Sabato, 27 aprile 2024 - ore 04.43

Insurrezione a Cremona.25-26 aprile 1945.Le Fiamme Verdi | G.Carnevali

2°parte.Ore 14 del 26 aprile. Mentre la bandiera tricolore viene issata sul Torrazzo e la sirena ulula, scoppia la rivolta.

| Scritto da Redazione
Insurrezione a Cremona.25-26 aprile 1945.Le Fiamme Verdi | G.Carnevali

PARTE  SECONDA. I fatti si succedono con rapidità. L’azione è corale, costellata di singoli episodi di coraggi, esaltata dal supremo sacrificio di alcuni, è nello stesso tempo costruita sull’affiatamento di una lunga preparazione e attesa clandestina. Se gli avvenimenti sembrano persino accavallarsi, spingendo gli uomini a coinvolgimento immediato, senza esitazioni, la loro risposta operativa e organizzativa è efficace e pronta. Lo si coglie bene nel diario di Snap il quale, rievocando anche un episodio cruciale per la città (il passaggio di due colonne tedesche in ritirata), a proposito delle giornate della Liberazione scrive: “Ore 14 del 26 aprile. Mentre la bandiera tricolore viene issata sul Torrazzo e la sirena ulula, scoppia la rivolta. Armati escono dai nascondigli ed i combattimenti infuriano per la città. Gli animi sin qui domi ed assopiti si svegliano e si ribellano. Snap e Bernardino Zelioli sin trovano a S. Luca con i fratelli Bianchi Gianni e Carlo. Il luogo è frequentato dai nostri elementi che qui vengono armati e mandati nei luoghi e per i compiti loro assegnati. I fratelli, Snap e Zelioli attraversato il piazzale Risorgimento, senza trovare alcun ostacolo aggirano ed occupano di sorpresa il palazzo della Stazione Centrale FF.SS facendo parecchi prigionieri tedeschi. I tedeschi vengono disarmati e condotti in luogo apposito sotto sorveglianza. Lasciato un presidio di alcuni uomini armati (ferrovieri trovati sul posto) di guardia alla stazione, escono per recarsi in altre località, ma all’uscita viene colpito da una scarica di mitraglia il nostro caro compagno  di lotta Bernardino Zelioli. E’ il primo sangue versato dal gruppo. L’indomani il povero Bernardino Zelioli morirà ed alla sua amata memoria sarà intitolata la nostra brigata. Il suo esempio ed il suo martirio vola di bocca in bocca ed è di sprone e di simolo a tutti i suoi compagni i quali impavidi affrontano il pericolo e vogliono vendicarne la morte. Intanto i fratelli Bianchi, Snap ed altri sono nuovamente usciti, attraversnao il piazzale antistante la stazione, conquistano la caserma “Generale Paolini”, percorrono via Palestro, Corso Campi, la Galleria e, recatisi a Porta Venezia, partecipano ai combattimenti che colà si svolgono. La sera Snap rimane insieme con i fratelli Bianchi dei quali Gianni è nominato S. Capo di S.M. della città. Il Comando del C.V.L. (Corpo Volontari della Libertà) per il momento insediato al palazzo della Ass. Naz. Mutilati ed Invalidi di guerra in via Beltrami al n. 10. Poi a mezzanotte si trasporta al palazzo di Farinacci ex “Regime Fascista”. Alle ore due di notte Snap viene comandato di occupare con forze il palazzo del telefono Stipel che si suppone occupato dai tedeschi. Prelevato un gruppo di circa otto uomini dal palazzo delle Poste, occupa il locale di cui sopra. Giorno 27 aprile, ore 4,45 (di primo mattino) – Occupata la sede della Stipel occorreva una telefonista. Snap, Donzelli ed altri si recano a S. Imerio per rintracciarne una che viene indicata da Giorgio Renoldi e Remo Talamazzini. Giunti davanti alla chiesa, siamo