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Elezioni Lombarde 2013. Gramignoli, Milesi, Torchio candidati del CPL con Ambrosoli

| Scritto da Redazione
Elezioni Lombarde 2013. Gramignoli, Milesi, Torchio candidati  del CPL con Ambrosoli

I candidati cremonesi del Centro Popolare Lombardo sono  Matteo Gramignoli di Crema,Clarita Milesi, proveniente dall’IDV e Giuseppe Torchio, già Presidente della Provincia e proveniente dal Partito democratico. La lista Centro Popolare Lombardo è nell’area del centro-sinistra e sostiene Umberto Ambrosoli Candidato Presidente.
Ecco le biografie dei candidati e la sintesi del  programma elettorale.
MATTEO GRAMIGNOLI
Sono Matteo Gramignoli nato a Crema il 25 aprile 1974, residente da sempre a Crema.
Ho frequentato l’Istituto per Geometri Luca Pacioli di Crema; mi sono diplomato nel 1992 con 54/60.
Dall’età di 14 anni ho iniziato l’esperienza del Volontariato sanitario, parrocchiale e per gli anziani, ho lavorato un anno nel Soccorso Alpino in provincia di Modena ed un anno presso il Pronto Soccorso di Crema.
Ho lavorato dai 18 ai 25 anni, nei mesi estivi, presso i Centri Federali Tennis del Coni a Pievepelago (MO) ed al Brallo (PV), come istruttore sportivo ed animatore con bambini dai 6 ai 12 anni, stupenda esperienza che mi ha arricchito umanamente e caratterialmente.
Dieci anni fa, ho costituito con alcuni colleghi ed amici la struttura Sanitaria che oggi gestisco e rappresento come Presidente, denominata Hospital Services che effettua trasporti e servizi sanitari.
Da cinque anni faccio catechismo a venticinque ragazzi/e della 1° e 2° superiore, con i quali condividiamo non solo il catechismo settimanale ma anche esperienze come vacanze in montagna, gite e pernottamenti in oratorio .
Nel febbraio del 2012, l’attuale Sindaco di Crema Stefania Bonaldi mi coinvolge nella sua lista civica per le elezioni Comunali del maggio 2012, dove acquisisco un ampio consenso dagli elettori cremaschi (9° su 320 candidati come n° di preferenze).
Quindi da maggio 2012 sono Consigliere Comunale a Crema e Capogruppo della Lista Civica “Buon giorno Crema”.
Ho iniziato questa esperienza Comunale animato da tanta energia e voglia di migliorare la qualità della vita per tutti noi che abitiamo in questa meravigliosa città.
Oggi mi candido alle Elezioni Regionali nella lista Civica “Centro Popolare Lombardo per Ambrosoli” sicuro di poter rappresentare seriamente il Territorio della Provincia di Cremona. La mia figura “NUOVA” nello scenario Politico Regionale potrà dare opportunità,trasparenza e professionalità soprattutto nel settore della Sanità, ad una Regione con innumerevoli potenzialità come è la Lombardia.
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CLARA RITA MILESI
Dopo la laurea in Architettura all'Università di Venezia (1987)ha lavorato presso numerosi enti pubblici delle province di Vicenza,Cremona, Brescia e Lodi. Dal 1997 al 2000 ha prestato servizio presso la Direzione Urbanistica e Servizio Sviluppo Sostenibile del Territorio, come funizionario direttivo in materia di gestione ambiente e difesa del territorio, di Regione Lombardia. Attualmente esercita la libera professione.
Per quanto riguarda le attività istituzionali, è stato Consigliere Comunale presso il Comune di Tremosine (Brescia) e rappresentante per lo stesso Comune presso l'Assemblea della Comunità Montana – Parco Alto Garda Bresciano, membro delle Commissioni attività produttive e servizi sociali. Dal 2010 è stato capo gruppo, in rappresenza dell'Italia dei Valori, presso il Consiglio Provinciale di Cremona e membro delle commissioni: Affari Istituzionali e Bilancio(vice presidente), Governo del Territorio, Opere pubbliche, Patrimonio e Sicurezza.
