Martedì, 03 ottobre 2023 - ore 07.07

L' Ucraina è stata invasa e va aiutata | Evelino Aveni (Anpi Cremona)

Che se la resistenza degli ucraini non è uguale alla nostra non merita di essere aiutata nella sua lotta contro l’invasore?

| Scritto da Redazione
L' Ucraina è stata invasa e va aiutata | Evelino Aveni (Anpi Cremona)

Egregio direttore, mi pare surreale che – nella tragedia calata sul mondo con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia – uno dei motivi principali di dissertazione sia quello di stabilire se la resistenza opposta dagli ucraini all’invasione del loro Paese sia uguale–o,comunque, paragonabile alla nostra Resistenza nei confronti del nazismo e del fascismo. Tema che ha costituito il piatto forte dei dibattiti televisivi in concomitanza delle celebrazioni del 25 Aprile, ricorrenza della nostra Liberazione.

Di fronte all’esigenza assolutamente prioritaria di fermare la guerra, bloccando l’invasore che l’ha scatenata, ci si cimenta da parte di taluni (e, purtroppo, non sono pochi) in dispute storico-ideologiche relativamente alle cause che possono averla originata o giustificata. A parte che non vi è né può esservi una causa che giustifichi la sciagurata scelta di Putin (carica di una efferatezza e crudeltà che si rinvengono nelle pagine più tetre della storia umana)soltanto il porre il tema delle cause offre (quando anche involontariamente) una sorta di «attenuismo» se non di comprensione rispetto alle scelte della Russia.

E ciò non giova, non può giovare a battere i disegni imperialistici di Putin. Un imperialismo che dovrebbe fare inorridire le forze di sinistra. La resistenza dei Paesi e dei popoli oppressi può esprimersi in forme diverse, ma un tratto sostanziale è la difesa, fatta anche di lotte dure, delle propria indipendenza e libertà.

Perché, allora, la resistenza dell’Ucraina dovrebbe essere uguale alla nostra Resistenza? Avendo come teatri contesti diversi (perfino le caratteristiche territoriali, dove hanno dovuto operare, lo sono). Ma quel tratto essenziale è comune in entrambe. E, poi, spingendo la disputa polemica sul terreno del confronto cosa si vuole sottintendere? Che se la resistenza degli ucraini non è uguale alla nostra non merita di essere aiutata nella sua lotta contro l’invasore?

Non posso credere ad una ipotesi come questa. L’Ucraina va aiutata – an - che sul piano militare - a difendersi. Se ho ben capito, nella imponente manifestazione di Milano, il 25 Aprile, da parte di alcuni gruppi (non saprei come catalogarli) si è contestato Enrico Letta, Segretario del Partito Democratico, come guerrafondaio.

Vuol dire che c’è molta confusione sotto il cielo (e a sinistra). Non bastano le testimonianze e le prese di posizione di chi, a partire da Liliana Segre, ha vissuto sulla propria pelle le tragedie delle dittature e delle loro guerre criminali?

Non voglio credere che il pacifismo, quello vero, non indichi quale guerrafondaio quello vero, che non ha esitato a scatenare una guerra pericolosa dai tratti perfino inimmaginabili.

Il punto è quello di concentrarsi sul dato basilare: c’è una guerra voluta dalla Russia e c’è un popolo che deve subirla e difendersi. Con più ci si discosta da questo dato di fatto, più si corre il rischio di assumere posizioni ambigue, che non giovano a fermare la guerra. L’imperativo è fermarla e come: terreno prioritario deve essere quello della trattativa (che Putin non vuole realmente praticare), intrecciato ad una solida e solidale lotta difensiva, resistente.

Certo, a guerra cessata, nel mondo occidentale si dovranno prendere in considerazione carenze ed errori compiuti, per non reiterarli. Andrà fatto, ma ora non è il momento dei dibattiti storico-ideologici, che spesso sono carichi di strumentalismi politici. C’è una guerra da fermare e tutti dovrebbero adoperarsi perché ciò avvenga al più presto. Mettendo in campo iniziative che non diano forza ad una escalation nel conflitto ma ne attenuino le conseguenze negative.

Evelino Abeni Direttivo Provinciale dell’An pi

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