Mercoledì, 24 aprile 2024 - ore 08.38

Il Classico nella Modernità: due incontri al Museo Archeologico

Gli appuntamenti si terranno venerdì 13 e venerdì 20 aprile

| Scritto da Redazione
Il Classico nella Modernità: due incontri al Museo Archeologico

Venerdì 13 e venerdì 20 aprile, alle ore 18, al Museo Archeologico “San Lorenzo” si terranno due conferenze sul tema Il Classico nella Modernità, relatrici Raffaella Colace e Elena Cappellini, che dedicheranno i propri interventi rispettivamente all’ambito artistico e a quello letterario.

 Le rovine come paesaggio emotivo nella pittura moderna è l’argomento che Raffaella Colace tratterà nel corso del primo appuntamento. Testimoni di una grandezza perduta? Oggetto di conoscenza e studio di antiche civiltà? Simbolo della precarietà di ogni opera umana e della vita stessa? Ognuna di queste chiavi interpretative, spesso intrecciate l’una all’altra, trova spazio nella pittura di rovine. Dalla percezione delle rovine dell’uomo rinascimentale, sino alla visione preromantica, l’incontro cercherà di mettere a fuoco la ‘dimensione’ emotiva dei ruderi antichi, così come essa andrà affermandosi soprattutto nel secondo Settecento, quando il ‘paesaggio di rovine’ sarà presentato in chiave affettiva, impregnandosi di una sensibilità legata alla malinconia, anche alla luce delle riflessioni teoriche di Denis Diderot e di René de Chateaubriand. Un percorso che si snoderà attraverso la presentazione di opere di grandi maestri quali, solo per citarne alcuni, Jan Gossaert e i suoi amici olandesi, che nel Cinquecento scoprivano Roma e le sue meraviglie, Poussin e Lorrain, cantori di campagna romana costellata di antichità, il visionario Piranesi ed il nostalgico Hubert Robert.

 Intervento in ambito letterario venerdì 20 aprile con Sulla scia di Ulisse. Metamorfosi di un eroe nella letteratura moderna e contemporanea a cura di Elena Cappellini. Figura del viaggio e del ritorno, della conoscenza e dell’esperienza, dell’astuzia, dell’intelligenza e dell’imbroglio, Ulisse non ha mai smesso di interrogare critici, poeti e narratori, segnando l’immaginario occidentale e non solo. Nelle sue molteplici metamorfosi, da Dante a Tasso, da Joyce a Derek Walcott, l’eroe di Itaca ha attraversato tre millenni di storia, incarnandone i mutamenti, i rivolgimenti e le ferite più profonde. Ma questo viaggio senza fine non era in fondo il destino prefiguratogli dall’indovino Tiresia nell’undicesimo libro dell’Odissea?

 

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