Giovedì, 25 aprile 2024 - ore 02.49

Il turismo post Covid e la guerra in Ucraina. La ripresa può essere solo sostenibile

Abdulla Shahid: il turismo ha un ruolo profondamente comunitario e umano

| Scritto da Redazione
Il turismo post Covid e la guerra in Ucraina. La ripresa può essere solo sostenibile

Aprendo l’High-Level Thematic Debate on Sustainable Tourism – “Putting sustainable and resilient tourism at the heart of an inclusive recovery”, il presidente dell’Assemblea generale dell’Onu, il maldiviano Abdulla Shahid, ha ricordato che «Mentre iniziamo il lungo viaggio di ripresa dal Covid-19, ci troviamo di fronte a un’opportunità essenziale non solo per riavviare il turismo – da cui così tanti dipendono per il lavoro e i mezzi di sussistenza – ma per trasformarlo, per costruire un settore turistico globale che sia più sostenibile, più resiliente e più responsabile. L’impatto della pandemia di Covid-19 sul turismo e sulle economie dipendenti dal turismo è stato senza precedenti. Con la mobilità interrotta bruscamente durante gli storici lockdowns globali, l’intero settore turistico si è fermato. Dato il contributo del settore alla crescita e allo sviluppo sostenibile, questo è stato un colpo devastante per l’economia globale. Nel 2019, prima della pandemia, il turismo contribuiva con 3,5 trilioni di dollari al PIL globale.Si stima che il precipitoso calo durante la pandemia sia costato fino a 120 milioni di posti di lavoro. Sebbene sia facile riassumere in numeri una tale devastazione, non è così facile rendersi conto del il tributo complessivo che ha richiesto a persone e comunità, sui servizi persi e su quando si sono prosciugate le entrate dei governi. Questo è successo in particolare in molti piccoli Stati insulari e Paesi meno sviluppati che dipendono e rimangono fortemente dipendenti dal turismo per le entrate del governo».

Shahid ha evidenziato che «Economia a parte, se guardiamo oltre le cifre, riconosciamo il ruolo profondamente comunitario e umano che svolge il turismo. Viaggi e turismo ci connettono e ci uniscono; costruiscono ponti e facilitano gli scambi interculturali; promuovono la pace e la solidarietà attraverso i continenti e le frontiere. E’ stato riconoscendo l’importanza umana, culturale ed economica di questo settore, che anche durante i giorni più bui della pandemia, abbiamo escogitato metodi creativi per sostenere il turismo. Sia attraverso la creazione di “bolle di viaggio”, “tour digitali”, “passaporti vaccinali” o “corridoi resilienti”, abbiamo trovato un modo. E a loro volta questi sforzi ci hanno aiutato a superare la tempesta della pandemia negli ultimi due anni. Trovo incoraggiante che mentre la pandemia svanisce, il settore del turismo sta riprendendo. Parla al bisogno umano di connettersi, esplorare, sperimentare».

Tuttavia, mentre il turismo si sta riprendendo, il presidente dell’Assemblea generale dell’Onu ha invitato a riflettere sulla sua direzione futura dell’industria turistica: «Mentre possiamo riconoscere e celebrare l’importanza economica del turismo in tutto il mondo, dobbiamo anche affrontare le sfide e i danni che di conseguenza vengono inflitti al pianeta. Sappiamo che i nostri oceani altrimenti incontaminati sono pieni di plastica. Sappiamo che i viaggi e altre attività legate al turismo contribuiscono alle emissioni di carbonio. Sappiamo che molte delle comunità e dei siti storici amati dai turisti in tutto il mondo sono vulnerabili al clima e ai disastri e hanno bisogno di supporto per costruire la resilienza. E sappiamo che gli ecosistemi e la fauna nei quali ci immergiamo sono a rischio, o persi del tutto, a causa dell’attività umana».

