Giovedì, 28 marzo 2024 - ore 16.46

Crisi Governo e incarico a Mario Draghi | Vittore Soldo (PD Cremona)

La scelta del Presidente della Repubblica di dare l’incarico di formare un nuovo Governo a Mario Draghi è di grande buon senso, lucidità e di amore verso il Paese

| Scritto da Redazione
Crisi Governo e incarico a Mario Draghi | Vittore Soldo (PD Cremona)

Crisi di Governo e incarico a Mario Draghi | Vittore Soldo (Partito Democratico Cremona)

La scelta del Presidente della Repubblica di dare l’incarico di formare un nuovo Governo a Mario Draghi è di grande buon senso, lucidità e di amore verso il Paese: non mi aspettavo niente di diverso visto il momento così complicato e drammatico per molti imprenditori e molte famiglie che stanno pagando le conseguenze economiche della pandemia. Oltretutto la crisi di Governo si stava protraendo troppo a lungo viste, soprattutto, le contingenze di contesto. Credo che Draghi farà un Governo con personalità di grande autorevolezza e respiro internazionale, riuscendo a mettere insieme, per il paese, una squadra che darà la spinta che serve per uscire dalla crisi sanitaria ed economica.

Per quanto riguarda il fronte politico, il mancato accordo, testimonia le difficoltà del sistema di trovare  una sintesi, la giusta mediazione: da una parte ci sono i vincitori delle politiche del 2018, il Movimento 5 Stelle e quella parte di centrodestra, composto dalla Lega di Salvini e da Fratelli d’Italia, forti di una significativa rappresentanza parlamentare che però ha dimostrato di non essere in grado di trovare un accordo, seppur in larga maggioranza nel Parlamento. Dall’altra parte tutte le altre forze realmente moderate che sarebbero state ben disponibili a ragionare su un governo con figure autorevoli e di respiro europeo che aiutassero l’Italia ad uscire dalle secche ma che non avevano numeri sufficienti per garantire una solida maggioranza parlamentare perché i veri sconfitti delle politiche 2018. Tra queste, in primis, ovviamente il PD che ha fatto di tutto per trovare una mediazione che desse un Governo all’altezza delle difficili prove a cui è sottoposto il Paese.

Credo che la sconfitta del fronte politico di superare la crisi di governo dipenda soprattutto dal tipo di approccio mancato da parte di qualcuno in particolare: un approccio moderato e in sincero ascolto delle vere esigenze del paese,soprattutto di quelle che arrivano dai numeri delle categorie economiche e dal terzo settore e non solo e soltanto di quelle che arrivano dai canali social o dal “mainstream”.

Movimento 5 Stelle, Lega e Fratelli d’Italia che potenzialmente avevano la maggioranza di seggi in Parlamento, hanno dimostrato come, nonostante i voti, non si possa governare un paese: a colpi di slogan e con approccio oppositivo. Contrari all’Europa (almeno all’inizio del mandato) fino all’arrivo del Covid, contrari alla mediazione politica, salvo poi, esserne stati diretti protagonisti al momento della formazione del governo giallo-verde (ad esclusione di Fratelli d’Italia che ad onor del vero è sempre stata all’opposizione).

Moderazione che almeno nell’approccio, sarebbe una delle caratteristiche richieste in situazioni come quella che stiamo vivendo ma che, da parte di queste forze, non c’è stata sin dall’inizio della legislatura.

I moderati, in parlamento, ad oggi, sono minoranza e questo ha rappresentato il limite vero delle più alte istituzioni di questa legislatura. Sono questa mancata moderazione nell’approccio e la mancata capacità di sintesi che non hanno portato ad un accordo politico indispensabile per stabilizzare il Governo.

La posizione del Partito Democratico è stata di grande sacrificio verso il paese. Un sacrificio che alla luce di come sono andate le cose, credo sia stato eccessivo e, nonostante abbia pienamente condiviso, così come la maggior parte della comunità del mio partito, la scelta di provare a Governare insieme ad una forza, il Movimento 5 Stelle, che poteva rivelarsi capace di raccogliere le esigenze del paese, forte di una folta rappresentanza parlamentare, oggi penso, a ragion veduta, che il PD si sarebbe dovuto imporre maggiormente al momento della formazione del secondo Governo Conte: serviva dare un profilo e uno spettro più ampio in termini politici e di autorevolezza alla compagine di Governo. Questo avrebbe, probabilmente aiutato al momento della crisi aperta da Renzi e da Italia Viva.

Per quanto riguarda la parabola di Italia Viva e di Renzi, non ho molto da aggiungere se non che non mi ha assolutamente sorpreso: del resto credo che al netto di temi ed esigenze poste da Italia Viva alle forze di Governo, prima di innescare la crisi, peraltro assolutamente condivisibili, ci sia stata la chiara volontà di azzoppare Conte che aveva certamente dei limiti ma che, ci fosse stata la reale volontà di superare le diverse visioni, ci sarebbe stata l’occasione di superare l’impasse con un rimpasto di Governo.

E’ l'ennesima sconfitta della politica delle posizioni intransigenti ma può essere una vittoria del Paese se si dimostra in grado di aver capito la lezione. Le forze politiche devono saper cogliere l’occasione, più unica che rara, di rimettersi in fase con il paese e ricominciare a marciare al fianco di famiglie, lavoratori e imprenditori.

Vittore Soldo

Segretario Provinciale

Partito Democratico Cremona

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