accolti da una nutrita sparatoria: era un gruppo di partigiani appartenenti a G.A.P. e S.A.P. i quali ci scambiano per incursori nazi-fascisti. Ci facciamo riconoscere tramite l’amico abitante in zona. Possiamo rintracciare e fare venire con noi la telefonista. Messasi alle apparecchiature, informa subito il Comando della situazione di vari paesi della provincia dopo averli contattati telefonicamente. Al mattino alle ore 8,00 circa ritorna a mettersi a disposizione del Comando dopo aver lasciato alcuni uomini di guardia nel palazzo. Alle 10,00 circa giungono in città alcuni ufficiali tedeschi comandati da un maggiore  che vengono a trattare con il Comando C.V.L. per il passaggio dei resti di due divisioni di tedeschi che stanno traghettando il Po a circa 3 Km a valle della città. Anche da parte del Platzkommandantur (comando di piazza) di città si chiedono parlamentari. Mentre Gianni Bianchi si reca a trattare con il Comando tedesco di città (Palazzo Trecchi) Carlo Bianchi e Snap si recano con una loro macchina a parlamentare con le due divisioni che stanno traghettando il Po. Il generale tedesco che le comanda, disdegna di parlare con i partigiani italiani, perciò il maggiore da lui incaricato continua a fare da intermediario tra noi e il suo superiore. Finalmente si giunge ad un accordo, i tedeschi passeranno armati e con tutto il carriaggio, ma per la via indicata a loro e che sarà una strada periferica della città. Entrambe le parti non dovranno dare alcuna molestia all’avversario né sparare alcun colpo, i tedeschi non dovranno molestare affatto la popolazione con furti, incendi, devastazioni o deportazioni. Carlo Bianchi e Snap vengono trattenuti però come ostaggio, separati e montati su due diverse macchine separate esse pure da automezzi tedeschi. Il camion che segue la nostra macchina, sulla quale è Snap e l’autista (pure partigiano)  ha una mitraglietta a quattro canne, che sia per caso o intenzione è puntata in basso verso la macchina che la precede. Tutte queste precauzioni insospettiscono i nostri compagni e fanno credere che i tedeschi temano qualche imboscata. Le forze nemiche (tedesche) sono numerosissime, parecchie migliaia, dotate di numerosi automezzi, carri trainati da cavalli, armi pesanti (cannoni antiaerei, cannoni di medio calibro, anticarro, autoblindo) e dalla parte piacentina si scorgono anche sagome di carri armati. Si segue l’itinerario fissato, si risale l’argine del Po, via Porto, via Eridano e mentre la colonna sbocca in via Milano (vicino al Dazio) sopraggiunge dalla parte di Cavatigozzi un’altra grossa colonna di tedeschi che sta dirigendosi verso la città di Cremona. Stupore e pensieri per Bianchi e Snap, perché non sanno quali intenzioni abbia questa colonna. Ma il Generale dopo aver confabulato con i Comandanti della nuova colonna, essendo il più elevato di grado, se la tira dietro. Sospiro di sollievo dei nostri compagni, non tanto per se stessi, quanto per la città che altrimenti avrebbe potuto subire guerra e devastazione. Si continua per via Seminario, via Castelleone, via S. Ambrogio e poi per la provinciale di Bergamo. Qui i tedeschi proseguono verso Casalbuttano, mentre Snap e Carlo Bianchi, rilasciati, ritornano al Comando in città. Anche le forze del Comando tedesco di città stanno andandosene”. Mentre infatti Snap e Carlo Bianchi, dopo essere stati invitati a parlamentare sono trattenuti in ostaggio dalla