Ambiente e  Agricoltura, Politiche Sociali e giovanili, Istruzione, formazione Lavoro, e sviluppo economico, Turismo e Cultura, Controllo e Garanzia.
Nella sua azione politica ha sempre cercato di portare avanti le istanze della comunità cremonese, lavorando soprattutto per la salvaguardia del territorio, dell'ambiente e riaffermando le identità culturali di una provincia fortemente legata all'agroalimentare, alla musica, alla liuteria, beni questi ultimi che possono rappresentare una carta da giocare, per la provincia di Cremona, in vista di Expo 2015. Questa filosofia di fondo animerà l'impegno politico anche con il Comitato Ambrosoli, puntando inoltre sulle problematiche di natura economica, sociale e del lavoro, oltre all'attenzione al mondo delle donne, che l'attuale crisi sta trasformando in vere e proprie emergenze.
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GIUSEPPE TORCHIO
Nato a Spineda nel 1951, di radici agricole, allievo del Liceo Manin-Romani, sposato, un figlio, attivista delle ACLI, venditore di auto, esattore Autostrade Centro-Padane. Ha maturato le conoscenze del mondo rurale quale funzionario Libera Associazione Agricoltori (1977-1994), Segretario Regionale ANGA, Presidente UNIMA (Unione Nazionale Imprese Meccanizzazione Agricola).
Esponente della Democrazia Cristiana, poi del Partito Popolare e del Partito Democratico, consigliere comunale a Spineda (dal 1975) poi Sindaco (1990-2004), consigliere e assessore provinciale (1977-1990). Dal 2004 ha promosso nascita e coordinamento delle Liste Civiche locali e provinciali con forti collegamenti alla rete del presidente Dellai in Trentino ed al coordinamento “Verso Nord” nel Veneto.
Deputato DC eletto nella circoscrizione di Cremona-Mantova nel 1987 con 17 mila preferenze e, nel ’92, con 35 mila preferenze , con lo slogan “Torchio c’è” per il record di iniziative parlamentari e per la presenza sui temi territoriali, è stato Capogruppo  della Commissione Agricoltura Camera e componente delle Commissioni Finanze e Trasporti. Autore della Legge 380 “Sistema Idroviario Padano Veneto” per la messa in sicurezza e l’uso plurimo del Po.
Presidente dei Comuni della Lombardia e Presidente nazionale dei Piccoli Comuni (ANCI 1994-2004). Ne  ha promosso ruolo, dignità, aggregazioni e servizi associati.
Presidente V Commissione del Comitato delle Regioni a Bruxelles e consigliere d'amministrazione della Cassa Depositi e Prestiti.
Presidente della Provincia di Cremona dal 2004 al 2009, ha contribuito a mettere in rete progettualità ed ingenti risorse dell’UE. Consigliere Provinciale, si batte contro lo strapotere regionale a danno dei territori. Ha collaborato nel fare chiarezza sulla discarica di amianto di Cappella Cantone che ha portato ad arresti eccellenti. Si batte in prima persona sui temi del lavoro,  riqualificazione, tutela ambientale, contro le cave invasive di Caravaggio, San Sigismondo, per la sicurezza del territorio, per un piano rifiuti con gli Enti Locali protagonisti e per il rispetto dell'esito referendario sull'acqua e sui beni comuni.
A titolo gratuito presiede il Gal Oglio Po Terre d'Acqua per la promozione del territorio a cavallo tra Cremona e Mantova (da Castellucchio a San Daniele Po), è nella Giunta dell'Unione dei Comuni Foedus (Rivarolo Mn, Rivarolo Re, Casteldidone, Spineda), coordina il Comitato di Consultazione dell'Autorità per la sicurezza del Bacino del Po e partecipa al Comitato Scientifico dei “Borghi più belli d'Italia” (club di qualità Anci).
Dopo il sostegno a Renzi e ad Ambrosoli nelle recenti primarie e, con lo spirito di servizio e semplicità, che sempre lo accompagna, si presenta in Regione a sostegno della candidatura di Umberto Ambrosoli, per dare forza all’esperienza, trasparenza, laboriosità e lealtà proprie delle radici padane.

