Domenica, 05 maggio 2024 - ore 16.11

Firenze Caso Magherini Amnesty scrive al Ministro Alfano

Molte incongruenze e imprecisioni, indagini laterate

| Scritto da Redazione
Firenze Caso Magherini Amnesty scrive al Ministro Alfano

Gianni Rufini, direttore generale di Amnesty International Italia, ha scritto oggi al ministro dell’Interno Angelino Alfano, segnalando le preoccupazioni dell’organizzazione per i diritti umani in ordine alle indagini relative alla morte di Riccardo Magherini, la notte tra il 2 e il 3 marzo, a Firenze. Magherini era deceduto a seguito dell’intervento di una pattuglia dei carabinieri, accorsa dopo una crisi di panico che aveva colto l’uomo nei pressi della sua abitazione e le successive segnalazioni di alcuni cittadini. Sulla vicenda sono state avviate le indagini. Secondo quanto denunciato il 9 giugno dai familiari di Magherini, nei primissimi momenti successivi alla morte del loro congiunto sarebbero stati posti in essere atti potenzialmente idonei ad alterare il corso delle indagini. In particolare, si riporta nella denuncia, piu’ testimoni oculari avrebbero riferito di anomalie nella raccolta delle testimonianze e, in particolare, che queste sarebbero state registrate in maniera lacunosa o non prese in considerazione. Inoltre, sempre nella denuncia, si sostiene che mancherebbero alcune telefonate nei file consegnati dalla procura alla famiglia rispetto a quelli che la famiglia stessa ha ricevuto dal 118. Infine, dalla registrazione di una telefonata intercorsa fra gli operatori sanitari del 118, che la famiglia Magherini avrebbe ricevuto dall’Asl, emergerebbero incongruenze negli orari dell’intervento degli operatori del numero di emergenza. “Qualora le circostanze riferite sopra fossero confermate” – scrive Rufini al ministro Alfano - “si potrebbe essere in presenza di azioni finalizzate ad alterare il risultato delle indagini”. Per questo motivo, Amnesty International Italia chiede al ministro Alfano di voler fare tutto quanto in suo potere per assicurare che cio’ non accada e che sia fatta luce su quanto denunciato.

Fonte: Amnesty International Italia

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