Domenica, 28 aprile 2024 - ore 09.52

Educare alla tutela del ‘bene comune’ di Giuseppe Azzoni (Cremona)

Da qualche decennio è l’eccesso che ha prevalso, promosso da un dominante liberismo.

| Scritto da Redazione
Educare alla tutela del  ‘bene comune’  di Giuseppe Azzoni (Cremona)

Signor direttore, senza andare tanto lontano (…) certi fatti di casa nostra (credo del tutto simili a quanto accade a livello nazionale) c’è di che riflettere, preoccuparsi e porre l’urgenza di correre ai ripari. In questi pochi giorni leggiamo dei tanti che non pagano la loro parte per smaltire i loro rifiuti o li smaltiscono come certo non farebbero nel loro cortile (con ciò gravando sugli altri in termini monetari o peggio). Leggiamo di inosservanze delle norme del traffico (con ciò causando agli altri disagi, costi e drammi persino insopportabili).

Leggiamo di vandalismi, come quello recente dell’Arena Giardino, inqualificabili. Ma si potrebbe continuare purtroppo con mille altri esempi. E’ un andazzo che sta già ora producendo danni assai pesanti e che sembra anche proliferare in una vera e propria tendenza verso esiti tanto rovinosi quanto imprevedibili. Ravviserei in proposito l’esigenza di operare a tre livelli per una difesa del vivere comune. La prima: evitando grida manzoniane, facili in questo campo, studiare e deliberare misure di prevenzione e di severa repressione, magari limitate ma praticabili e davvero attuate ai vari livelli istituzionali di competenza. La seconda: considerare l’educazione civica finalità primaria e filtro della scuola, a partire dall’infanzia, e della formazione. Giusto segnare con la matita blu, magari determinante per una bocciatura, l’accento che sul qua non ci va. Ancor più necessario far sì che nella preparazione culturale, considerata ai vari livelli indispensabile, nello stesso senso comune, la conoscenza e la consapevolezza delle regole del civile convivere siano presenti e ben considerate nel giudicare il grado di maturità. La terza. Uno come me può fare ammenda di eccessi nella considerazione prioritaria del collettivo nella società: l’equilibrio tra comunità e individuo è vitale. Ma da qualche decennio l’eccesso che ha prevalso, promosso da un dominante liberismo, è quello opposto. Il bene comune e le pubbliche istituzioni visti solo come dannoso freno, un individualismo esaltato fino al punto da rendere possibile, lecito e gratificante (‘fico’?) ogni propria pulsione e interesse, noncurante degli altri fino ad esiti i più deteriori. E questo sembra aver pervaso soggetti dai livelli più volgari e banali a quelli più potenti e responsabili, dai furbetti ai furboni.

Giuseppe Azzoni (Cremona)

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