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SINTESI DEL PROGRAMMA ELETTORALE
Cambiare la concezione del bilancio regionale
Occorre rivedere le priorità del Documento Strategico Annuale e rendere il bilancio di previsione uno strumento più realistico e partecipato affiancandogli nella sua gestione l’istituzione di un comitato permanente di monitoraggio in coordinamento tra la Giunta e il Consiglio che avvii l’inattuato Controllo Strategico.
Il Consiglio Regionale, nelle sue diverse componenti deve potersi riappropriare del bilancio come strumento di indirizzo, di programmazione e di controllo dell’esecutivo, correggendo il governatorismo e ripristinando la sua funzione di Parlamento rappresentativo che assegna all’esecutivo il budget necessario, non viceversa.
Rilanciare la concertazione con le parti sociali
Va rilanciata in Lombardia, dove sono più consistenti le risorse intellettuali ed economiche e più competitive le opportunità produttive, la concertazione con le parti sociali proclamando e convocando gli Stati Generali dell’Economia, per fronteggiare la gravità della crisi, coinvolgendo anche Università, banche, economisti ed altri,affinché vi sia il sostegno più alto possibile allo sviluppo e alla crescita per dare consistenza alle energie che non si rassegnano alla cultura del declino.

Cambiare le politiche di sviluppo
Concentrare le risorse di investimento e le politiche strategiche a sostegno della produzione e del lavoro per stimolare il più possibile la crescita e mitigare l’inevitabile effetto depressivo delle manovre di risanamento della spesa pubblica del Paese.

Ridefinire le grandi opere
Dare certezza di finanziamento e un puntuale crono-programma ai grandi investimenti sulle infrastrutture della mobilità e della modernizzazione competitiva del territorio che sono il più consistente volano regionale di sostegno allo sviluppo.
Expo 2015, in particolare, è un importante traguardo per completare il progetto della mobilità sostenibile di impostazione strutturale europea.
Sarà di fatto la spia che ci dirà se potremo restare in Europa con ruolo e prospettiva di affidabilità.

Nuovo patto con le imprese
Nella consapevolezza di non poter disporre di risorse pubbliche aggiuntive ma anzi di doverle contenere e concentrarle per priorità selettive occorre mettere in campo una rivisitazione rigorosa delle risorse regionali con le parti sociali. Vanno meglio finalizzate e ampliate, in particolare, le politiche di sostegno delle piccole e medie imprese, indirizzandole alla competitività globale con sostegni per l’internazionalizzazione, il risparmio energetico, la green economy, le nuove tecnologie, il made in Italy e Lombardy e le nuove prospettive turistiche e culturali.
Le PMI rappresentano la quasi totalità del tessuto economico lombardo, e in questa categoria occorre considerare il ruolo di assoluta rilevanza delle micro imprese fino a 9 addetti (l’88% del totale) e delle ditte individuali (oltre 400mila in Lombardia). In quest’ottica occorrerà ipotizzare:
•l’accesso delle PMI di tutti i comparti ai fondi strutturali dell’Unione Europea programmati da Regione Lombardia;
•la frazionabilità degli appalti pubblici per consentire la partecipazione delle PMI;
•nuove e ulteriori misure di semplificazione delle procedure amministrative e di riduzione dell’eccessiva burocrazia.
Rinegoziare con le parti sociali gli investimenti per il sostegno alle imprese che vanno incrementati, anche garantendo più ampie disponibilità creditizie, per la riduzione della disoccupazione – specie quella giovanile – e politiche di formazione e ricerca.
•Le aggregazioni sulla dimensione di impresa capaci di recuperare competitività, anche sui mercati esteri, vanno rilanciate. La Regione deve strutturare fondi consistenti capaci di favorire aggregazioni di sistema, politiche di distretti provinciali, sostegno reale all’export di reti di impresa, promuovere nuove relazioni sul territorio tra banche e imprese, con stimoli all’innovazione finanziaria, commerciale e organizzativa che compensino le riduzioni di intervento dei budget pubblici.
Nuovi fondi per favorire le reti di impresa (soprattutto attraverso lo strumento del contratto di rete) e i distretti (in Lombardia, in particolare, l’esperienza dei 200 Distretti del Commercio è strategica), e per avviare nuovi progetti in tema di città “smart” vivibili e sostenibili.
Sarà opportuno, nella X Legislatura, procedere ad una razionalizzazione di tutte le forme esistenti di partenariato pubblico/privato(non solo i Distretti ma anche i Sistemi turistici locali, i Gruppi di Azione Locale co-finanziati con risorse della comunitarie FSR, i Piani Integrati d’Area promossi nell’ambito della programmazione FESR): obiettivo sarà evitare le sovrapposizioni e impiegare meglio le risorse.
La promozione delle relazioni tra banche e territorio per sostenere lo sviluppo economico deve passare necessariamente dalla valorizzazione del ruolo dei Consorzi Fidi.

