Giovedì, 25 aprile 2024 - ore 09.09

I paradisi fiscali ci sono anche qui da noi nella vecchia Europa di Sergio Cofferati

I recenti scandali hanno dimostrato il ruolo centrale giocato dai paradisi fiscali nei meccanismi di elusione ed evasione fiscale e di riciclaggio di denaro.

| Scritto da Redazione
I paradisi fiscali  ci sono anche qui da noi nella vecchia Europa di Sergio Cofferati

I Panama Papers hanno mostrato come lo studio legale Mossack Fonseca suggerisse ai suoi clienti, per nascondere la loro ricchezza, l’uso di società di facciata in specifici paradisi fiscali.Il fenomeno messo in luce è davvero globale: delle più di 200.000 società di copertura che lo studio panamense aveva creato, solo il 20% erano stabilite a Panama, mentre la stragrande maggioranza era in altri paesi, inclusi stati europei. Anche Bahamas Leaks e Football Leaks hanno dimostrato l’ampiezza dell’uso di paradisi fiscali, sottolineando anche il ruolo negativo di alcuni paesi europei, come l’Olanda.

I paradisi fiscali rappresentano un fenomeno globale, non estraneo all’Unione Europea o ai paesi sviluppati. L’indice di segretezza finanziaria gestito dalla rete per la giustizia fiscale e l’elenco dei più rilevanti paradisi fiscali per le società prodotto da Oxfam includono ai primi posti diversi paesi europei (per esempio il Regno Unito, il Lussemburgo, l’Olanda e l’Irlanda) nonché importanti partner commerciali della Ue (a partire da Svizzera e Stati Uniti). È molto difficile quantificare la dimensione della ricchezza nascosta e dei profitti trasferiti nei paradisi fiscali. In ogni caso alcune stime illustrano l’ampiezza e la gravità del fenomeno. Secondo l’economista francese Gabriel Zucman l’8% della ricchezza degli europei è conservata offshore (una cifra superiore ai 7 trilioni di dollari) e questo causa una perdita agli stati europei di più di 200 miliardi di dollari all’anno. L’elusione fiscale da parte di multinazionali costerebbe in aggiunta fino a 190 miliardi di euro ogni anno. Una sottrazione di risorse insostenibile e inaccettabile, sempre e ancor più in questo periodo di crisi economica e di sofferenza da parte dei cittadini europei.

Di fronte a un quadro di tale gravità, le misure messe in campo finora per contrastare i paradisi fiscali sono state del tutto inefficaci. I governi hanno accompagnato dichiarazioni pubbliche roboanti con una totale assenza di coraggio. È invece oggi necessario e improrogabile, anche per reperire le risorse necessarie per un reale piano di investimenti, mettere in campo al più presto strumenti efficaci di contrasto ai paradisi fiscali ed ai meccanismi di evasione ed elusione fiscale. Il Parlamento Europeo ha proposto in questo senso diversi strumenti che consentirebbero importanti passi avanti (a partire dalla rendicontazione pubblica paese per paese, dalla trasparenza sui beneficiari effettivi delle imprese e da sanzioni forti contro le giurisdizioni non cooperative), tuttavia i governi europei stanno bloccando o annacquando tali soluzioni.

Dopo i recenti gravissimi scandali, ai governi spetta oggi la responsabilità di approvare al più presto queste necessarie misure e di ingaggiare una lotta vera contro evasione ed elusione. Il primo elemento da affrontare sarà quello dei paesi europei che operano come paradisi fiscali, a partire da Regno Unito, Lussemburgo, Olanda, Irlanda, Cipro e Malta. Senza risolvere questo problema, ogni azione europea in campo internazionale non sarebbe credibile, ma risulterebbe anzi ipocrita e inefficace.

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