Sabato, 27 luglio 2024 - ore 03.10

Fabbrica dei Veleni, i 5 Stelle denunciano il flop della Commissione Europea

Gli eurodeputati pentastellati Borrelli, Evi e Zullo: «I cittadini non sanno se verrà effettuato il 90% della bonifica»

| Scritto da Redazione
Fabbrica dei Veleni, i 5 Stelle denunciano il flop della Commissione Europea

«Solo oggi le autorità locali ammettono che la bonifica della C&C che si trova a Pernumia, nel Padovano, non è mai cominciata e che, se tutto va bene, partirà a metà novembre. Peccato che nel giugno scorso la Commissione Europea avesse dichiarato chiusa la questione affermando che le autorità competenti (Comune di Pernumia, Provincia di Padova, Regione Veneto) avessero già provveduto ad avviare la bonifica nel 2014. Un flop enorme da parte dell’esecutivo, che non ha verificato la correttezza delle informazioni provenienti dalle autorità italiane competenti e che ora dovrebbe quantomeno monitorare l’effettivo svolgimento della bonifica del sito, anche alla luce del fatto che gli stanziamenti sono sufficienti a coprire appena il 10% dei costi totali della rimozione dei rifiuti che, stando alle stime, ammonterebbero a 12 milioni»: è quanto affermano in un’interrogazione alla Commissione Europea gli eurodeputati del Movimento 5 Stelle David Borrelli, Eleonora Evi e Marco Zullo sulla vicenda della C&C di Pernumia, tristemente nota come la Fabbrica dei Veleni.



«La C&C è stata posta sotto sequestro nel 2005 a seguito di un’indagine della Magistratura sul traffico illecito di rifiuti tossici. Circa 52mila tonnellate di rifiuti inquinanti sono presenti all’interno dell’edificio da circa 10 anni – affermano gli eurodeputati – ma nessuna misura precauzionale è stata adottata per prevenire le infiltrazioni nell’aria, in superficie e nelle falde acquifere sotterranee. Un fatto ancora più grave, se si pensa che l’edificio è situato vicino al Parco Regionale dei Colli Euganei e in una zona a elevato rischio idrogeologico».



Nel 2013, il Comitato Popolare Sos C&C aveva presentato una petizione di 2350 firme per far sì che la Commissione Europea sollecitasse le autorità italiane alla bonifica del sito e alla rimozione dei rifiuti tossici. Ma l’anno successivo l’esecutivo replicò che le autorità competenti avevano già provveduto ad avviare le operazioni di bonifica. «Una falsità – appuntano Borrelli, Evi e Zullo – come confermano le odierne notizie di stampa, secondo cui a metà novembre dovrebbero cominciare le prime operazioni di asporto di 2400 tonnellate di rifiuti tossici. Al termine dell’intervento, che dovrebbe durare un mese, rimarranno ancora 50mila tonnellate di rifiuti pericolosi all’interno dei capannoni. L’emergenza, quindi, é tutt’altro che terminata. Auspichiamo che almeno in questa fase, la Commissione Europea monitori direttamente l’attività di bonifica del sito, il cui costo totale è al momento scoperto al 90%».

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