L’altra faccia del Covid | Retestudenti
L’emergenza sanitaria dell’ultimo anno ha radicalmente cambiato le vite di tuttÉÂÂ noi. Le misure restrittive imposte, e in particolare la didattica a distanza, hanno drasticamente ridimensionati i rapporti interpersonali di tuttÉÂÂ noi, di giovani e giovanissimÉÂÂ.
Non solo l’isolamento, ma anche un drastico calo della qualità delle attività della didattica hanno contribuito ad acuire un diffuso malessere e stato d’ansia che ad oggi non sempre trova risposta nell’assistenza sanitaria. La mancanza di progetti di supporto psicologico è un atto di grave trascuratezza istituzionale.
La pandemia ha lasciato indietro gli studentÉÂÂ. Depressione, crollo della concentrazione e dell’autostima, ansia, autolesionismo sono alcune delle difficoltà vissute ogni giorno.
I dati sono allarmanti. Uno studio sui pronto soccorso pediatrici di Torino, Cagliari e di altri 21 ospedali in dieci Paesi diversi durante la prima ondata di Covid, pubblicato su «European Child and Adolescent Psychiatry», mostra ciò che è successo in tutto il mondo: gli accessi per atti di autolesionismo in marzo e aprile 2020 aumentano dal 50% al 57%, con un’incidenza in crescita degli «intenti suicidi» e dell’isolamento come fattore scatenante.
Non possiamo assolutamente dimenticare le conseguenze della pandemia sulla nostra salute. È necessario ripensare e rafforzare percorsi di riabilitazione e sostegno per tuttÉÂÂ, premurandosi di non venir meno ad un supporto necessario non solo in questa fase, ma da rendere strutturale.
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