Lunedì, 29 aprile 2024 - ore 12.13

La vertenza Poste, 23 maggio sciopero generale in Lombardia

Si fermano i 20mila dipendenti degli uffici regionali. A motivare la protesta di Slp Cisl, Slc Cgil, Confasl, Cisal e Uglcom, la riorganizzazione del recapito a giorni alterni, la cronica carenza di personale e l'annunciata privatizzazione dell'azienda

| Scritto da Redazione
 La vertenza Poste, 23 maggio sciopero generale in Lombardia

Sciopero regionale e manifestazione a Milano. Scatta lunedì 23 maggio la protesta dei 20 mila lavoratori dei 2 mila uffici di Poste Italiane della Lombardia, che saranno impegnati in un’astensione dal lavoro per l’intera giornata e in un corteo che partirà (alle ore 9) da via San Giovanni sul Muro, per concludersi in piazza Affari, dove si terrà il comizio dei segretari regionali. Con questa iniziativa si conclude così il primo mese di mobilitazione di tutta la categoria, indetto da Slp Cisl, Slc Cgil, Confasl, Failp Cisal e Uglcom regionali, iniziato con lo sciopero delle prestazioni straordinarie.

Numerose sono le motivazioni della protesta. In primo luogo, spiega un comunicato della Slc lombarda, i problemi “relativi alla riorganizzazione del recapito a giorni alterni, avviata anche in Lombardia in modo unilaterale nonostante l’evidenza delle molteplici criticità che sta comportando l’applicazione del modello nelle provincie di Pavia e Bergamo”. Gli investimenti promessi “non arrivano, aumentano le giacenze e peggiora la qualità del servizio. Le proteste di cittadini e amministrazioni comunali lo stanno a dimostrare”. Finora, aggiunge la Slc, l’azienda “è stata sorda alle richieste di sospendere la riorganizzazione per cominciare a rivedere il modello organizzativo che rischia di riprodurre l’ennesimo fallimento”.

Il secondo motivo è “l’ormai cronica carenza di organico negli uffici postali, che sta comportando pesanti disagi al personale”, come “distacchi e trasferte pressoché quotidiani per sopperire a queste mancanze, mancati pagamenti degli straordinari, impossibilità di usufruire delle ferie”. A questo, continua il sindacato lombardo, si aggiunge “anche la mancanza di una seria formazione del personale, alle prese con continue modifiche delle normative sul controllo della liquidità, come ad esempio le normative antiriciclaggio, che spesso porta a provvedimenti disciplinari anche pesanti”.

Terzo motivo, ma certamente non ultimo per la sua importanza, è la “forte preoccupazione per i propositi di vendita, non smentiti dal governo, di ulteriori quote di Poste Italiane (ndr. pari al 30 per cento) che ridurrebbe la proprietà pubblica a un ruolo marginale. Uno scenario che rischia di cambiare la natura dell’azienda, la sua unicità e i livelli occupazionali”. La Lombardia, conclude la Slc, non è sola in questa mobilitazione, ma anche altre regioni (Toscana, Emilia Romagna, Sicilia, Veneto) hanno aperto conflitti di lavoro e proclamato scioperi regionali. Obiettivo finale, dunque, è “la generalizzazione su tutto il territorio regionale dell’agitazione, condizione necessaria per raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti”.

Fonte: rassegna sindacale

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