Venerdì, 26 aprile 2024 - ore 22.49

L’aborto della Franca di Edo Villa.

| Scritto da Redazione
L’aborto della Franca  di Edo Villa.

Quella sera Gino mi telefonò confermandomi che Franca era d'accordo per la cena in pizzeria. Passai da Gino e ci recammo all'appuntamento. Il locale sentiva di nuovo. Franca,raggiante,ci attendeva ad un tavolino già  prenotato. Durante le presentazioni le fissavo gli occhi azzurri,appena accennati,ed i capelli dorati. D'avvero una immagine di sogno. La serata passò in allegria. Concordammo che avrebbe iniziato il suo nuovo lavoro entro un mese. L'indomani,a metà mattina,la chiamai,con una scusa,rinvitandola a cena. Rifiutò :era già  impegnata,mi disse. La prima settimana di lavoro passo velocemente. Reagiva bene al suo nuovo incarico:si mostrava capace quanto era affascinante.  Erano circa le sei del pomeriggio  del sabato quando,inaspettatamente,telefonò a casa mia. La sua voce era tremante,incerta,sicuramente piangeva. Senza alcun preambolo mi chiese di raggiungerla subito subito in un bar del centro. Inventai una scusa con mia moglie e mi precipitai.   Era d'avvero conciata male. Due occhiali grandi e scuri le coprivano il volto,tremava,una lacrima scendeva lentamente sul viso. Prima ancora che potessi chiedere qualcosa si alzò prendendomi per il braccio. Uscimmo. Chiese di essere accompagnata in un posto tranquillo Era un caldo pomeriggio di marzo. Con la macchina andai lungo il vicino fiume. Accese una sigaretta respirando lentamente:si stava tranquillizzando. Quasi scusandomi la abbracciai teneramente.  Scusami,non sapevo a chi rivolgermi- mi disse -Di nulla,risposi. -Sono incinta. Mio marito mi ha picchiata. Il figlio non e' suo. Aiutami ad abortire !  Ero semplicemente sbalordito. Non chiesi di più. Stranamente,superando me stesso,evitai di approfondire la situazione. Il sole stava calando:un raggio di sole le illuminò il viso tumefatto. Si addormentò accoccolandosi. Il suo respiro era ansioso.  Al risveglio,era già sera,le rispuntò  il sorriso. Dunque,dissi,mentre dormivi ho pensato quasi a tutto.  -Grazie,rispose. Quella notte la passò a casa mia. Non dissi a mia moglie che era incinta. Rimase da noi fino all'ingresso in ospedale,per accertamenti. Paola,mia moglie,insisteva perché  Franca denunciasse il marito. Lei si rifiuto'.  La mattina dell'intervento ero in ospedale con Enrica,sorella di Franca. Ero molto nervoso. Franca superò  in fretta l'effetto dell'anestetico. Al risveglio era serena. Mi chiamò: grazie Carlo,mi disse. La accompagnai in serata a casa della madre. Evitammo che l'ufficio venisse a conoscenza dell'accaduto .Per i colleghi era caduta dalle scale ed aveva bisogno di una decina di giorni di riposo. Tutte le sere,terminato il lavoro,andavo a trovarla. Giorno dopo giorno riacquistava la sua bellezza. In quel periodo non mi parlò  dell'aborto..La sua preoccupazione maggiore era quella di svincolarsi dal marito,che purtroppo,la picchiava frequentemente.

Il loro era stato un matrimonio come tanti. Si erano sposati  molto giovani. Lui era un istruttore di pallacanestro. Aveva una palestra in città ed era molto conosciuto negli ambienti sportivi. Qualche anno prima era stato addirittura in lista per i verdi. Il loro era un rapporto ormai fallito. Lui , prestante,la tradiva frequentemente con altre donne. Spesso era in giro per il mondo,lontano da casa. Franca, a poco a poco,ricercava un suo spazio,una sua dimensione di vita. L'immagine della coppia aperta l'aveva affascinata al punto di ricercare una relazione con un'altro uomo. Quando però Franca gli comunicò di essere incinta questi la respinse e la piantò  sola. Il marito trovò  le analisi e poiché erano mesi che non avevano rapporti la picchiò  a sangue buttandola giù  per le scale.  Si rivolse a me perché  le sembravo una brava  persona. Il padre di lei,ex poliziotto,parlò  con il marito e con la minaccia della denuncia lo costrinse a lasciare la casa di sua figlia.

