C'è qualcuno che ha interesse ad annichilire la lotta dei lavoratori presso il Deposito Centrale IKEA di Piacenza - che prosegue e si rafforza con la solidarietà di tutti coloro che la stanno appoggiando anche oltre lo stesso territorio piacentino - attraverso un meschino e vano tentativo di circoscriverla e criminalizzarla.
Il sostegno che i lavoratori hanno ricevuto nel corso di queste settimane, sia nei momenti di mobilitazione davanti ai cancelli del Deposito, sia attraverso una campagna di denuncia portata davanti ai negozi IKEA in varie città della penisola, è li a dimostrare che non sono soli.
Qualcuno è interessato a trasformare un problema di ordine sociale in un problema di ordine pubblico, dando dei violenti a chi la violenza la subisce ogni giorno perché sfruttato e calpestato nei suoi diritti.
Le nuove manganellate e cariche di polizia e carabinieri di venerdì 2 novembre ai lavoratori seduti pacificamente a terra, stretti e incatenati tra loro come l?unità che hanno saputo costruire per affermare le proprie ragioni, non sono che un?altra forma di violenza che vorrebbe ricondurre al silenzio questa battaglia.
Un silenzio che non avranno mai, perché il rumore è destinato a crescere se non ci sarà uno sbocco praticabile e senza ritorsione alcuna verso gli operai.
I lavoratori in lotta al Deposito IKEA sono un problema di ordine sociale nella misura in cui sono calpestati nel salario e nella dignità. Il torto che stanno affrontando è andato ben oltre i limiti della mera vertenzialità sindacale, semplicemente perché vorrebbero distruggere il sindacato che hanno costituito, facendo fuori delegati e lavoratori più attivi.
Salario, diritti e dignità stanno alla base della grande lezione di civiltà, coerenza e forza che questi lavoratori stanno dando ai loro dietrologi.
La solidarietà che altri lavoratori stanno corrispondendogli è esattamente la stessa che loro, in altre occasioni, hanno saputo dare a chi ne aveva bisogno. Si chiama solidarietà di classe e non sarà certo qualche benpensante in doppio petto a screditarla con le sue idiote dichiarazioni.
Alle botte in testa gli operai rispondono con la testa, anche se contusa, e rimandano al mittente le accuse di violenti, facinorosi ed irresponsabili fatte dei vari paladini di turno della?democrazia? e delle ?libertà?.
La democrazia noi la misuriamo sulle condizioni materiali di vita e di lavoro che viviamo in questo paese e non su vuote enunciazioni buone solo a fregare chi lavora e produce.
Mentre IKEA e CGS puntano ad estrometterci dal Deposito con azioni disciplinari e ricattano quelli che di noi stanno lavorando obbligandoli a togliere la tessera da nostro sindacato; mentre organizzano la raccolta di lavoratori in punti della città per farli entrare in pullman scortati dalla polizia; mentre prendiamo le botte dai ?tutori dell?ordine? che non ci proteggono; mentre si gioca sulla nostra pelle e su quelle delle nostre famiglie; noi ribadiamo che siamo più che consapevoli delle nostre ragioni e del fatto che possiamo contare solo sulle nostre forze e su quelle di chi ci sostiene.
Vogliamo, quindi, ringraziare tutti gli operai, le forze politiche, sindacali e sociali che ci stanno appoggiando, a Piacenza come altrove, e che ci hanno fatto pervenire la loro solidarietà.
Terremo aggiornati tutti sugli sviluppi della situazione nei prossimi giorni ed invitiamo, coloro che possono, a partecipare alla manifestazione che terremo a Piacenza mercoledì 7 Novembre 2012, con partenza alle ore 17.30 da Giardini Margherita (davanti alla stazione ferroviaria)
SIAMO UNITI!
SI:COBAS Deposito Centrale IKEA di Piacenza
Piacenza, 04/12/2012
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