Sabato, 04 maggio 2024 - ore 19.54

Dal Pnrr più di 2 miliardi per le comunità energetiche rinnovabili

Per la transizione ecologica e contro il caro bollette: circa 2.500 GWh annui e meno1,5 milioni di tonnellate di CO2

| Scritto da Redazione
Dal Pnrr più di 2 miliardi per le comunità energetiche rinnovabili

Secondo l’Orange Book “Le comunità energetiche in Italia”, curato da Ricerca Sistema Energetico (RSE) e dalla Fondazione Utilitatis, in collaborazione con Utilitalia, attualmente in Italia ci sono poco più di 20 comunità energetiche, con impianti che vanno dai  20 ai  50 kilowatt picco, ma il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) prevede finanziamenti specifici per favorire la diffusione delle modalità di autoproduzione e autoconsumo collettivo con i quali sarebbe possibile produrre circa 2.500 GWh annui, in grado di evitare l’emissione di 1,5 milioni di tonnellate di CO2 all’anno.

Infatti, come spiegano le tre organizzazioni, «Il Pnrr prevede finanziamenti specifici per favorire la diffusione delle modalità di autoproduzione e autoconsumo collettivo stabilite dalla normativa italiana, stanziando per le comunità energetiche rinnovabili e i sistemi di autoconsumo collettivo oltre 2 miliardi di euro. L’investimento mira ad installare circa 2.000 MW di nuova capacità di generazione elettrica in configurazione distribuita da parte di comunità delle energie rinnovabili e auto-consumatori. Ipotizzando una produzione annua da fotovoltaico di 1.250 kWh per ogni kW, si produrrebbero così circa 2.500 GWh annui, in grado di evitare l’emissione di 1,5 milioni di tonnellate di CO2 all’anno».

Stefano Pareglio, presidente della Fondazione Utilitatisricorda che «Sulle comunità energetiche  siamo ai primi passi, ma questa ricerca testimonia il loro potenziale in termini sia di sviluppo delle energie rinnovabili, sia di stabilità dei prezzi. Non ci nascondiamo le difficoltà applicative ma siamo consapevoli, come dimostrano le testimonianze delle associate a Utilitalia, che questa modalità di generazione avrà nei prossimi anni un significativo sviluppo. Siamo molto lieti di questa, mi auguro, prima collaborazione RSE, accreditato ente di ricerca sui mercati energetici. E’ una concreta testimonianza del nuovo corso di Fondazione, impegnata nel costruire partenariati scientifici per indagare e proporre soluzioni praticabili in favore della transizione energetica e ambientale del nostro Paese».

L’ Orange Book  evidenzia che «La maggiore diffusione delle comunità energetiche sarebbe coerente sia con i target nazionali ed europei sulla transizione ecologica, sia con la necessità di mettere in campo azioni strutturali contro il caro bollette. Da un lato, si osserva nello studio, le comunità possono contribuire ad accelerare l’utilizzo di energie da fonti rinnovabili e a favorire la ricerca di nuove soluzioni per aumentare l’efficienza dei sistemi esistenti, stimolando l’innovazione tecnologica per ridurre al minimo l’impatto ambientale senza compromettere la crescita e lo sviluppo sostenibile. Dall’altro lato, la diffusione delle comunità energetiche può costituire un importante strumento di contrasto alla povertà energetica: a fronte della recente volatilità dei prezzi di fornitura, tali realtà possono permettere di contenere i costi sia per le utenze domestiche che per quelle non domestiche».

Il rapporto ha analizzato le esperienze provenienti da studi e progetti pilota implementati da alcune società – Acea, A2A, Hera e Iren – particolarmente attente allo sviluppo delle potenzialità dell’autoconsumo collettivo e delle comunità energetiche rinnovabili, permettendo di identificare alcuni significativi punti di interesse. Emergono vantaggi dal lato dei costruttori, identificabili nella riduzione della complessità impiantistica e nella valorizzazione dell’immobile, e anche per i condomini, dovuti alla riduzione delle spese per la fornitura elettrica e l’incremento del controllo e consapevolezza dei consumi attraverso la possibilità di un preciso monitoraggio. Lo studio evidenzia alcuni elementi pratici su cui è importante porre l’attenzione: «Dal punto di vista tecnico, una puntuale e ponderata individuazione dell’edificio destinato all’installazione degli impianti, con caratteristiche favorevoli, sia strutturali sia di esposizione al sole. Dal punto di vista sociale emerge la necessaria capacità di coinvolgimento e assistenza, per accompagnare gli eventuali membri delle comunità energetiche rinnovabili nei vari adempimenti e nei processi autorizzativi necessari».

L’amministratore delegato di RSE, Maurizio Delfanti, conclude: «Come ormai sappiamo, le comunità energetiche nascono per soddisfare i bisogni energetici, ambientali e sociali individuati dai membri della comunità stessa– con l’obiettivo di rendere i clienti finali protagonisti della transizione energetica, resa ancora più urgente dalla crisi dei prezzi in corso. Le sperimentazioni avviate in fase di recepimento anticipato hanno già messo in evidenza che al crescere della complessità degli interventi si rende necessario un confronto e un dialogo fattivo con gli attori del mercato, in modo da fornire alle Comunità Energetiche risorse e competenze che non sempre possono essere detenute a livello locale».

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