Mercoledì, 08 maggio 2024 - ore 04.04

Dov’è l’oro della Banca d’Italia ? RAR

Si tratta di verificare l’esatto ammontare delle riserve auree che dovrebbero giacere nel caveau della Banca d’Italia.

| Scritto da Redazione
Dov’è  l’oro della Banca d’Italia ? RAR

Nutro la motivata preoccupazione che c’è nell’aria uno scandalo che farà impallidire il Mose, Expo, mafia capitale, nonché tutte le altre forme di latrocinio che hanno “rallegrato”  la cronaca nazionale.

Uno scandalo che farà impallidire anche quello che travolse la Banca Romana nel 1893, quando la Banca Romana venne scoperta avere stampato moneta in quantità doppia di quanto ordinato dal governo, con lauti guadagni dei ladroni di allora.

Adesso il fumus di uno scandalo emerge non tanto da fatti ben precisi, bensì da inadempienze senza alcuna giustificazione; ben sapendo quale risma di pubblici ladroni ha governato l’Italia in questi ultimi venti anni, sorge pesantemente il dubbio che ci sia l’aria di una scandalosa possibile appropriazione indebita, a meno che non vengano effettuati controlli, che, fin ora,  sono stati latitanti.

Si tratta di verificare l’esatto ammontare delle riserve auree che dovrebbero giacere nel caveau della Banca d’Italia.  Un documento ufficiale della Banca d’Italia  (http://www.bancaditalia.it/media/approfondimenti/documenti/riserve-auree.pdf )

certifica che la riserva è costituita da 2.452 tonnellate. Alla fine del 2013 il valore complessivo delle riserve auree era di quasi 69 miliardi di euro a prezzi correnti (871,22 euro per oncia di oro fino).

Nella sua dettagliata relazione la Banca d’Italia rivela che 1.194,40 tonnellate (pari a quasi la metà) sono stivate nei caveaux della sede di Palazzo Koch, in Via Nazionale a Roma.

La restante parte è immagazzinata  presso i depositi della Federal Reserve di New York.

La relazione aggiunge che, in parti più modeste, l’oro italiano è conservato presso la Banca d’Inghilterra a Londra e presso la Banca Nazionale Svizzera a Berna.

Tornando al documento della Banca d’Italia: NON SONO SPECIFICATE le quantità esatte di oro depositato a New York, Londra e Berna.

E arriva il paradosso, affermato sempre nel documento ufficiale della Banca d’Italia: infatti sostiene che revisori esterni controllano le riserve auree di Palazzo Koch, sede della Banca d’Italia (ma chi controlla i controllori ?), annualmente, in concomitanza con altre tipologie di carattere monetari e finanziario.

Questi revisori esterni, però, non hanno la facoltà di esaminare le riserve auree fisiche italiane detenute presso paesi stranieri.

Queste riserve sono “controllate” tramite reports (attestazioni) rilasciati in forma di documenti ufficiali, ogni anno, dalle Banche Centrali che detengono il nostro oro. In buona sostanza le nostre riserve auree all’estero non sarebbero oggetto di revisione contabile “fisica” da parte di propri rappresentanti designati, con ampio margine discrezionale di chi occupa il palazzo Chigi.

Nessuno si è mai preoccupato di controllare questi depositi, specialmente quelle estere, per i quali il potere del governo italiano diventa unico e assoluto; da qui la mia convinzione che all’orizzonte c’è la nera nube dello scandalo, madre di tutti gli scandali.

Cosa mi aspetto ? Che venga effettuato  un rigoroso controllo con riscontri e verifiche accertate.

Cosa temo che accada ? Un silenzio tombale coprirà ogni ipotesi scandalistica, mentre un silenzio omertoso soffocherà ogni legittimo diritto di sapere.

Rosario Amico Roxas

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