Venerdì, 26 aprile 2024 - ore 05.34

I Paesi meno sviluppati colpiti da una gamma di crisi interconnesse

Il discorso di Csaba Kőrösi, il nuovo presidente ungherese dell’Assemblea generale dell’Onu

| Scritto da Redazione
I Paesi meno sviluppati colpiti da una gamma di crisi interconnesse

Intervenendo all’Annual ministerial meeting of the Least Developed Countries, il nuovo presidente dell’Assemblea generale dell’Onu, l’ungherese Csaba KÅ‘rösi, ha detto che «Le conseguenze della pandemia di Covid-19, della guerra in Ucraina e dell’aumento dei costi del cibo stanno colpendo in modo grave e sproporzionato i Paesi meno sviluppati» (Least Developed Countries – LDCs).

KÅ‘rösi ha ricordato che «Anche prima della pandemia, molti Paesi meno sviluppati erano fuori strada nel raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) e avevano una capacità limitata di affrontare sfide complesse come il cambiamento climatico o l’insicurezza alimentare. Tuttavia, la il meeting ministeriale di quest’anno assume un significato unico poiché si svolge nel mezzo di tutta una serie di crisi interconnesse che si insinuano nel nostro mondo».

Pur osservando che «Quegli shock esterni hanno devastato la vita delle persone, invertito decenni di guadagni in termini di sviluppo e destabilizzato i governi di tutto il mondo», il diplomatico ungherese ha anche evidenziato «La buona notizia che abbiamo gli a portata di mano strumenti per incoraggiare la trasformazione. Il Doha Programme of Action, adottato a marzo durante la prima parte della fondamentale  Fifth UN Conference on LDCs, fornisce ai Paesi meno sviluppati un importante modello per superare gli impatti delle crisi globali. Traccia un percorso per i Paesi meno sviluppati per costruire resilienza e realizzare gli obiettivi di sviluppo sostenibile,  ma per arrivarci, dobbiamo lavorare insieme per garantire che il programma d’azione di Doha sia attuato. Non c’è tempo da perdere». Ed è strano sentir dire a quello che fino a ieri è stato il rappresentante di un governo di destra e sovranista ammirato da Meloni e Salvini, che teorizza l’”Europa fortezza” e costruisce barriere anti-migranti e che ha tagliato drasticamente i contributi per la cooperazione internazionale al grido di “prima gli ungheresi” che «Tutti devono contribuire. I Paesi meno sviluppati devono fare la loro parte e, a loro volta, i partner per lo sviluppo devono portare a termine il loro impegno inequivocabile nel programma d’azione di Doha. Mentre i Paesi più vulnerabili lottano per affrontare problemi globali non causati da loro, ora è il momento della solidarietà e del sostegno. La 77esima sessione [dell’Assemblea generale dell’Onu] sarà la chiave per plasmare il futuro che vogliamo».

Da parte sua, KÅ‘rösi ha promesso che «L’agenda dei Paesi meno sviluppati resterà una priorità della mia Presidenza» e ha annunciato la sua intenzione di riunire nuovamente il  Board of Advisers for LDCs, landlocked developing countries (LLDCs) e mall island developing States (SIDS) «Per dare input sostanziali sui bisogni e le priorità di quei Paesi nel contesto dei processi e degli eventi dell’Assemblea generale».

KÅ‘rösi ha anche annunciato imminenti consultazioni per preparare il SDG Summit nel settembre  2023 e il Summit of the Future nel 2024. Inoltre, l’Assemblea valuterà l’ SDG 6 su acqua pulita e servizi igienico-sanitari alla prima Conference on Water  dell’Onu che si terrà dopo quella del 1977 e si concentrerà sul Sendai Framework per creare un pianeta più resiliente ai disastri. «In tutti questi sforzi, la valutazione integrata del rischio, la conoscenza e la gestione sono essenziali. Mi impegno a dare il massimo sostegno per garantire che quegli eventi siano ben preparati e portino a risultati tangibili».

Il segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha riconosciuto che «L’Annual ministerial meeting of the Least Developed Countries si svolge in un momento di pericolo globale,nel quale i paesi meno sviluppati stanno sopportando il peso maggiore. Dai conflitti alle catastrofi climatiche e dalla povertà incontrollata alle crescenti disuguaglianze e un sistema finanziario globale affastellato contro i Paesi meno sviluppati, il Programma d’azione di Doha ci ricorda che la ripresa globale dipende dal fatto che questi Paesi ottengano il sostegno di cui hanno bisogno».

Il capo dell’Onu ha chiesto «Investimenti coraggiosi nei sistemi sanitari, educativi e di protezione sociale; riforma dell’architettura finanziaria; creazione di posti di lavoro, in particolare nelle economie digitali, assistenziali e green; uguaglianza di genere per ragazze e donne; supporto per porre fine alla dipendenza dai combustibili fossili e avviare una transizione verso l’energia rinnovabile. Lo sviluppo sostenibile non può aspettare».

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