Venerdì, 17 maggio 2024 - ore 06.41

Il diritto alla parola. RAR

In una democrazia compiuta e realizzata, il diritto alla parola, per esprimere il proprio pensiero, diventa inalienabile; coincide e si conclude con l’affermazione della propria libertà, che, nella parola ritrova il modo di esprimere il proprio pensiero.

| Scritto da Redazione
Il diritto alla parola.   RAR

Ma anche la libertà ha i suoi limiti e confini, che coincidono con le libertà altrui; se la libertà di un singolo soverchia e sovrasta le libertà degli “altri” allora si tratta di abuso della propria libertà, sconfinando nel libertinaggio.  Accade che nell’esercizio della propri libertà venga mortificata la libertà altrui, come è accaduto con la penosa esibizione di Matteo Salvini che così si è espresso: “I vescovi facciano il loro mestiere, senza rompere le palle ai sindaci”. Analogo concetto poteva essere espresso senza cadere nel blasfemo e nell’offesa alla libertà di quella maggioranza italiana che nei vescovi ritrovano una guida, un insegnamento, una ispirazione. Qualche vescovo può anche venir meno ai suoi doveri, ma nessuno autorizza di fare di tutte le erbe un fascio: se una madre sbaglia nel suo comportamento, non è insultando tutte le madri che si risolve il problema.

Dovrebbe esistere una norma che limita il diritto alla parola, quando questa serve solo a seminare zizzania, e in realtà una simile norma già esiste e si conferma   nella censura che ognuno di noi può e deve esercitare nei confronti di chi profitta di una immeritata visibilità, per offendere i sentimenti altrui.

In questa Italia lasciata allo sbando abbiamo assistito alla nascita dell’anti-politica, che mette in grande evidenza un fattore furbescamente ignorato; si tratta dell’anti-democrazia che  ha alterato tutti i rapporti che dovrebbero essere intangibili in una democrazia parlamentare.  La censura viene esercitata solo a difesa di una casta che aspira alla impunità penale, attraverso un preteso diritto a non essere indagati, neanche per reati platealmente documentati. Così anche l’abuso della libertà di parola diventa una consuetudine. Se la censura fosse esercitata dalla base democratica, isolando i profittatori della parola, allora si otterrebbe un autocontrollo in grado di distinguere il grano dall’oglio.

L’interpretazione del concetto di democrazia è il problema più importante della filosofia politica ed oggi è diventato il problema centrale verso il quale tutti gli altri convergono e senza del quale gli altri non possono trovare una stabile e sicura soluzione.

Nell’uso comune questo termine sta ad indicare una filosofia della vita sociale e politica, ma vi è più di una maniera di formulare questa filosofia.

Vi è la maniera socialista di intendere la democrazia come nel sistema comunista, condannato dalla storia, che ha partorito le “democrazie popolari”, ben lontane dallo spirito popolare e dal popolo, accentratrici del potere nella sfera dello Stato e finite con il diventare feroci e repressive dittature non del proletariato, bensì delle oligarchie al potere.

Vi è la concezione liberale con la sua degenerazione nel liberismo della democrazia, anch’essa accentratrice del potere, ma nelle mani delle classi più ricche e più forti, sfruttatrici del lavoro che viene considerato come merce da vendere e da comprare.

Vi è ancora la pretesa di confondere la democrazia con il diritto di aggredire quanti seguono una via di corretto confronto dialettico, cadendo nella blasfemia utili solo a raccogliere consensi di quei pochi che condividono quel metodo.

Vi è, infine, la concezione umanistica della democrazia che vuole equilibrare le sorti dell’intero popolo in un mutuo rispetto dei ruoli, senza prevaricazioni e/o lotte di classe; è la concezione che fa capo all’idea del corporativismo sociale, prima, e del cooperativismo cattolico e della solidarietà tra gli uomini, quegli uomini che compongono il “popolo”, stante il fatto che la democrazia è governo del popolo, con il popolo e per il popolo.

Salvini ha esercitato il suo diritto di offendere, non considerando che, fortunatamente, questo esercizio di blasfemia finirà con il ritorcersi contro di lui.

Rosario Amico Roxas

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