Venerdì, 03 maggio 2024 - ore 15.54

L’On. F.Bordo risponde alle accuse del lettore S.A. di non condannare il terrorismo islamico e dell’Isis.

I temi della lotta e della condanna al terrorismo Islamico e dell’Isis sono sempre divisivi. C’è sempre chi arriva prima nella condanna e che accusa la sinistra- in questo caso l’On F. Bordo- di non condannare le violenze ecc. Scarsa informazione o mirata propaganda. Leggiamo la lettera e la risposta dell’Onorevole della Sinistra Italiana per meglio capire con quali argomenti si pesca nel torbido.

| Scritto da Redazione
L’On. F.Bordo risponde alle accuse del lettore S.A. di non condannare il terrorismo islamico e dell’Isis.

On. Franco Bordo (deputato della Repubblica Italiana per Sinistra Italiana): Gentile direttore, la ringrazio per la possibilità di replicare al sig. S.A. la cui lettera è stata pubblicata (….) Vorrei far presente all’autore che il sottoscritto da sempre lavora e lotta contro ogni forma di  discriminazione, di violenza, di violazione dei diritti e contro tutti i terrorismi e tutte le forme di fascismo. Lo dice la mia storia personale e politica, lo dicono i fatti: per esempio, per riportare solo quelli più recenti, ricordo il mio lavoro in Tunisia a sostegno di questo Paese così impegnato contro il terrorismo, il mio viaggio verso Kobane, in aiuto alla popolazione curda che combatte contro l’Isis, la visita a Suruc luogo della strage di quei giovani turchi vittime anche loro della strategia terrorista, la mia recente missione in Turchia a sostegno di chi chiede rispetto dello stato di diritto e al contempo respinge l’islamizzazione del paese, tanto cara a Erdogan. Mi muovo, in ogni occasione, in favore di quelle persone che lavorano per la pace sociale e contro gli estremismi cercando di cogliere il fermento dei giovani che tanto possono portare al nostro Paese: in questa direzione è andata infatti la presentazione, avvenuta nello scorso giugno a Crema, del libro ‘Non ci avrete mai’ di Chaimaa Fatihi, una ragazza musulmana che, come tanti altri, rivendica la sua identità, il diritto a professare la propria fede e contemporaneamente respinge la violenza e condanna senza se e senza ma il folle e atroce progetto dell’Isis. Infine non si contano neppure le mie dichiarazioni nel senso che ho indicato a seguito dei fatti che hanno colpito nostri connazionali e cittadini europei. Trovo savvero fuori luogo l’ironia del sig. S.A. ma io non sono avvezzo a considerare il valore delle persone (sia morte che vive) in base all’appartenenza religiosa o politica: i diritti, che difendo e promuovo, sono per tutti e per tutte. Diversamente da quanto fa, per esempio, l’on Salvini di cui S.A. si premura di prendere le difese.

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S.A. (Cremona): Egregio direttore, ho letto l’ennesima puntualissima arringa antirazzista del senatore Bordo, in relazione all’omicidio di un migrante a  Fermo. Dopo le stragi del Bardo, di New York, Madrid, Londra, Parigi, Bruxelles, Dacca, Sousse... in nome della discriminazione religiosa di Allah, arriva quella di Nizza. Mi sarei aspettato un’altrettanto puntuale e forte reazione del senatore e invece niente, finora, sul suo giornale. Che mi sia sfuggita come per tutte le altre stragi citate, o che il senatore sia in vacanza? Oppure che lui ritenga, siccome ci sono anche vittime musulmane, che l’Islam non c’entri con queste atrocità, facendo sua la peggior bufala ideologica mai sentita in vita mia, che è come dire che il cristianesimo non c’entra -va con le crociate! Oppure che, secondo lui, le vittime in nome di Allah abbiano minor valore o che non ci sia nulla di pesantemente discriminatorio / genocida in tutto questo? A proposito di genocidio, chi ha mai sentito questo paladino dell’antirazzismo spendere tra l’altro due parole contro il tentato sterminio degli Yazidi, contro lo stupro di massa delle loro donne, schiavizzate salvo essere bruciate vive se non s’adeguano a qu ell ’abominevole destino? Sempre, ovviamente, in nome di Allah. (...) Finché Bordo vive con l’ossessione di cercare la pagliuzza nell’occhio di Salvini, rischia di perdere di vista la trave che sta nell’occhio di chi il razzismo lo pratica davvero.

 

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