Ritornò al lavoro. Due o tre volte alla settimana veniva a cena da noi. Paola,femminista convinta,strinse una forte amicizia. Anche la sorella ci frequentava. Enrica era piccola,mora e bruttina ma carina ed intelligente. Militava in democrazia proletaria e mi contestava parecchio per le mie idee conservatrici. Ero e sono un funzionario di una impresa privata. Dopo qualche mese eravamo un gruppo molto coeso. Ci vedevamo spesso,anche la domenica,in compagnia di altri amici. Franca,che nel frattempo,si era pienamente ripresa,si era molto affezionata a me. In ufficio era corteggiata da tutti e girava voce che venisse con me .In effetti ci pensavo e lentamente mi accorgevo che mi stavo innamorando. Prima delle ferie ero cotto. Non mi era mai capitata una cosa simile. Trepidavo quando la sentivo,nonostante i suoi errori sul lavoro la coprivo costantemente,la voglia di manifestarle tenerezza era forte .Lei capiva. Scioccato da quell'esperienza iniziale evitavo però di corteggiarla.   In quel periodo i rapporti con Paola erano pessimi. I litigi erano frequenti. Lei contestava sempre il mio atteggiamento maschilista .Io non capivo e cercavo di evitare discussioni,senza purtroppo,riuscirci molto. Le discussioni il più  delle volte erano violente e duravano alcune ore. Il fratello di Paola,che viveva con noi in quanto aveva perso la madre,era spesso l'oggetto dei nostri litigi. Io non sopportavo quella situazione alla quale attribuivo la responsabilità delle difficoltà di rapporto con lei. L'ingresso di Franca nella nostra vita aveva in qualche modo contribuito a spostare gli interessi e le curiosità . Erano comunque mesi che non riuscivamo ad avere rapporti sessuali. Ci respingiavamo  reciprocamente.  Impegnavo pertanto la mia giornata in ufficio,a casa a concludere qualche lavoretto ed in compagnia di Franca e di sua sorella a ridere e scherzare. Non riscendo a capire mia moglie evitavo domande problematiche;  sentivo che il rapporto da parte mia si stava lentamente allentando acquistando più forza l'idea di una soluzione alternativa:con Franca appunto.   Alla fine di giugno l'obiettivo era precisato:le telefonavo ogni sera parlandole del più o del meno,corteggiandola,   gratificandola per il lavoro,che in verità  svolgeva male, ecc. 

Non gli avevo ancora chiesto però di fare all'amore con me Verso metà luglio Paola mi invitò  a cena fuori. Cosa inconsueta per  lei. Evidentemente doveva parlarmi di cose importanti.   In effetti mi comunicò  di essersi innamorata di un mio carissimo amico. La cosa non mi turbò più  di tanto:era la soluzione insperata che si presentava al momento più opportuno.   Approfondii il rapporto che si era creato con Marcello. Si parlavano da mesi. I sentimenti erano reciproci. Anche lui era sposato e da anni sopportava,conoscendola,la situazione di sua moglie che aveva un rapporto con un'altro uomo. Questo legame era però noto ed in qualche modo, nelle discussioni fatte, era stato accettato. In quei mesi era uscito un film francese che appunto narrava di un rapporto a tre conosciuto da tutti  ed accettato da tutti come il male minore di una coppia. Era molto forte allora la volontà  di gestire  queste situazioni che apparivano come il nuovo orizzonte. Il modello della vecchia famiglia era in crisi e disperatamente,affannosamente,si cercava una soluzione alternativa o per lo meno accettabile. Accolsi,dopo aver accertato che fra Paola e  Marcello non vi era stato nessun rapporto sessuale,quella nuova situazione  quasi come una liberazione. Non avevamo figli e quindi la rottura del nostro matrimonio appariva semplice e tranquilla.   Fui molto grato a mia moglie per quella "confessione".Il nuovo "status" mi diede la forza di parlare con Franca. Il suo volto si illuminò . Si alzò dalla poltrona,eravamo in casa sua,e mi baciò .Un bacio profondo,fresco,delicato. Non ebbi il coraggio di reagire:rimasi ammutolito.  -Sai anch’io ti voglio bene,mi disse. Però adesso non posso fare all'amore con te. Sto ancora male e poi....,scherzando,sei troppo grasso.  Il suo bacio mi sconvolse per la seconda volta in pochi minuti.   Ero raggiante !  In effetti ero troppo grasso. Sebbene alto avevo una decina di chili in più  Iniziai immediatamente la dieta rinunciando  ad un grande e gustoso gelato al caffè . Non dissi nulla a mia moglie. Partimmo,come programmato da tempo,per le ferie.  Non mi ricordo un inizio ferie così tranquillo.  Paola mi parlava commossa del suo sentimento d'amore con Marcello,contenta

