Sabato, 27 aprile 2024 - ore 01.30

Cremona Sulla ‘distruzione’ del convento di Fra Cristoforo intervengono Biffi e Nicolini

La distruzione operata oggi non ha giustificazioni e spero che non siano state date autorizzazioni contrarie alla legge o che non si sia operato in dispregio a vincoli esistenti perché nel caso ci adopereremo per avere giustizia

| Scritto da Redazione
Cremona Sulla ‘distruzione’ del convento di Fra Cristoforo intervengono Biffi e Nicolini

La lettera di G.B. Biffi (Cremona). Caro direttore, la casa dell’ortolano potendo fare una metafora è stata abbattuta grazie agli auspici del Dio greco accompagnatore dello spirito dei morti. Fine della ‘storia’ di Fra Cristoforo. La vicenda offre però alcune riflessioni culturali: innanzi tutto c’è da segnalare che l’elaborazione del progetto di demolizione è stato eseguito secondo indicazioni del Pgt. Quindi se vogliamo tutelare l’edilizia storica il Pgt deve essere modificato. Appare troppo‘debole’ negli interventi sull’edilizia storica cremonese. Altresì è appurato, dalla documentazione catastale, che il convento era collocato a monte della casa dell’ortolano. L’attuale edificio fu costruito negli orti del cenobio dopo il 1815. Quindi era edificata all’interno del complesso. Nei fatti è stato demolito l’ultimo frammento del convento. Seppur ritenuta da molti ‘umile fabbrica’, in realtà non lo era. Un vero conoscitore, della storia dell’architettura cremonese, sa bene che la presenza delle coperture voltate al piano terreno sono il sintomo del pregio di una fabbrica. La casa testimoniava l’alto investimento economico che il costruttore dell’epoca fece. Rammento che molti palazzi nobiliari cittadini sono in costruiti in malta d’argilla. Sarebbero quindi umili i vari palazzi Trecchi, Roncadelli-Manna, ecc? Infine l’importanza della casa si evince dall’ubicazione: si affacciava sulla strada postale per Mantova ovvero per la strada per Vienna! Passiamo ora ai fatti: la vista degli ultimi tempi era quella di un rudere. I piccioni dimoravano tra i resti del recentissimo crollo delle carpenterie lignee. Le murature erano impregnate d’acqua; volte e solai forse al limite della resistenza, ma non crollati. Tutto ovvio, considerando che l’edificio ha visto lo smontaggio dei coppi effettuato qualche anno fa! Vorremmo vedere il Cittanova, senza tetto, dopo cinque anni di piogge! Per fortuna la Commissione Paesaggio, non all’unanimità, ha previsto il ripristino dei corridoi, scale, androni; il mantenimento della forma, delle dimensioni e dei rapporti dell’edilizia preesistente; infine il ripristino, delle caratteristiche formali ed architettoniche tali da ricostituire per parti l’integrità dell’edificio preesistente, riproponendo tecniche costruttive, materiali edilizi e logiche di progettazione architettonica, desunti dalla tradizione edilizia. Belle prescrizioni ma sorge una domanda: se va ricostruito uguale all’originale, con addirittura i muri in mattoni, magari rifacendo anche le volte, allora perché hanno dato il permesso per demolirlo? Ah già, per fare un falso storico! Che povertà intellettuale... verrebbe da dire. Un’ultima considerazione: le norme antisismiche sono valide per gli edifici contemporanei, non storici, sennò dovremmo demolire e ricostruire anche la mitica Baldesio di Aldo Ranzi! Infine ci dicono, dagli ambienti locali, che a parziale giustificazione  dell’operatore, si precisa che l’intervento è sottoposto al piano per la sicurezza dei cantieri che impone molte cautele nell’operatività degli edifici pericolanti e nella movimentazione delle macerie: alias si è demolito per evitate pericoli ai lavoratori. Peccato che dalle fotografie delle demolizioni si notano operai a torso nudo senza caschetto a spasso tra le macerie. Che questa vicenda faccia meditare la Cremona che si reputa civile e intellettuale!

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La lettera di Gualtiero Nicolini  (Cremona) Caro direttore Come sa da tempo mi stavo interessando del convento di fra' Cristoforo o comunque dell'edificio casa dell'ortolano che in ogni caso essendo una realtà concreta, avrebbe potuto entrare seriamente nell'ambito di un percorso manzoniano utile per Cremona ed il suo turismo che, a mio avviso, non dovrebbe essere legato esclusivamente alla liuteria.  I miei interventi e le mie proteste unitamente a quelli  di molti altri e di comitati, riprese da alcuni organi di stampa, parevano aver sortito l'effetto almeno di poter salvaguardare una parte  dell'edificio con l'auspicio che almeno qualche porzione potesse essere meta, una volta restaurato, di visitatori che hanno a cuore il passato, l'età manzoniana ,la storia di Fra' Cristoforo Avevo anche fatto l'esempio, e lo ripeto, della casa di Stradivari che come sappiamo non è quella da cui viene suonato lo Stradivari o dove si trova la targa commemorativa che comunque è giusto possa fare folklore e attiri visitatori e turisti. La distruzione operata oggi non ha giustificazioni e spero che non siano state date autorizzazioni contrarie alla legge o che non si sia operato in dispregio a vincoli esistenti perché  nel caso ci adopereremo per avere giustizia

 

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