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Dai precari alle pensioni: è già dopo Fornero

| Scritto da Redazione
Dai precari alle pensioni: è già dopo Fornero

Convocato il primo round tra governo e parti sociali sul pacchetto che sarà varato entro giugno. Tra le ipotesi: aumento della flessibilità in entrata e possibilità di andare in pensione anticipata con penalizzazioni. Tutti i nodi da sciogliere
di Maurizio Minnucci
Due riforme destinate a vita brevissima, quelle targate Fornero su pensioni e lavoro, nate per un periodo di economia florida ma destinate a scontrarsi con l'infinita recessione che sta affondando il paese. Non sarà una controriforma, ma le due leggi non piacciono né alle imprese né ai sindacati, sebbene per motivi opposti, e anche il governo parla di "manutenzione". Gli industriali chiedono più flessibilità in entrata, i sindacati spingono per interventi urgenti e per dare una risposta al dramma degli esodati. Ma è proprio sulla flessibilità in entrata che non sarà facile trovare l'accordo: "Non è vero che porterebbe più assunzioni, i dati lo smentiscono", afferma Fulvio Fammoni della Fondazione Di Vittorio. In questo quadro assume toni decisivi l'incontro convocato dal ministro del Lavoro Enrico Giovannini per domani (mercoledì 22 maggio) alle ore 16 presso la sede di Via Veneto. Tema: "Monitoraggio del mercato del lavoro e politiche per l’occupazione giovanile", recita un comunicato del dicastero.
Un primo banco di prova che vedrà le parti confrontarsi sulle ipotesi allo studio del governo, il cui pacchetto sarà pronto entro giugno. L'esecutivo punta soprattutto sui giovani, con l'ambizioso obiettivo di 100mila nuovi assunti. Per i contratti a termine si prevede la riduzione dell'intervallo tra un rinnovo e l'altro (abbattendo gli attuali 60-90 giorni); sulle pensioni, l'idea è anticipare l'età di tre-quattro anni con una penalizzazione proporzionale sull'assegno; a questa idea si collegherebbe la cosiddetta staffetta generazionale. Si parlerà anche di come tagliare le tasse sul lavoro (il cuneo fiscale), ma quest'ultima ipotesi è molto costosa e perciò poco praticabile.
Al tavolo di mercoledì, l'Abi (l'associazione delle banche) chiederà "una maggiore flessibilità in entrata con il patto intergenerazionale, valorizzando l' apprendistato, e una migliore flessibilità in uscita", oltre al "contratto di reinserimento dei lavoratori estromessi dal ciclo produttivo per riorganizzazione aziendale". "Gli ammortizzatori sociali servono per difendere il reddito dei lavoratori e a tutelare quel poco di patrimonio produttivo, insomma quello che sopravvive del sistema, ma poi servono interventi urgenti perché i dati della disoccupazione, soprattutto giovanile e delle donne sono molto scoraggianti", osserva il segretario generale della Cgil Susanna Camusso. Per il leader della Cisl Raffaele Bonanni, "il governo deve affondare le mani nelle vicende dell'economia che non vanno. ci aspettiamo un segno di coraggio in tal senso". I lavoratori si sono "praticamente autofinanziati per metà la cassa integrazione in deroga prevista dal governo - osserva il numero uno della Uil Luigi Angeletti - ma siccome nel 2013 la situazione non è destinata a migliorare, quelle risorse non saranno sufficienti".
Ecco in sintesi le ipotesi sulle quali sta lavorando il governo.
CONTRATTI A TERMINE, INTERVALLO PIU' BREVE. Sul tavolo ci sono le modifiche sulle limitazioni dei contratti a tempo determinato. In pratica, si punta a ridurre l'intervallo obbligatorio tra un contratto a termine e il successivo, che la riforma Fornero ha ampliato portandolo a 60-90 giorni (a seconda della durata dei contratti pari o superiore a 6 mesi): lasso temporale che potrebbe essere ristretto a 20-30 giorni (prima era 10-20).
PENSIONI, ANTICIPO 3-4 ANNI CON PENALIZZAZIONI. Allo studio una fascia di flessibilità per il pensionamento anticipato rispetto all'età di vecchiaia che dovrebbe essere di tre-quattro anni, con una penalizzazione proporzionale in termini di assegno. Per gli uomini, l'età per l'uscita in anticipo potrebbe essere fissata intorno ai 62-63 anni (dal 2013 l'età di vecchiaia è a 66 anni e tre mesi). Al momento la possibilità di anticipare l'uscita rispetto all'età della vecchiaia è consentita alle donne (con 57 anni di età oltre a uno di finestra mobile e 35 di contributi), a patto che tutta la pensione sia calcolata con il metodo contributivo (meno vantaggioso rispetto al retributivo).
STAFFETTA GENERAZIONALE. Al vaglio anche la staffetta generazionale tra anziani e giovani, prevedendo ad esempio l'assunzione di due giovani con contratto a termine a fronte di incentivi al pensionamento graduale di un anziano, che prosegue con part time misto a pensione (ma con contributi pieni, quindi 'compensati' dallo Stato). Ipotesi però molto costosa, come sottolineato dallo stesso ministro Giovannini.
GARANZIA GIOVANI. Al centro c'è la cosiddetta 'Youth guarantee', il programma europeo per garantire agli under-25 l'opportunità di un'occupazione o di un inserimento formativo entro quattro mesi dalla fine degli studi o dall'inizio della disoccupazione. Tema caro alla Cgil, che richiama anche il rilancio dei centri per l'impiego. Sul piatto anche la semplificazione e il rafforzamento dell'apprendistato: ad esempio si potrebbe sostituire con incentivi l'obbligo di stabilizzare una quota degli apprendisti previsto dalla riforma Fornero.

fonte: http://www.rassegna.it/articoli/2013/05/21/100606/dai-precari-alle-pensioni-e-gia-dopo-fornero

 


 

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