che io avessi capito. In verità  non avevo capito un bel nulla !  Infatti,una notte,mi confidò di aver fatto all'amore con lui.   Entrai in una profondissima crisi d'identità .Era almeno un anno che non avevamo più rapporti,giustificati da parte sua da alcuni disturbi. Non ressi quella rivelazione. La notte divenne infernale:litigai fino all'alba. Nonostante la sua sofferenza facevo la parte del tradito,del cornuto. Ora mi vergogno di quella parte:allora ero felice di farla soffrire. La via vendetta fu durissima. Le confessai i miei sentimenti per Franca;la distrussi nel confronto fisico. Paola infatti e' una donna minuta,piccola,non sicuramente bella ..Reagì  con grande intelligenza e dignità :accettò quella situazione,mi incoraggiò  a continuare facendomi gli auguri. Non scappò da me:rimase per tutto il periodo delle ferie. Evitai per il resto dei giorni di discutere. Ogni sera telefonavo a Franca che mi rincuorava, provocava ed eccitava.   A     Paola,sola,distrutta,dignitosamente,nel rapporti con gli altri,assolveva al suo ruolo di moglie.  Tentava per la verità di riaprire un dialogo ma regolarmente la respingevo facendo l'offeso. Finalmente,dopo un'alluvione che per poco non distrusse il campeggio ove eravamo,tornammo a "casa".  

Baciai Franca con passione. Ero effettivamente diminuito di peso e quindi...Non mi volle!   -Ho ancora il rifiuto dell'uomo,mi disse. Attendi ancora,sii  paziente ti prego. Quel"sii paziente ti prego" era  la più  sincera dichiarazione d'amore.

Abbandonai Paola ai suoi pensieri,installai un letto in un'altra stanza ed iniziai la ricerca di una casa nuova. Infatti,opportunamente,Franca mi convinse che era conveniente per entrambi abitare da soli. Lei infatti aveva già. iniziato la pratica di separazione ed il legale le aveva consigliato,per non compromettere la situazione, di fare così.

In ufficio tutti erano convinti che fossimo amanti. La gioia era forte ed evitai di" negare l'evidenza dei fatti".Andavamo al a lavoro assieme,pranzavamo spesso con amici ecc. Era ritornata in me la voglia di vivere,di godere quel che la vita mi poteva offrire.  Franca mi annunciò  che aveva ripreso la pillola.

