La lettera di Carlo Malvezzi (NcD). Caro direttore, in riferimento alla lettera del signor Romano Pasquali, voglio segnalare che già oggi il 56% dei cittadini lombardi non paga il ticket (cito, a titolo di esempio, chi ha una patologia cronica accertata o chi è portatore d’invalidità anche parziale) e che, quindi, Regione Lombardia è ben attenta ai propri cittadini. Tuttavia, voglio confermare al signor Pasquali che nella prossima riforma del sistema sanitario regionale una priorità sarà quella di rivedere l’applicazione del pagamento dei ticket, e in particolare di quelli riferiti al target che lui segnala. L’idea che sta emergendo ed è oggetto di specifica verifica da parte degli organi tecnico-amministrativi della Regione (tra l’altro già anticipata dal presidente Maroni), è quella di un ‘ticket zero’ (cioè abolizione del ticket), oppure — a seconda dei tagli che subiremo — di un ticket che tenga conto, oltre che della soglia Isee, anche del numero delle persone che compongono il nucleo familiare. Ciò accade, per esempio, nell’applicazione di molte altre politiche regionali, dove accanto al fattore reddituale si affianca sempre il carico familiare in termini di numero di componenti e tipologia degli stessi. Ringrazio comunque il signor Pasquali per la segnalazione e la successiva sollecitazione, che condivido in toto.
Carlo Malvezzi, (consigliere regionale del Ncd)
La lettera di Agostino Alloni (PD), Egregio direttore, rispondo volentieri alla sollecitazione del signor Pasquali. In Lombardia abbiamo i ticket sanitari più costosi d’Italia e nonostante le promesse fatte in campagna elettorale da Maroni nulla è ancora cambiato. Una piccola modifica è stata fatta, l’anno scorso, sui ticket farmaceutici per gli ultra 66enni, ma alla prova dei numeri a beneficiarne sono stati in pochissimi. Ora, grazie all’applicazione dei costi standard da parte del governo, alla Regione arriveranno già quest’anno 506 milioni di euro da spendere per la sanità. I ticket sono stati finora utilizzati per fare cassa e per pagare i costi del sistema sanitario regionale, e ora ci sono le condizioni per cambiare rotta: occorre abolirli, quelli sui farmaci e su visite ed esami diagnostici, per tutti i redditi bassi e medi ed eventualmente vanno applicati solo ai redditi molto elevati. Spero che se ne possa discutere presto in Consiglio regionale, quando si affronterà la riforma della sanità mettendo a confronto le proposte del Pd, che abbiamo illustrato a Cremona il 14 luglio scorso e che sono già depositate, e quelle della giunta Maroni, di cui finora conosciamo solo le linee guida.
Agostino Alloni, (consigliere regionale del Pd)
