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La nuova normativa sull’IVA: altri danni alle finanze delle imprese | Cna Cremona

Bozzini: “Con le nuove modalità di versamento, ancora una volta, si penalizzano gli onesti".

| Scritto da Redazione
La nuova normativa sull’IVA: altri danni alle finanze delle imprese | Cna Cremona

Cremona 3 febbraio 2015 –  “La Legge di Stabilità ha introdotto dal 1° Gennaio 2015, nuove modalità di versamento dell'IVA che pur introdotte con il nobile scopo di frenare l’evasione fiscale, rischia di penalizzare fortemente le imprese, in particolare quelle medio piccole già in grave difficoltà a causa della difficile congiuntura economica ancora in atto. E per semplificarci la comprensione hanno usato termini inglesi come: reverse charge e split payment”. Questo è il commento di Giovanni Bozzini Presidente di CNA Cremona relativo alle nuove modalità di versamento dell’IVA in funzione.

“E’ vero che l’obiettivo di questi nuovi strumenti è evitare l’evasione dell’IVA, ma è altrettanto vero – continua Bozzini – che per colpire pochi evasori si colpiscono e si penalizzano tutte le altre imprese che si comportano onestamente e correttamente. Si rischia di far pagare un conto salato e difficilmente sostenibile alle imprese, facendo definitivamente precipitare una situazione finanziaria già precaria, in particolare per coloro che operano nei settori dell'impiantistica, dell'edilizia, dei servizi di pulizia, e per tutte quelle imprese che lavorano frequentemente o stabilmente con Enti Pubblici”.

L’introduzione del reverse charge prima, meccanismo per il quale l'IVA viene pagata da chi riceve la fattura e non da chi la emette, e da ultimo, l'introduzione dello split payment, meccanismo che impone che se la fattura è emessa nei confronti di Enti Pubblici l'IVA è versata dall'Ente medesimo, si potrebbe chiamare "accanimento terapeutico".

Eliminando l’onere del versamento su chi effettua la prestazione e non pregiudicando il diritto di detrazione sull’IVA pagata ai propri fornitori sugli acquisti, il reverse charge e lo split payment determinano un situazione di strutturale credito IVA, che concorrerà ulteriormente alla diminuzione di “liquidità” delle imprese la cui clientela è costituita prevalentemente da enti pubblici. Inoltre, per utilizzare o per ottenere il rimborso del credito Iva maturato l’impresa deve pagare un professionista per il visto di conformità nella dichiarazione Iva; in sostanza, se da un lato si vogliono incrementare i soggetti che vantano crediti Iva, dall’altro questi ultimi vengono obbligati a oneri amministrativi anche pesanti per ottenere indietro quanto è loro dovuto.

“E’ necessario – continua Bozzini - che vengano accelerati  i tempi dei rimborsi per quelle imprese che applicano il “reverse charge” e lo “split payment”, eliminando contemporaneamente tutti gli ostacoli burocratici che ancora intralciano il pieno utilizzo del meccanismo di compensazione dei crediti Iva. Auspichiamo infine la necessità del superamento del Visto di Conformità in quanto ulteriore e costoso intralcio puramente burocratico”.

La CNA con fermezza chiede al Governo di ritornare sui suoi passi su entrambi gli istituti anche in considerazione del clima di incertezza sull’ambito di applicazione delle norme.

 “Riteniamo sia fondamentale – conclude Bozzini – attuare misure che permettano di combattere l’evasione che non danneggia solo lo Stato ma è anche un freno per l’economia e per il sistema imprenditoriale. Non è possibile però che, come spesso accade in questo Paese, non si riesca a dar vita a provvedimenti mirati in grado di colpire i disonesti e tutelare chi opera correttamente. Avremmo ogni tanto bisogno di iniziative a favore degli onesti, che ci sono e sono tanti, ma che si sentono bersagliati ogni giorno che passa”.

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