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Dichiarazione Universale dei Diritti Umani 10 dicembre 2020 TAVOLA PACE CREMONA

“Da più di settant’anni, il mondo celebra la Giornata Internazionale dei Diritti Umani. Ma quest’anno il 10 dicembre è ancora più importante

| Scritto da Redazione
Dichiarazione Universale dei Diritti Umani 10 dicembre 2020 TAVOLA  PACE CREMONA

Riaccendiamo lo spirito della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani 10 dicembre 2020 TAVOLA  PACE CREMONA

“Da più di settant’anni, il mondo celebra la Giornata Internazionale dei Diritti Umani. Ma quest’anno il 10 dicembre è ancora più importante.

La pandemia che ci ha investito, insieme ai tanti altri virus e problemi irrisolti che conosciamo, sta comprimendo molti diritti fondamentali non solo nel mondo, ma anche in Europa e in Italia. Allo stesso tempo è cresciuta la necessità di agire tutti in modo più responsabile e solidale. Va in questa direzione l’enciclica di papa Francesco “Fratelli tutti”!

Va in questa direzione la presa di posizione della Commissione Europea che il 2 dicembre ha adottato una strategia per l’applicazione dei diritti umani fondamentali in tutti i Paesi europei e che gli Stati nazionali dovrebbero rispettare e, anzi, promuovere.

Con la pandemia emergono ancora più evidenti le disuguaglianze economiche, le disuguaglianze di genere e le discriminazioni verso minoranze e immigrati. In Italia aumentano sia i cittadini in povertà assoluta che in povertà relativa: sono oltre 10 milioni, secondo le stime di Caritas e Censis. Per questo il reddito di cittadinanza andrebbe riformato e ampliato senza le condizionalità più discriminatorie che l’attuale normativa ancora contiene. Per questo le misure europee previste da Next Generation EU andrebbero finalizzate a sanare le ferite sociali più gravi e a creare lavoro giusto, dignitoso e sostenibile per le nuove generazioni.

La Tavola della pace di Cremona, in forza delle idealità condivise dai soggetti sociali e di volontariato che in esse si riconoscono, sente l’obbligo morale di richiamare Parlamento e Governo italiano ad assumere posizioni e decisioni più coerenti con le esigenze della pace e con la Dichiarazione universale dei diritti umani nelle seguenti questioni: 1) bloccare l’esportazione di armi in quei Paesi che sono impegnati in conflitti sanguinosi o che reprimono e incarcerano il dissenso come è il caso dell’Egitto, dove sono oltre 60.000 i detenuti politici, soprattutto giovani, e dove, come i casi Regeni e Zaki dimostrano, Tribunali e Apparati di sicurezza sono asserviti al regime.  2) riconoscere finalmente e unilateralmente lo Stato palestinese che attende dal 1948 la costituzione di uno Stato indipendente in rappresentanza del popolo palestinese. Lo auspica lo Sato del Vaticano, lo hanno  proposto in questi giorni molte organizzazioni nazionali tra le quali la Cgil, l’Arci, le Acli, Libera e Gruppo Abele, Pax Christi. 3) sottoscrivere il Trattato internazionale di abolizione totale delle armi nucleari che migliora di molto e supera i limiti del Trattato di Non Proliferazione nucleare che non ha fermato la corsa al riarmo che, in questi ultimi anni, è ripresa con un aumento gigantesco e sconsiderato delle spese militari a danno dei 17 obiettivi globali del Millennio individuati dall’ONU. 4) accogliere le proposte della Campagna “ Io Accolgo” perché le navi della Marina italiana tornino nel Mediterraneo per salvare vite umana, perché si cessi di bloccare nei porti le navi delle ONG, perché si creino “corridoi umanitari” in accordo con l’Europa, perché si riconosca finalmente la cittadinanza ai giovani figli di immigrati.

Questi sono solo alcuni obiettivi di fondo che potrebbero essere raggiunti se si affermasse una cultura della pace e della nonviolenza in tutti gli ambiti della nostra società, una visione più responsabile della politica a tutti i livelli, a cominciare dagli Enti locali e dalle Comunità locali. 

Ormai è chiaro che nessuno può più permettersi di pensare a salvaguardare solo se stesso. La nostra salute, la nostra sicurezza, il nostro benessere, il nostro futuro, la nostra felicità,... ciascuno di questi nostri beni preziosi è profondamente legato a quello degli altri. Per questo, diritti e responsabilità camminano insieme.

Il 10 dicembre ricordiamo il giorno in cui l’Organizzazione delle Nazioni Unite, appena nata sulle ceneri di due guerre mondiali, ha scritto e approvato la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. In quella Carta, che è la nostra Costituzione Universale e la bussola dell’umanità, sta scritto che “tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali in dignità e diritti. Sono dotati di ragione e coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”.

Ed è proprio questo “spirito di fratellanza” che oggi dobbiamo riaccendere se vogliamo rafforzare il senso di responsabilità di ciascuno e vincere insieme le sfide aperte restituendo a tutti un po’ di pace, dignità e diritti.

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