Secondo l’Environment’s Green Economy Report Onu «In uno scenario ‘business as usual’, entro il 2050, il turismo dovrebbe generare un aumento del 154% nel consumo di energia, del 131% nelle emissioni di gas serra, del 152% nel consumo di acqua, e il 251% nello smaltimento dei rifiuti solidi – ha evidenziato Shahid –

Non possiamo permettere che questo continui. Non dobbiamo riavviare il turismo globale in maniera business-as-usual, dobbiamo essere più ambiziosi di così, più responsabili di così. L’attuale ripresa di questo settore a cui stiamo assistendo in tutto il mondo rappresenta un’opportunità per trasformare il settore e per massimizzare il suo contributo alla realizzazione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, dell’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, del global biodiversity framework, e di altri quadri e accordi concordati a livello internazionale».

Rivolgendosi ai leader politici e del turismo presenti al convegno, Shahid ha concluso: «Oggi abbiamo l’opportunità di condividere le migliori pratiche e le lezioni apprese, sia nelle politiche che nelle pratiche, e garantire che il nostro divertimento, la nostra celebrazione e la nostra esplorazione non arrechino danno… e cerchino sempre di proteggere quello a cui teniamo. Ciò significa affrontare nei nostri sforzi gli impegni nell’ambito degli Obiettivi di sviluppo sostenibile e dell’Accordo di Parigi; significa rafforzare l’inclusione e l’empowerment delle comunità locali e indigene, delle microimprese e delle industrie creative locali, in particolare quelle guidate dalle donne e che danno potere ai giovani. Oggi, invito tutti gli stakeholders a cogliere ogni opportunità per trasformare il settore turistico e ad adottare un approccio più sostenibile, inclusivo e responsabile. Il momento di agire audacemente è ora, e tutte le idee sono benvenute. La mia speranza è che attraverso le nostre discussioni odierne, possano essere identificate nuove misure pratiche e possano emergere nuovi partenariati per rafforzare i nostri sforzi di trasformazione, in particolare per i Paesi dipendenti dal turismo in tutta l’Africa, nei piccoli Stati insulari in via di sviluppo, nei Paesi in via di sviluppo senza sbocco sul mare, nei Paesi meno sviluppati, così come molti Paesi a reddito medio. Costruiamo il nostro slancio nel riaccendere il settore turistico per rinnovare l’impegno dei governi, dei partner del settore privato, della comunità internazionale e di tutti gli  stakeholders  nella costruzione di un settore turistico globale più resiliente, inclusivo e sostenibile. Sia che desideriamo ardentemente una primavera di rinnovamento, o un’estate di celebrazioni e festeggiamenti; sia che ci stiamo imbarcando in una nuova avventura, sia che stiamo riscoprendo e riconnettendoci con amici, familiari e conoscenti, assicuriamoci di farlo in modo responsabile, per noi stessi, gli uni per gli altri e per il nostro pianeta».

Il segretario generale della World Tourism Organization (WTO), Zurab Pololikashvili, ha fatto notare che «L’attuale crisi energetica contribuisce alla vulnerabilità del settore turistico», ma ha anche evidenziato che «Gli investimenti nel turismo sono anche investimenti per la pace. Il turismo è particolarmente importante per i mezzi di sussistenza delle donne, dei giovani e delle comunità rurali. E’ necessario un nuovo e sostenibile equilibrio tra le esigenze a breve termine dei turisti e le esigenze a lungo termine delle comunità. Il turismo può portare a un cambiamento positivo».

Il direttore dell’urban, disaster risk management, resilience and land global practice della Banca mondiale, Sameh Wahba, ha parlato di città e comunità sostenibili inclusive e resilienti e ha sottolineato: «Poiché il turismo impiega il 10% della forza lavoro globale, offre importanti opportunità per le donne, le comunità rurali e le piccole imprese. La Banca mondiale fornisce sostegno alle nazioni per promuovere il turismo sostenibile a beneficio delle comunità povere e preservare la cultura, il patrimonio e l’ambiente».

La vicesegretaria generale dell’Onu, Amina Mohammed ha concluso: «Il turismo è in subbuglio, in gran parte a causa della pandemia di Covid ma anche in contesti di conflitto, inclusa l’Ucraina. La sostenibilità rimane al centro del turismo, ma occorre che il settore si trasformi in una forza positiva nell’attuazione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile».

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