Venerdì, 06 dicembre 2024 - ore 09.22

In India aperte nuove vie al dialogo sullo sviluppo

Una novantina di accademici, attivisti dello sviluppo e studenti universitari si sono riuniti a Indore, India.

| Scritto da Redazione
In India aperte nuove vie al dialogo sullo sviluppo

Organizzato dalla Cattedra baha’i per gli studi sullo sviluppo presso l’Università Devi Ahilya di Indore, il seminario, intitolato «Come applicare i principi spirituali e i metodi scientifici alla pratica dello sviluppo», ha riunito importanti pensatori per riflettere su come impostare olisticamente lo sviluppo sociale ed economico del paese ed estenderne i benefici a tutte le sezioni della società in modo equo.

Per prepararsi al seminario, i partecipanti hanno studiato un documento prodotto dall’Istituto per gli studi della prosperità globale in base alle esperienze di un’organizzazione indiana per lo sviluppo, Seva Mandir, che ha contribuito ha ispirare la consultazione per tutta la giornata. Intitolato «Possa il sapere crescere nel nostro cuore: come applicare i principi spirituali alla pratica dello sviluppo», il documento descrive l’opera di Seva Mandir nell’applicazione dei principi spirituali e dei metodi scientifici per promuovere la trasformazione sociale.

Il seminario si è aperto con l’accensione cerimoniale di una lampada, un atto simbolico per indicare la dispersione delle tenebre dell’ignoranza e del dolore. Il vice rettore dell’Università dottor D.P. Singh, che ha pronunciato la prolusione, ha dato il la alle discussioni successive illustrando il bisogno di riorientare i piani e le politiche dello sviluppo basate su un concetto non frammentato dell’essere umano.

Nella discussione che ne è seguita il signor Shravan Garg, un importante giornalista, ha notato che l’India aveva bisogno di accostare i due sistemi di sapere della scienza e della religione per modellare una via dello sviluppo che evitasse i pericoli del materialismo e del consumismo da un lato e del fondamentalismo religioso dall’altro.

La dottoressa Ranjana Sehgal, professoressa della Indore School of Social Work, ha detto che le conseguenze del perseguimento del solo sviluppo economico senza il sostegno del forte retaggio spirituale del paese era evidente nell’intensificazione «dell’intolleranza, della corruzione, del terrorismo e del crimine soprattutto contro le donne».

Nel discutere i principi sociali che sono particolarmente importanti per la pratica dello sviluppo, gli oratori hanno identificato fra i più importanti l’unità del genere umano e l’interconnessione fra gli esseri umani e la natura.

«Per essere efficace lo sviluppo deve trasformare i cuori e per trasformare i cuori abbiamo bisogno di un’atmosfera di amore e di unità. Il lavoro dello sviluppo si basa sull’unità e deve rafforzare l’unità», ha detto la dottoressa Janak Palta McGilligan, un attivista dello sviluppo baha’i che ha recentemente ricevuto dal governo indiano, in riconoscimento del suo lavoro, il Padma Shri, una delle più alte onorificenze civili del paese.

Gli oratori hanno anche discusso il rapporto fra la ricchezza e lo sviluppo e hanno studiato alcuni principi sociali che ispirano atteggiamenti responsabili nell’ambito della salute.

Il dottor Ganesh Kawadia, capo della Scuola di economia dell’Università, ha detto che dai tempi di Adam Smith lo sviluppo è stato equiparato alla produzione di ricchezza.

«Il mercato è stato considerato il meccanismo più giusto e più efficiente per produrre ricchezza a beneficio dell’acquirente e del venditore», ha detto. Ma ha aggiunto che ciò vale solo in condizioni di perfetta competitività del mercato, un criterio teorico che in pratica non si è mai realizzato.

«Oggi vediamo», ha detto, «il fallimento del mercato. La produzione della ricchezza è perseguita senza tener conto di alcuna considerazione etica. E questo comporta sfruttamento e ingiustizia».

Commentando il cieco perseguimento della crescita economica, il signor Garg ha spiegato che ciò cha distrutto le relazioni essenziali sulle quali il senso del benessere personale si fonda.

«In India milioni di persone non derivano il loro sentimento di benessere dalla ricchezza economica, ma dalla cultura e dalla spiritualità. Il loro sentimento di benessere è radicato nel loro habitat dal quale derivano sostentamento. Quando nel nome dello sviluppo economico le persone sono spostate dalle loro terre e private delle loro sorgenti d’acqua o delle loro foreste, divengono disadattate non solo materialmente, ma anche socialmente, emotivamente e spiritualmente».

Il dottor Arash Fazli, collaboratore della cattedra baha’i, ha aggiunto che quando siamo consapevoli del legame spirituale che ci unisce l’uno all’altro e all’ambiente, non ha più senso agire per interesse personale per avere il massimo guadagno.

«Lo sviluppo appare così un’impresa collettiva nella quale cerchiamo il nostro benessere nel servire il bene di tutti. Un altruistico spirito di servizio diviene il nostro motivo ispiratore», ha detto il dottor Fazli.

Gli oratori hanno ammesso che sembra difficile riuscire a percorrere una via alternativa dello sviluppo che unisca la scienza e la religione. Ma hanno anche affermato che è urgente e vitale che crescenti numeri di cittadini discutano questo importante tema.

«I processi della globalizzazione stanno adottando questo modello di sviluppo materialistico in tutti i paesi», ha detto il signor Garg. «Dobbiamo trovare un modello di sviluppo che sia adatto al nostro ethos e nello stesso tempo basato sulla scienza. Dobbiamo aprirci al mondo e trarne il meglio senza perdere il buono che già abbiamo».

Commentando il seminario, la dottoressa Shirin Mahalati, responsabile della Cattedra baha’i, ha osservato che per gli studenti e i professori che hanno partecipato, l’evento è stata un’occasione per riflettere su come superare i limiti dei modelli di sviluppo materialistici cercando di capire il ruolo svolto dai principi spirituali e dai metodi scientifici nell’avanzamento della civiltà

Per leggere online l’articolo in inglese, vedere le foto e accedere ai link si va a: http://news.bahai.org/story/1050

 

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