Queste domande hanno animato una recente tavola rotonda su come i media tedeschi descrivono la migrazione interna in Germania. Intitolata «L’esclusione in Germania: i media stanno svolgendo il loro compito?», la manifestazione ha avuto luogo il 7 dicembre 2014 nel Centro nazionale baha’i alla periferia di Francoforte in occasione della Giornata dei diritti umani. È stata organizzata dalla comunità baha’i e della Fondazione per le settimane internazionali contro il razzismo, un’ONG tedesca. Fra i partecipanti erano presenti membri del Parlamento europeo, rappresentanti religiosi e un folto pubblico.
Canan Topcu, giornalista di origini turche e membro della Neue deutsche Medienmacher ha moderato la tavola rotonda, formata dalla signora Ursula Russmann, redattrice presso il quotidiano Frankfurter Rundschau, il dottor Markus End, sociologo e Membro del direttivo dell’Associazione per la ricerca sull’ antiziganismo e la signora Mahyar Nicobin, rappresentante della comunità baha’i.
I partecipanti alla tavola rotonda hanno discusso le sfide che i giornalisti devono affrontare quando scrivono sul complesso tema della migrazione. Oltre alle normali pressioni del tempo e dei limiti della lunghezza degli articoli, i giornalisti hanno a che fare anche con la richiesta di storie sensazionali e di ridurre temi complessi in racconti semplicistici.
Parlando di uno studio sulla descrizione dei rom sui media tedeschi che ha recentemente pubblicato, il dottor End ha spiegato che «nei media certe parole sono parole chiave per descrive gruppi di persone».
«Per esempio», ha detto, «la parola tedesca “Armutszuwanderung” (che significa povertà, migrazione) è diventata un sinonimo degli extracomunitari dall’Europa sudorientale, in particolare dei Rom».
Ha anche spiegato che il linguaggio e le immagini dei media consolidano gli stereotipi e i pregiudizi della società, accentuando la «diversità» che caratterizza gli atteggiamenti popolari verso alcune minoranze etniche.
Quanto alle immagini utilizzate per gli articoli, i partecipanti alla tavola rotonda hanno ricordato che spesso i giornalisti si servono di foto d’archivio fornite da organizzazioni giornalistiche. Le foto disponibili sono spesso fuori contesto, rafforzano gli stereotipi e trattano le popolazioni come oggetti.
Degli oltre 230 milioni di migranti internazionali documentati dall’ONU nel 2013, un milione e 200.000 sono entrati in Germania, che in questo campo è seconda solo agli Stati Uniti.
La signora Saba Detweiler, una delle organizzatrici della manifestazione, ha spiegato che la Germania, come molti altri paesi, ha visto i temi della migrazione venire alla ribalta dell’attenzione del pubblico.
Parlando delle motivazioni della manifestazione, ha spiegato che il tema sta molto a cuore ai baha’i, che lavorano con crescenti numeri di gruppi che la pensano come loro per vincere gli effetti distruttivi del pregiudizio e favorire l’armonia fra i diversi elementi della società.
«Questa manifestazione è stata una fra le molte che gruppi e persone riflessivi stanno organizzando in tutta la Germania», ha detto, «e si spera che ce ne siano ancora molte altre».
Per leggere l’articolo in inglese online, vedere le foto e accedere ai link si vada a: http://news.bahai.org/story/1035