Venerdì, 29 marzo 2024 - ore 00.48

Il PD di Crema scrive a Bruttomesso sull'accorpamento dei Servizi Comunali

| Scritto da Redazione
Il PD di Crema scrive a Bruttomesso sull'accorpamento dei Servizi Comunali

Alla c.a. del Sindaco di Crema dott. Bruno Bruttomesso
Alla c.a. del Presidente della Consulta territoriale Gian Pietro Denti
Accorpamento dei servizi comunali: Si faccia presto un incontro con tutti i sindaci.
In queste settimane molti Comuni sotto i 5.000 abitanti sono alle prese con cambiamenti importanti rispetto alle manovre degli ultimi due anni, in particolare le manovre dell’estate appena passata.
Dico questo perché si levano delle grida d’aiuto da parte di molti amministratori, sia di Centrodestra che Centrosinistra. Quindi, è un tema che interessa tutti e deve interrogare non solo la Regione sul ruolo che può avere per aiutare ad accompagnare i processi di gestione associata e anche un pezzo di cambiamento del modo di comportarsi della nostra Pubblica Amministrazione, ma anche la Provincia e il nostro territorio.
Entro la fine dell’anno, infatti, i Comuni devono provvedere all’accorpamento di alcuni servizi fondamentali attraverso la costituzione delle Unioni municipali o l’associazioni tra Comuni con meno di mille abitanti. Un obbligo che discende dalla legge 148 del 13 agosto 2011 recante misure urgenti per la Stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo.
Nello specifico, il decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, “Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica”, convertito con modifiche dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, in particolare all’articolo 14:
-i commi 28, 29 e 31 che impongono e disciplinano l’obbligo per i comuni con popolazione superiore a 1.000 e fino a 5.000 abitanti di esercitare in forma associata le loro funzioni fondamentali come definite all’articolo 2, comma 3, della legge 5 maggio 2009, n. 42, “Delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell'articolo 119 della Costituzione”;
-il comma 30 che affida alle Regioni il compito d’individuare con propria legge, previa concertazione con i comuni interessati nell'ambito del Consiglio delle autonomie locali, la dimensione territoriale ottimale e omogenea per area geografica per lo svolgimento, in forma obbligatoriamente associata da parte dei comuni con dimensione territoriale inferiore a quella ottimale, delle funzioni fondamentali;


Inoltre, il decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, “Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo”, convertito con modifiche dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, in particolare l’articolo 16 che:

-impone e disciplina per i comuni con popolazione fino a 1.000 abitanti l’obbligo di esercitare in forma associata la totalità delle funzioni e servizi ad essi pertinenti, tramite unione di comuni (con conseguente decadenza delle giunte comunali) ovvero tramite convenzione;
-estende l’applicazione delle disposizioni vigenti per i comuni in  materia di patto di stabilità interno a tutti i Comuni con popolazione superiore ai 1.000 abitanti a decorrere dall’anno 2013, nonché alle unioni di comuni costituite da Comuni con popolazione inferiore ai 1.000 abitanti a partire dall’anno 2014;


Preso atto che è fuorviante applicare la categoria del “taglio dei costi della politica” in riferimento alle funzioni esercitate dai piccoli Comuni in quanto ciò produce il tentativo di “fare cassa” a danno del diritto di ogni cittadino all’adeguatezza dei servizi pubblici ed ostacola oggettivamente interventi effettivi per la razionalizzazione e il miglioramento qualitativo nell’erogazione degli stessi, risulta evidente che, tale normativa, presenta alcune incongruenze soprattutto perchè prevarica le competenze regionali e mette in mora la vigente legge regionale in materia di gestione associata delle funzioni e dei servizi comunali.

Tale situazione crea molta confusione tra i Comuni e soprattutto apprensione, unitamente all’imminente scadenza dei termini per i primi adempimenti previsti dalla normativa statale a carico dei Comuni nonché della Regione.

Sappiamo inoltre che si è tenuta un incontro dell’ufficio di Presidenza della consulta territoriale nel quale, il Comune di Crema, si è “chiamato fuori” rispetto a tali decisioni poiché non lo interessano direttamente, dimostrando, di fatto, di non voler ricoprire ed assumere il ruolo di Città capofila del territorio.
Per questi motivi riteniamo indispensabile ed urgente che il Sindaco di Crema, in quanto sindaco della città che dovrebbe essere punto di riferimento dell’intero territorio cremasco, si faccia interprete di questa situazione presso il  Presidente della consulta territoriale del Cremasco e il Presidente della Provincia con l’obiettivo di  convocare insieme un incontro informativo e chiarificatore per tutti i sindaci del territorio, al fine di costruire insieme un’azione condivisa in vista di queste importanti scadenze, anche alla presenza dei consiglieri regionali del territorio e gli uffici regionali competenti.

Invitiamo inoltre il Sindaco di Crema a prendere parte ai lavori del convegno promosso da Anci Lombardia proprio sul tema  della gestione dei servizi associati previsto per mercoledì 9 novembre a Gombito.


Stefania Bonaldi – capogruppo PD Crema
Matteo Piloni – consigliere comunale


 

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