Domenica, 19 maggio 2024 - ore 10.32

G7 Energia: l'Italia crocevia per la diversificazione delle forniture di gas. P.Toia

La diversificazione richiede anche uno sforzo maggiore per lo sviluppo e l'incentivo dell'utilizzo di fonti di energia rinnovabili

| Scritto da Redazione
G7 Energia: l'Italia crocevia per la diversificazione delle forniture di gas. P.Toia

Nel mezzo dei numerosi impegni di campagna elettorale torno ad occuparmi di una grande passione, di cui mi sono a lungo occupata presso il Parlamento Europeo come Vicepresidente della Commissione ITRE: l'energia. Desidero tornare sull'argomento sopratutto in seguito alle notizie che provengono da Bruxelles, dove in questo giorni si sta svolgendo una sessione del G7 dedicata all'energia, in particolare all'individuazione di fonti di approvvigionamento di gas alternative a quelle già esistenti che consentano ad un continente, l'Europa, fortemente dipendente dalle importazioni da Paesi extra-europei, di diversificare le forniture di oro azzurro. Un ruolo di primaria importanza è stato assunto proprio dall'Italia, che si è posta come il crocevia di alcune delle principali infrastrutture energetiche di cui l'Unione Europea intende dotarsi per importare gas da fonti alternative a quelle di Algeria e Russia, che, insieme, soddisfano ad oggi ben più della metà del fabbisogno complessivo di gas del nostro Paese.Come dichiarato dal Viceministro dello Sviluppo Economico De Vincenti, che ha preso parte ai lavori del G7 dell'energia, l'Italia intende in primis incrementare le importazioni di gas da Libia, Olanda ed Algeria: fornitori storici con cui il nostro Paese intrattiene da molto tempo strette relazioni in ambito energetico.Tra le infrastrutture concepite per veicolare gas da nuove fonti di approvvigionamento, la prima è il Gasdotto Trans Adriatico -TAP- progettato per veicolare in Italia dalla Grecia attraverso l'Albania 10 Miliardi di metri cubi di gas all'anno estratto in Azerbaijan. Questo progetto, con cui Enel ed Hera hanno già stretto contratti per l'acquisto di gas, è pienamente supportato dall'Unione Europea, e, una volta realizzato nel 2018, è destinato a rendere il nostro Paese l'hub del gas azero in Europa.

La seconda infrastruttura è l'Interconnettore Turchia-Grecia-Italia -ITGI- progetto parallelo alla TAP, compartecipato dalla compagnia Edison, che, come ha dichiarato De Vincenti, può esercitare un ruolo strategico per veicolare in Italia, e quindi in Europa, il gas che di recente Israele ha scoperto nei giacimenti marittimi Karish, Leviathan e Tamar, e che il Governo israeliano, col supporto di Cipro, Grecia e Turchia, è intenzionata a collocare nel mercato energetico europeo.Altro gasdotto menzionato da De Vincenti è il Southstream: infrastruttura compartecipata dall'ENI per veicolare in Italia 63 Miliardi di metri cubi di gas dalla Russia attraverso il fondale del Mar Nero, Bulgaria, Serbia, Ungheria e Slovenia. Sulla realizzazione del Southstream pesano però due incognite: la messa in mora del progetto da parte dell'UE come sanzione nei confronti di Mosca per l'aggressione militare all'Ucraina, e la recente firma di un accordo tra la Russia e la compagnia austriaca OMV che potrebbe designare il terminale di Baumgartner -e non il Tarvisio come inizialmente progettato- come punto di approdo dell'infrastruttura.Ultime delle infrastrutture concepite per la diversificazione sono rigassificatori deputati alla ricezione di gas liquefatto -GNL- proveniente da Qatar, Egitto e Stati Uniti d'America, che con l'avvio dello sfruttamento di gas shale ha incrementato sensibilmente la quantità di oro azzurro estratto dai propri giacimenti. Per ora, l'Italia possiede tre terminali per la rigassificazione del gas liquefatto: come dichiarato dall'ex-Ministro dello Sviluppo Economico Zanonato, il nostro Paese ne necessita altri per diversificare seriamente le forniture di gas e, così, decrementare il costo delle bolletta energetica per utenti privati e ceti produttivi.Il poderoso piano di diversificazione delle forniture di gas per l'Italia e per l'Europa non è però sufficiente se non sarà accompagnato dal varo di una comune politica UE dell'Energia, con uniche Istituzioni UE che consentano all'Europa di parlare sull'argomento finalmente con una voce sola. In Italia, possiamo costruire quante infrastrutture vogliamo , ma la dipendenza dell'Europa da Paesi extra-UE resterà comunque sempre considerevole finché i 28 Paesi membri continueranno ad assumere altrettante posizioni differenti in tema di energia.

Infine, la diversificazione delle forniture di gas richiede anche uno sforzo maggiore per lo sviluppo e l'incentivo dell'utilizzo di fonti di energia rinnovabili e pulite: uno scopo ambizioso che, tuttavia, se raggiunto anche solo parzialmente può dare un forte contributo alla lotta al surriscaldamento climatico, su cui, con la strategia 20-20-20, l'Europa ha preso la bandiera che, da Kyoto in poi, altri Paesi del mondo hanno invece contrastato. Il Parlamento Europeo ha già dato un segnale forte, importante e positivo anche con la road map 2050 per ribadire che nelle politiche climatiche ed energetiche si deve continuare senza tregua.

Patrizia Toia, Candidata PD al Parlamento Europeo

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