polo del Cimitero di Cremona in attesa della cremazione.

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