Una nuova politica per lo sviluppo
•Vanno salvaguardate con le politiche fiscali e finanziarie le imprese di piccole e medie dimensioni che hanno una funzione essenziale per la crescita del PIL e che sono, ora più che mai, decisive per la tenuta e la coesione di una società che possa guardare oltre il cupo orizzonte della crisi.
•Monitorare e rilanciare i principali progetti di lavori pubblici delle Provincie e degli enti locali per renderli cantierabili con maggiore rapidità e una programmazione certa. Passare velocemente dai progetti ai cantieri. Utilizzare più intensamente lo strumento della finanza di progettocon assunzione di una maggiore responsabilità da parte dei gestori delle opere, (come è stato fatto nel caso della Brebemi), in un coordinamento propositivo e costruttivo delle istituzioni locali.
•Occorre una revisione delle procedure per l’assegnazione di contributi e di finanziamenti che privilegi la costituzione di fondi di rotazione destinati al mondo delle imprese, al sistema produttivo e al sistema delle autonomie locali. Non più co-finanziamenti, non più finanziamenti a pioggia, ma finanziamenti a tasso zero che con la riscossione delle rate annuali possano continuamente alimentare negli anni ulteriori investimenti.

Un nuovo patto con i comuni
•I Comuni sono abbandonati a loro stessi, tentano con difficoltà di mantenere un livello decente dei servizi e, soprattutto, non hanno più soldi né per le manutenzioni né per nuove opere. Occorre unaalleanza delle autonomie locali lombarde con un consistente fondo di rotazione da destinare ai Comuni per le attività di progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva. Tutti gli amministratori sanno che se non vi sono progetti non è possibile accedere a qualsiasi finanziamento. Un fondo di rotazione per opere pubbliche solo per interventi la cui cantierabilità sia garantita almeno nei successivi sei mesi. Non è più il momento di disperdere risorse in mille rivoli, di tenerle vincolate per anni senza che le opere e i servizi partano. C’è ancora bisogno di formare ben altre alleanze con il sistema degli Enti Locali della Lombardia che vanno sostenuti non solo per rispettare i “Patti di Stabilità” con l’Europa – non invitati a disattenderli – perché sono in prima linea ad applicare rigore e contenimenti, e attorno ai quali ruotano le pur scarse risorse per attivare “patti di crescita”.
•Più coordinamento e sussidiarietà con i Comuniche non possono subire, oltre i tagli nei trasferimenti governativi, ulteriori tagli regionali deprimendo l’erogazione dei servizi sociali in tempi in cui aumenta la richiesta per le nuove povertà sempre più diffuse.
•Avviare un progetto regionale di dismissioni di patrimonio pubblico e di partecipazioni in Società Per Azioni, finalizzando le risorse ricavabili al consolidamento del debito regionale e alla sua gestione finanziaria fattasi più onerosa e al tempo stesso risanando ristrutturazioni urbanistiche di qualità di ampia portata.

Un patto per la coesione
Attenzione particolare nella rimodulazione delle politiche di welfare anche a settori capaci di garantire coesione sociale e tenuta di fiducia.
Per lo sport dilettantistico, in particolare, che rappresenta oggi una fondamentale funzione sociale ed educativa, dando anche un nuovo spirito di squadra al Paese, va avviata una nuova politica regionale che sostenga l’associazionismo, il volontariato, la pratica popolare diffusa, la collaborazione con le scuole.
Questo nuovo sostegno si rende necessario a fronte del rischio di smantellamento dei presidi organizzativi sul territorio del Coni, le cui funzioni vanno ripristinate e rese complementari.

