E qualcuno, pur avendo in mano un’arma, evita di andarci a caccia da solo. In allarme ci sono da tempo anche gli agricoltori, che vedono aumentare i danni alla loro attività in modo esponenziale e ritengono insufficienti gli interventi messi in atto dall’Amministrazione provinciale per risolvere il problema. Occorre dire che con la legislazione in vigore fino a poche settimane fa non si poteva fare di più.
Di recente però, con provvedimento legislativo n. 19 del 17 Luglio 2017 votato con larga maggioranza, la Regione ha cercato di porre rimedio al problema. Nella legge sono specificate modalità, tempi e luoghi dove intervenire, purtroppo demanda alla giunta regionale alcune scelte attuative (da definire entro 180 giorni dall’entrata in vigore della legge, quindi entro gennaio). Ad esempio definire le località idonee alla presenza del cinghiale e le forme di caccia ad esso riservate, e quelle non idonee dove prevederne un forte contenimento se non la eradicazione.
Speriamo che il territorio cremonese sia fra questi ultimi. Quindi saranno gli uffici territoriali regionali e gli ambiti territoriali di caccia a dover provvedere al l’organizzazione dei prelievi. Occorre dire che in provincia di Cremona sono numerosi i cacciatori dotati delle opportune abilitazioni e almeno qui partiamo avvantaggiati. E’ certo che ogni giorno di ritardo nell’emanazione dei decreti attuativi gioca a favore del proliferare di questi animali.
Ivan Moretti (presidente Arci caccia Lombardia)