Venerdì, 10 maggio 2024 - ore 22.04

Cremona Ribellione dei detenuti nel carcere. Protesta la FP-Cgil

Atto di ribellione di un nutrito gruppo di detenuti che si sono rifiutati di entrare nelle celle e che armati di pezzi di vetro hanno minacciato i poliziotti

| Scritto da Redazione
Cremona Ribellione dei detenuti nel carcere. Protesta la FP-Cgil

La Lettera che la Funzione Pubblica Cgil  è inviato alla Direzione del Carcere.

Al Direttore della Casa Circondariale di Cremona Dott. sa Bellezza,Al Signor Provveditore Dott. Fabozzi Milano,Alla stampa locale ,Alla Cgil Confederale di Cremona,Alla FP Cgil Lombardia,All’Albo Sindacale  Casa Circondariale                                                                                                                 

CASA CIRCONDARIALE DI CREMONA: COMUNICATO  FP CGIL Cremona

La  Segreteria FP CGIL di Cremona è stata informata dei gravissimi fatti accaduti ieri, 27 agosto, che hanno visto coinvolti i detenuti della Casa Circondariale di Cremona.

Ci è stato riferito di un forte atto di ribellione  agito da un nutrito gruppo di detenuti i quali  non solo si sono rifiutati di entrare nelle celle, ma che, in alcuni casi “armati” di pezzi di vetro hanno minacciato i poliziotti che tentavano di ripristinare l’ordine. Solo in serata gli agenti sono riusciti a “calmarli”.  Per fortuna, nessun danno a cose e, soprattutto, a persone.

Il motivo della protesta pare sia la latitanza del personale educativo nei confronti dei detenuti. A Cremona sono tre gli educatori presenti, ma di fatto solo due, ci dicono, hanno (o dovrebbero avere) rapporti diretti e costanti con i detenuti, perché la terza figura opera esclusivamente in ufficio. Il primo compito del carcere è rieducare e, quindi, il primo compito dell’educatore è quello di “portare la società e le sue regole dentro le mura della prigione”. Non solo, l’educatore è anche colui che, osservando regolarmente  e parlando con il detenuto, è in grado di porre in essere tutta una serie di interventi che lo possono aiutare a godere di una serie di piccoli vantaggi utili a migliorare la qualità della detenzione. Se questo intervento viene meno o è assolutamente insufficiente, come invece pare  accada a Cremona, non ci si può stupire dei continui (e reiterati nel tempo) atti di autolesionismo, dei ripetuti tentativi di suicidio  e di tanti atteggiamenti fortemente aggressivi  tra detenuti e anche nei confronti dei lavoratori preposti alla loro sorveglianza. E questo proprio non va!  Il carcere, infatti, è anche un luogo di lavoro!

La Casa Circondariale di Cremona (e certo non solo per la questione educatori)  è da troppo tempo una polveriera pronta ad esplodere: tanti sono i motivi di disagio e di protesta anche tra i dipendenti e l’alto tasso di assenteismo dovuto a malattia dovrebbe essere un segnale inequivocabile del  malessere in cui versano molti lavoratori.

Come più volte da noi ribadito  in passato, riteniamo che alla base di ciò vi sia una forte responsabilità ascrivibile anche alla dirigenza locale che non è intervenuta come a nostro avviso avrebbe dovuto, al fine di garantire, sia alla popolazione carceraria  sia ai dipendenti, polizia penitenziaria in primis, la tutela della salute psicofisica e la sicurezza.

Ci auguriamo che il grave accadimento di ieri (per fortuna senza drammatiche conseguenze) possa costituire lo sprone per un intervento radicale al fine di migliorare le condizioni di vita di chi nel carcere è ospitato e di chi vi lavora.

Per la Segreteria provinciale FP CGIL Cremona

f.to Maria Teresa Perin

 

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