Venerdì, 19 aprile 2024 - ore 21.40

Il Volontariato tra cittadinanza attiva, cura del bene comune e progetti sul territorio con le buone pratiche

Presentati due percorsi che hanno coinvolto i cittadini in un rapporto paritario con la pubblica amministrazione, segno che lo sviluppo di forme di cittadinanza attiva diventano sempre più patrimonio del volontariato cremonese.

| Scritto da Redazione
Il Volontariato tra cittadinanza attiva, cura del bene comune e progetti sul territorio con le buone pratiche Il Volontariato tra cittadinanza attiva, cura del bene comune e progetti sul territorio con le buone pratiche

Nell’ambito del ciclo d’incontri “I mercoledì in provincia” si è svolto nella sala del Consiglio di via Vittorio Emanuele, l’incontro “Il Volontariato Post-Moderno. Tra informalità e spontaneità le buone prassi di cittadinanza attiva e gestione del bene comune” promosso da CSV Lombardia Sud.

Dopo il saluto, è intervenuta Luisella Lunghi Presidente del CSV per ribadire l’importanza dell’impegno culturale nel diffondere i valori del volontariato nel contesto sociale attuale.

È seguita la relazione di Chiara Anselmi: l’operatrice dell’area cultura di CSV Lombardia Sud ha delineato le caratteristiche peculiari del “volontariato post-moderno”, in altre parole l’attitudine dei cittadini a farsi carico dei problemi della comunità con modalità più leggere, episodiche e flessibili, in contrapposizione alle forme di volontariato più tradizionale e organizzato, dove la militanza e la continuità del servizio fanno la differenza.

L’incontro è proseguito con l’intervento di Donatella Boccali, responsabile del Centro Quartieri e Beni Comuni del Comune di Cremona. Boccali ha presentato il “Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e Amministrazione per la cura, la rigenerazione e la gestione condivisa dei beni comuni urbani”, uno strumento attuato nel 2018 e finalizzato a promuovere e disciplinare in forma chiara le modalità di partecipazione attiva dei cittadini e delle realtà associate per la cura degli spazi pubblici, riconoscendo la ricchezza delle diverse esperienze già presenti a livello locale. Le attività previste dal regolamento sono svolte nell'ambito di patti di collaborazione che disciplinano nel dettaglio le forme di azione e le diverse responsabilità. Proprio i ‘patti di collaborazione’ sono stati l’oggetto delle due testimonianze seguite.

Maria Chiara Rizzi, genitore, ha presentato il patto di collaborazione che ha portato alla realizzazione del ‘Kit delle feste’ in una scuola per l’infanzia: una dotazione di giochi, collocati all’interno di una casetta di legno negli spazi della scuola Martiri di fronte a Parco Sartori. L’idea è nata con l’obiettivo di fare conoscere Parco Sartori come risorsa di incontro per famiglie e bambini, per diffondere nella cittadinanza la consapevolezza dell’importanza della cura del Parco come spazio pubblico e come bene comune, per sostenere le famiglie nell’organizzazione di momenti di festa rivolti ai bambini e per collaborare con la scuola per aumentare la partecipazione e il protagonismo delle famiglie. I nuclei familiari possono utilizzare gratuitamente questi materiali per animare feste e momenti ludici, sia perché il parco è il punto di riferimento per la vicina scuola, sia perché viene vissuto dai bambini come uno luogo di gioco sicuro e protetto.

La seconda testimonianza è stata presentata da Davide Soregaroli dell’Associazione ‘Città Rurale’. Soregaroli ha raccontato l’esperienza di costruzione del patto con il Comune a partire dalla rete territoriale del Quartiere 1. Il patto ha come finalità la cura delle api come bene comune da preservare. Le api sono infatti di fondamentale importanza nell’ecosistema e il loro mantenimento rappresenta un aiuto a favore della biodiversità. Il patto si propone inoltre di attivare la cittadinanza su azioni di partecipazione alla vita della comunità, volte in particolare alla tutela dell'ambiente, attraverso momenti informativi e corsi sull’apicoltura urbana.

La proposta nasce per porre un rimedio alla moria di api senza precedenti, causata dal sempre più massiccio utilizzo di pesticidi, ma anche dai cambiamenti climatici e delle monoculture agricole che impoveriscono l’ambiente; da qui quindi il progetto di “Cremona Urban Bees” aperto a tutti i cittadini interessati.

 

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