Venerdì, 10 maggio 2024 - ore 08.59

Distacchi utenze, perché il sindaco non interviene?

| Scritto da Redazione
Distacchi utenze, perché il sindaco non interviene?

È tempo di campagna elettorale e anche il nostro sindaco Oreste Perri sembra stia meditando di ricandidarsi. A nessuno in città, tuttavia, è sfuggito il fatto che in questi giorni di “polemica” sui distacchi il primo cittadino non si sia mai espresso direttamente sul problema che ha colpito centinaia di suoi concittadini, mostrando una indifferenza che stride con la sua fama di “sindaco di tutti”. Finora l'unico teatrino a cui abbiamo assistito è stato lo scarica barile del problema “indigenza” tra l'Amministrazione e il gestore pubblico dei servizi, AEM. Abbiamo capito che questi manager (pagati con soldi pubblici) non distoglieranno mai per un solo secondo i loro occhi dal bilancio dell'azienda e che il mantra del comune sarà sempre il solito “non ci sono più i soldi”, almeno per i cittadini.

Come Comitato Acqua Pubblica abbiamo inviato giorni fa all'attenzione del Sindaco una lettera in cui gli chiedevamo di intervenire — come è nelle sue possibilità, da massima autorità sanitaria locale — ordinando al gestore di riallacciare le utenze dell'acqua insieme alla minima fornitura di luce e gas necessaria per vivere dignitosamente in questi freddi mesi invernali. Forse nei prossimi giorni verrà riallacciata l'acqua a qualcuno, come preannunciato in commissione dall’assessore Amore, ma la realtà è che ad oggi nulla è cambiato rispetto a venti giorni fa e i cittadini di Cremona (specie quelli al freddo e senz’acqua) non hanno ancora capito come il sindaco Perri intenda far fronte all’emergenza.

Per ora, le proposte sono arrivate da altri. Maura Ruggeri (PD) sostiene la necessità di costituire un fondo di solidarietà, mentre dal Terzo Settore arriva la proposta di una serata di musica popolare con sottoscrizione a favore dei cittadini in difficoltà. Iniziative molto utili nell'immediato, ma la nostra speranza (e il nostro obiettivo) è che l'emergenza sociale che sta colpendo fasce sempre più ampie della cittadinanza  riesca ad essere letta per quello che è, cioè una crisi rivelatoria. I dati dell'emergenza crisi a Cremona parlano chiaro: licenziamenti record, disoccupazione giovanile alle stelle, pignoramenti di case in salita vertiginosa e centinaia di persone che non riescono più a pagare le bollette. In questo quadro fosco i cittadini si aspettano una svolta dagli amministratori e in generale da tutta la politica e la riprova sono le settecento persone che hanno firmato la nostra petizione online per chiedere al Sindaco di muoversi ed affrontare di petto e politicamente il problema. Quello che chiediamo non sono miracoli ma sacrosanti diritti! Una presa di posizione netta nei confronti di AEM affinché le forniture vengano immediatamente riallacciate sarebbe un ottimo punto di partenza. Ma da lì occorre muoversi in direzione di una moltiplicazione delle azioni a favore dei cittadini in difficoltà: nessun appartamento di casa popolare deve ad esempio rimanere vuoto; occorrono poi azioni concrete (magari rinunciando ad eventi tesi solo ad avere ritorni di immagine o a rendere più attraente il centro storico) che inizino a (ri)costruire una solida economia sociale in un territorio sempre più a secco di lavoro e di idee. In questo modo si potrebbe consentire a molti “nuovi poveri” di condurre una vita dignitosa.

Come Comitato Acqua Pubblica auspichiamo che questa situazione di emergenza possa servire da scossa alla società civile e agli amministratori della città. E teniamo a ribadire che quando difendiamo una gestione pubblica dei servizi, opponendoci ad esempio all'ingresso dei privati nel servizio idrico, lo facciamo proprio per difendere il diritto di tutti ad avere accesso a beni fondamentali alla vita, senza se e senza ma. L'indifferenza di AEM nei confronti dell'emergenza distacchi dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, che la sua natura di azienda privata, definitivamente sancita dal suo ingresso in Linea Group, è incompatibile con la gestione di servizi fondamentali alle persone. Poiché dove esiste un anziano o un disabile o un minore o un lavoratore che ha perso il posto, queste aziende non vedono un cittadino né una persona, ma semplicemente un cliente, un numero di contatore e bollette da emettere e riscuotere per assicurare dividendi ai soci.

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