Un patto per la distribuzione
Sarà indispensabile proseguire e ove possibile rafforzare l’esperienza positiva dei Distretti del Commercio, anche chiedendo un impegno della Regione per:
•sostenerli con apposite risorse, anche da individuarsi nell’ambito della nuova programmazione 2014 – 2020 del FESR (almeno il 5% dei progetti strategici deve riguardare l’attrattività dei centri urbani);
•supportare la nascita di reti di impresa nei distretti;
•incentivare la formazione delle figure professionali in grado di governare le dinamiche di distretto (manager di Distretto);
•introdurre forme di fiscalità di vantaggio per i Distretti, agendo sui tributi propri della Regione e sui tributi comunali;
•sostenere le attività di Distretto particolarmente innovative (eccellenza dei Distretti lombardi) come fonte di attrazione di investimenti da parte di operatori anche stranieri.

Riforma delle Istituzioni
•Irrisolta è la questione dell’area metropolitana milanese che non è solo un problema di nuovi assetti istituzionali di governo del territorio ma è priorità socio economica nel considerare Milano capitale dell’economia mediterranea e capitale della borsa e porla al centro decisivo di modernizzazione nel flusso di uomini e merci per un nuovo rapporto tra minifattura, terziario, servizi e ruolo finanziario come naturale approdo del cambiamento e della competitività.
•Il riordino delle Province sulle indicazioni di semplificazione e di riduzione dei costi del Decreto del Governo sollecita una valorizzazione delle autonomie locali soprattutto nella prospettiva della nuova dimensione degli Stati Uniti d’Europa, dei popoli e delle regioni. È necessario correggere anche centralismi e dirigismi regionali che si sono formati a discapito dei territori e dei comuni che devono ritornare centrali nella considerazione di ruoli, competenze e risorse adeguate per un autentico federalismo regionale europeo. Va meglio definito “chi fa e che cosa” nella pari sovranità tra Stato, Regione, Comuni, vaste Aree provinciali, nel governo del proprio territorio.
•Riordino da subito degli assetti istituzionali a partire dall’area metropolitana e dalle dimensioni aggregative delle aree vaste e dei piccoli Comuni, che vanno meglio coordinati ma non soppressi, per produrre economie e reali tagli di costi semplificando anche la non più sopportabile duplicazione di ruoli e funzioni e l’ampliarsi della dimensione pubblica di società gestionali che si sostituiscono alle attività istituzionali degli enti locali.

Riforma della sanità
•Consapevoli degli standard del sistema sanitario regionale lombardo, tra i migliori in Europa, in termini di efficacia ed efficienza, risulta improrogabile una riforma dell’assetto di governo della sanità lombarda che riallacci la rete degli erogatori al territorio. Occorre, infatti, ricostruire un forte ruolo di programmazione dell’offerta sanitaria da parte degli Enti Locali in modo da evitare le distorsioni provocate dall’eccessivo accentramento regionale in tema di governance.
•La seconda priorità in tema di sanità è rappresentata dall’urgenza di intensificare il lavoro di verifica ed analisi della spesa in modo da eliminare esistenti sacche di spreco o di inefficienza senza che ciò comporti un aumento dei costi per il cittadino. Ogni Euro erogato da Regione Lombardia, in sostanza, deve essere legato ad una responsabilità diretta di chi è chiamato a gestire una struttura o un servizio sanitario.

Riforma della burocrazia
Se la Lombardia avverte la necessità di una nuova politica “alta”, autorevole e credibile, sostenuta da un consenso largo ha bisogno anche di una burocrazia complessiva regionale che sia supporto efficiente alle scelte degli amministratori, che sappia far squadra con Stato, altre Regioni, Comuni e Provincie accorpate risolvendo e rimuovendo i troppi lacci e lacciuoli che da decenni appesantiscono l’appetibilità e la convenienza dell’investire in Lombardia.

Rimettere in moto la macchina agricola regionale
Una priorità per il rilancio delle attività economiche e per evitare il blocco della riforma della Pac con lo slittamento delle iniziative di sviluppo rurale, il ritardo dei bandi per i fondi europei e il blocco degli investimenti nel settore agroalimentare con il rischio di perdere le risorse stanziate da Bruxelles. Sempre in tema di politiche agricole occorre riportare trasparenza nel sistema delle quote latte e aggredire la questione dei nitrati di estrema attualità dopo le disposizioni introdotte con la legge di stabilità per mantenere il primato della nostra regione su scala nazionale

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