grossa colonna, a garanzia dell’incolumità per i tedeschi durante il tragitto all’esterno della città, Gianni Bianchi si reca a trattare con il Comandante della Platzkommandantur e concordano per l’uscita pacifica da Cremona del battaglione tedesco su percorso stabilito di comune accordo. Così poi avverrà ed i tedeschi percorreranno le vie cittadine attorniati da un “cordone sanitario” di Fiamme Verdi sino alla periferia. Nei giorni seguenti, per la città ormai tutta liberata, si segnalano alcuni sporadici fatti d’arme. Le forze partigiane sono tutte dislocate alla periferia per sorvegliare i movimenti e le intenzioni dei tedeschi. Snap rintraccia i suoi compagni, li organizza e li accaserma all’ex gruppo rionale fascista “F. Cattadori” (dove ora sorge la caserma della Guardia di Finanza), per poi porsi direttamente agli ordini del Comandante centrale. Il Distaccamento è composto da: Fiorenzo Cauzzi, Alberto Coppi, Adriano Tagliavini,, Angelo Arisi, Bruno Assandri, Cesare Rinaldi, Mario Arcari, Silvano Rotelli, Carlo Cacciatori, Primo Zoppi, Alberto Ferrazzi, Davide Cardani, Giacomo Favero, Dino Ferrari, Alessandro Aroldi, Alberto Ziglioli, Ottorino Donelli, Walter De Pietri, Alfredo Gaboardi, Luciano Pantera, Antonio De Simoni, Romeo Voltini, Ermes Porcari, Michele Cauzzi appena arrivato dalla Val d’Arda, Giuseppe Vasini, Alfredo Benna, Ferdinando Palandi, Annibale Marchi, Enrico Manfredini, Silvano Tenca, Ernesto Zilli, Giuliano Luzzini, Luigi Magni, Armando Magni, Fiorenzo Guarneri, Cesare Torresani, Vinicio Cugini, Furlani, Alquati, Ferdinando Guatelli, Gianni e Franco Pasquali, Luciano Brugnolotti, Giacomo Lazzarini, Angiolino Fellini, Angelo Bellani, P. Rosolino Rossi, Guido Barbieri, Amilcare Barbieri, Vittorio Agosti, Giuseppe Moretti, Francesco Calza, Giuseppe Zanetti, Carlo Cimini, P. Dante Bettaglierin, Giovanni Sguazzi, Giuseppe Sipsz, Enrico Pasini, Palmiro Mondoni, Cesare Gastaldi, P. Mario Sguazzi. Si effettuano arresti di persone sospette, si recupera materiale militare, si provvede al mantenimento dell’ordine pubblico e alla protezione civile, con turni di servizio contro-ronda e posti di blocco. Il 15 maggio Snap trasmette il comando a Tagliavini e il 28 il distaccamento viene smobilitato. L’importanza politica, geografica, militare e strategica di Cremona esce rivalutata dalla rievocazione di quegli avvenimenti. Ignorata dagli alleati, diretti ad est e nord-sud Verona e Brescia e sud-ovest su Piacenza e Milano, la città si libera senza alcun aiuto esterno. La prima camionetta alleata, a bordo della quale si trovano alcuni giornalisti americani, entra in Cremona già libera. Eppure ha ospitato caserme piene di brigate nere, la Platzkommandantur tedesca, numerosi ministri della repubblica sociale italiana. E’ stata percorsa, fortunatamente senza danni, dai resti di alcune divisioni tedesche, il ponte sul fiume Po è stato duramente bombardato. CREMONA, NONOSTANTE TUTTO QUESTO, E’ FINALMENTE LIBERA”. Che davvero l’essersi immolati per una giusta causa da parte di tantissimi giovani, per nostra smemoratezza, non risulti inutile.  W L’ITALIA LIBERA, W IL 25 APRILE!   

Giorgino  Carnevali

Nella foto da sinistra: Mario Coppetti in compagnia del comandante Fiamme Verdi Gianni Bianchi.

1°parte: 25 Aprile.L'insurrezione a Cremona,le fiamme verde | G.Carnevali

 

 

 

 

 

 

4012 visite

Articoli correlati

Petizioni online
Sondaggi online