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La Romania: terra strategica per Venezia e la cristianità Una ricerca del Prof. Antonio Guardavaglia

La storia ha ancora tante pagine da raccontare. Parte da Padova una ricerca che ha portato alla luce un inedito – i primi due libri contenuti nel Manoscritto n. 108 del Fondo Marsigli – unendo in un percorso storico Venezia, la Romania e all’Impero Asburgico

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La Romania: terra strategica per Venezia e la cristianità Una ricerca del Prof. Antonio Guardavaglia

La storia ha ancora tante pagine da raccontare. Parte da Padova una ricerca che ha portato alla luce un inedito – i primi due libri contenuti nel Manoscritto n. 108 del Fondo Marsigli – unendo in un percorso storico Venezia, la Romania e all’Impero Asburgico

Un professore padovano svela alcune pagine inedite della storia della Serenissima che forniscono una nuova fotografia della Transilvania

Proponendoci, grazie alle ricerche del Professore Antonio Guardavaglia (insegnante alla Scuola secondaria Giovanni Pascoli) una fotografia geografica, militare, civile e religiosa di una nazione - la Romania del tempo - luogo strategico per l’equilibrio economico e politico ma anche antemurale della cristianità europea.

Uscirà nel 2020 il libro firmato da Antonio Guardavaglia, con successiva traduzione in rumeno e inglese dal titolo “La Dacia Ripense e la Dacia Mediterranea nella Descrittione delle Misie, Dacie e Illirico (1698) di Luigi Ferdinando Marsigli (1658-1730)”, edito dal “Centro di Studi Transilvani“ che verrà presentato sia a Venezia, all’Istituto Romeno di cultura e ricerca umanistica Nicolae Iorga che all’Università di Cluj-Napoca.

Al centro della ricerca di Guardavaglia c’è Luigi Ferdinando Marsigli (1658-1730), nobile bolognese, personaggio chiave per la Serenissima di Venezia, al centro delle dinamiche storiche dell’epoca. 

Guardavaglia ha il merito di aver recuperato testi, mappe e opere dimenticate negli archivi dell’Università di Bologna. Un’analisi storica coadiuvata da una sezione di importanti acquerelli d’epoca.

“Il libro – spiega il professore padovano - è un incentivo a ripensare alla storia dell’est Europa, soprattutto alla Transilvania, vero crogiuolo di popoli”.

Marsigli, chi era costui? Oggi potremo definirlo un opinion leader. Una personalità poliedrica, un diplomatico motivato, abile tessitore di relazioni. Questo gli permise di ottenere e svolgere svariati incarichi politici e militari e un ruolo di primo piano alla Corte imperiale di Vienna.

L’epoca nella quale visse Marsigli vede al centro della scena le lotte economiche e religiose tra i due grandi Imperi: quello asburgico e quello ottomano.

Venezia si inserì nel ruolo diplomatico nei rapporti con la Sublime Porta grazie alla figura del bailo Pietro Civran (1623-1687) al quale si affiancò, appunto, il Marsigli. Che, non essendo cittadino della Repubblica Veneta, ebbe modo di muoversi liberamente nel territorio dell’Impero ottomano.

Marsigli seppe farsi apprezzare alla Corte Viennese dell’Imperatore Leopoldo I in virtù delle sue grandi capacità di esploratore che gli permisero una mappatura minuziosa del territorio e della sua morfologia. Quella recuperata dal Professor Guardavaglia e che ci riconsegna una porzione di Europa, e di storia, tutta da reinterpretare.

Marsigli aveva capito che una conoscenza capillare del territorio lo avrebbe agevolato nello svolgimento dei compiti e de gli incarichi affidatigli, soprattutto a scopo bellico e strategico.

Furono diversi gli “italiani” che all’epoca prestarono  la propria collaborazione in favore dell’Impero, tra questi Giorgio Basta (1544-1607) che riuscì a conquistare la Transilvania nel 1604 rendendola allora uno Stato vassallo dell’Impero, ma finendo per attuare una politica fortemente repressiva, di terrore. Con il radicarsi dell’elemento italiano all’interno dell’esercito asburgico, Marsigli, come del resto Monteccucoli, poterono svolgere un ruolo di primo piano nelle scelte militari e strategiche dell’Impero, godendo della collaborazione della Chiesa cattolica.

Marsigli sapeva che l’aspetto politico, militare, economico e religioso dovevano essere posti in stretta correlazione tra loro. Dal punto di vista militare, si prodigò nella ricerca di soluzioni che portassero a una militarizzazione e germanizzazione dell’Ungheria, allo scopo di sedare le ribellioni e permetterne un ritorno nell’ambito del dominio asburgico.

Nel libro troviamo anche la questione relativa ai rapporti tra la Transilvania e l’Impero ottomano, con riferimento anche alla rivolta antiturca capeggiata da Michele il Bravo che, negli anni dal 1596 al 1598, compì incursioni a sud del Danubio. Quest’ultimo, attraverso l’unione dei principati di Transilvania, Moldavia e Valacchia, perseguiva l’ambizioso obiettivo di unificare i territori romeni contro la Sublime Porta. Mentre Marsigli valutava l’importanza di costruire, grazie al Danubio, scali commerciali che mettessero in comunicazione tra loro le varie componenti del vasto territorio.

Grazie alla rilettura storica che Guardavaglia compie attraverso l’opera del Marsigli riusciamo oggi a delineare la Transilvania sotto vari aspetti, a partire dai suoi confini che risultano, nell’opera del nobile bolognese, ancor più analitici e precisi, unendo alla descrizione geografica un’inedita valutazione politica.

“Dal mio libro – racconta ancora il Professore – esce una particolare fotografia del tempo: geografica, civile, militare e religiosa. Una rilettura che vede nella Romania del tempo, molto più latina che slava, un luogo strategico e molto ambito per stabilire equilibri politici. Ma anche crocevia di scali commerciali e culturali”.

Breve Bio dell’autore:

Nato a Padova (1973) si è laureato con Lode presso l’Università di Padova. Insegnante di ruolo in Lettere ha conseguito il titolo di dottore di ricerca, cu summa Laude, presso l’Università Babe-Bolyai in Cluj Napoca sotto la guida scientifica dell’Accademico di Romania prof. Ioan-Aurel Pop, attuale rettore della medesima Università e Presidente dell’Accademia di Romania.

Ha curato l’edizione italiana di Una storia dei Romeni, Cluj-Napoca, Fondazione Culturale Romena – Centro di Studi Transilvani, 2003; ed. romena: O istoire a românilor, Cluj-Napoca, Fundaia Cultural  Român – Centrul de Studii Transilvane, 1998, (a cura di) . Fischer-GalaÅ£i, D. C Giurescu, I.-A. Pop, (trad. ital. a cura di G. Munarini e I.–M. Damian).

Ha riletto l’edizione italiana di Ioan Aurel Pop, I Romeni e la Romania. Una breve storia, Centro di Studi Transilvani – Istituto Culturale Romeno, Cluj Napoca, 2004; ed. romena: Românii oi România. O scurtâ istorie, Editura FundaÅ£iei Culturale Române, Bucurei 1998, (trad. ital. a cura di G. Munarini).

Per approfondimenti:

Prof. Antonio Guardavaglia, e-mail antonio.guardavaglia@gmail.com

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