Venerdì, 26 aprile 2024 - ore 10.30

Cremona Pianeta Migranti. 'Buchi neri. La detenzione senza reato nei CPR'

La Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili (CILD) fa luce sulle pesanti ombre che avvolgono la detenzione amministrativa dei migranti

| Scritto da Redazione
 Cremona Pianeta Migranti. 'Buchi neri. La detenzione senza reato nei CPR'

 Cremona Pianeta Migranti. 'Buchi neri. La detenzione senza reato nei CPR'

La Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili (CILD) fa luce sulle pesanti ombre che avvolgono la detenzione amministrativa dei migranti nei Centri di Permanenza per i Rimpatri, una filiera molto remunerativa e un buco nero per la violazione dei diritti.

 “Buchi neri” è l’immagine associata al sistema della detenzione amministrativa nei CPR, in quanto luoghi opachi e impenetrabili. Il rapporto di CILD affronta il problema utilizzando, oltre i dati esistenti, informazioni di prima mano provenienti dai principali soggetti detentori e le informazioni di avvocati giudici, garanti locali, prefetture e autorità sanitarie.

Il primo dato che emerge è l’amara constatazione che la detenzione amministrativa, nel nostro Paese, è una “filiera molto remunerativa”. Nell’ultimo triennio sono stati spesi circa 44 milioni di euro, prelevati dalla finanza pubblica ed attribuiti a soggetti privati per la gestione dei 10 CPR, attualmente attivi sul territorio.

Tra questi privati vi sono anche grandi multinazionali (es. GEPSA o ORS) che, in tutta Europa, gestiscono Centri di trattenimento o servizi all’interno di istituti penitenziari. Con la pericolosa conseguenza di aver aperto, attraverso le politiche di criminalizzazione dei migranti e di privatizzazione dei servizi di gestione dei Centri, un’ulteriore frontiera della speculazione.  Di fatto, in Italia, la detenzione amministrativa vede, da un lato, la ricerca della massimizzazione del profitto da parte delle imprese; dall’altro, una continua spinta alla minimizzazione dei costi da parte dello Stato. Nel mezzo, vi sono centinaia di uomini e donne, che rischiano di essere privati non solo della libertà ma anche della loro dignità.

Il Rapporto evidenzia proprio come i CPR siano dei luoghi drammaticamente inumani, caratterizzati da uno strutturale stato di eccezione. Molto spesso non rispettano neanche gli standard fissati dal Comitato europeo per la Prevenzione della Tortura.

I servizi sanitari affidati non al SSN ma agli enti gestori dei Centri ossia a privati, espongono al rischio di piegare l’intervento medico e farmacologico a necessità di disciplina e sicurezza delle strutture. Lo dimostra l’abuso di psicofarmaci e tranquillanti riscontrato nella maggior parte dei CPR. Questa situazione di vera e propria “extraterritorialità sanitaria” porta a continue violazione dei diritti dei trattenuti: da certificati di idoneità al trattenimento di soggetti affetti da gravi patologie fisiche e psichiche; alla presenza delle forze dell’ordine durante le visite mediche; fino a illegittime prassi di isolamento in quelli che dovrebbero essere dei “locali di osservazione sanitaria.

Il Rapporto sottolinea l’eccezione di provvedimenti di privazione della libertà personale attribuiti alla competenza della magistratura onoraria (Giudice di Pace) e, nel contempo, l’assenza di un controllo giurisdizionale sulle modalità della custodia.

Preziose testimonianze di operatori e avvocati denunciano pure delle prassi illegittime: rimpatri avvenuti dopo pochissimi giorni dall’arrivo nei CPR, senza aver dato la possibilità di richiedere asilo; l’impossibilità per i trattenuti di contattare i propri legali di fiducia fino al giorno successivo all’udienza di convalida del trattenimento; la mancanza nel fascicolo dell’autorità giudiziaria dell’attestazione di idoneità alla vita in comunità ristretta, (condizione ineludibile per stare nei Centri); udienze di convalida e di proroga che durano dai 5 ai 10 minuti, con provvedimenti dell’autorità giudiziaria che si riducono a formule di stile.

I CPR -sostiene il Rapporto- vanno chiusi perché tolgono la libertà a persone che non hanno compiuto alcun reato (sono in aumento i suicidi) e “perchè violano numerosi principi che costituiscono il fondamento dell’ordinamento giuridico interno e internazionale”.

 

https://cild.eu/wp-content/uploads/2021/10/Cartella-stampa-buchi-neri.pdf

 

 

1324 visite

Articoli correlati

Petizioni online
Sondaggi online