Organizzammo una gita al lago. Il viaggio fu delizioso. Eravamo raggianti,felici di essere entrambi usciti da una situazione impossibile .Paola era stata nel frattempo ricoverata in clinica per l'asportazione di una piccola ciste al seno. Poco importava; aveva anche lei il suo Marcello.Tutto andava per il meglio. Fu una notte d'amore infinita .Dall'emozione non godetti. Franca fu meravigliosa!   Ci svegliò  la pioggia torrenziale che batteva fragorosamente contro le vetrate della camera d'albergo. Eravamo affamati. Pranzammo su di un battello ristorante in mezzo al lago. Franca mi abbracciava,baciava,stringeva. Era felice. Non l'avevo mai vista così. Ero pieno di me: io trent'anni,ne' bello ne' atletico,lei venticinque,bella e dolce. Avevo ritrovato il senso della vita. Forse era un sogno. Le regalai un mazzetto di fiori;il primo e l'ultimo regalo. Credo che pensai per un momento a Paola:di qualche anno più  vecchia di me era riuscita a farmi sposare anche controvoglia;finalmente era finita ! Passammo gli altri due giorni alternando al letto i migliori ristoranti della zona. Avevo speso tutto il mio stipendio ma non me ne importava. Mi sentivo come un ricco. Il ritorno fu triste. Marcello volle parlarmi. Rifiutai alcune volte Paola era ancora ricoverata. Alla fine accettai.   Con grande difficoltà Marcello si confidò.Amava si Paola ma non avrebbe mai potuto staccarsi da Carla,sua moglie,in quanto non poteva rinunciare a lei. Cercò  di farmi capire che aveva sentimenti forti per entrambe ma che purtroppo non poteva staccarsi da sua moglie. Brutalmente dissi che era perché  Carla era ricca e quindi....  Marcello negò  questo fatto! Non capivo o non mi interessava capire. Mi chiese di essere presente ad un colloquio che lui voleva avere con Paola.Rifiutai sdegnato e me ne andai. 

La ricerca di una nuova casa non fu difficile. Settembre passò in un lampo. Paola uscì dall'ospedale in condizioni pietose. Mi disse che Marcello le aveva parlato e che non riusciva a capirlo. Evitai di entrare in discussione.

Ero troppo felice con Franca ,avevo toccato il cielo con un dito e non sapevo più esprimere nè solidarietà  nè compassione. Quelle erano cose di un altro mondo che non mi apparteneva più Sentivo che i colleghi dell'ufficio erano invidiosi !   Ero proprio contento !   Franca però  si era ammalata e per un certo periodo,così consigliò  il medico,doveva evitare rapporti sessuali. La cosa non mi pesava.

Una mattina mi chiamo uno dei superiori. Dal Ministero era arrivata una pratica su Franca che conteneva informazioni circa un processo da lei subito per furto in una abitazione quando ancora svolgeva l'attività  di rappresentante. Il processo non si era concluso in quanto nel frattempo era intervenuta l'amnistia .Era interesse di tutti coprire quel fatto. Aldo,uno dei superiori,chiese che organizzassi un incontro riservato con Franca. Andammo a cena in un localino molto grazioso. Chiarimmo la questione,lei negò i fatti addebitategli. Finimmo la serata in allegria. Il caso,per Aldo,era chiuso. Per esigenze di lavoro mi allontanai per una decina di giorni. Franca mi accompagnò alla stazione. Fu molto affettuosa e complimentosa. Ero raggiante e sicuro di me.

Al ritorno notai immediatamente un'altra atmosfera. Paola era caduta in un forte esaurimento nervoso;Marcello era scomparso dalla circolazione in quanto era stato trasferito, per lavoro,in una città  vicina,Carla,moglie di Marcello,aveva litigato con Paola,mia madre e mia sorella,venute a conoscenza,in parte della verità ,mi rimproveravano in continuazione,Franca era stata picchiata di nuovo,ma sul lavoro,dal marito.   Aldo mi chiamò  per farmi capire cha la presenza di Franca nel mio ufficio creava alcuni problemi.   Franca invece,per la prima volta, mi aggredì accusandomi di farla lavorare troppo.  Evitai di perdere la calma cercando di capire il da farsi. Ovviamente Franca si rifiutava di uscire con me. La situazione era divenuta veramente complessa. Alcune certezze stavano venendo meno. Pressato dalla famiglia mi interessai  della salute di Paola.   Era completamente cambiata. Aveva perso il suo spirito battagliero,piangeva in continuazione,implorava compassione. Non so esattamente se parlò  con Marcello.Certo è che continuava a ripetere fino all'ossessione che  aveva ricevuto un bel colpo! Ancora una volta non capivo e mi rifiutavo di ascoltarla nelle sue considerazioni "filosofiche".Assolvevo semplicemente alle funzioni di “ badante” . Cercavo di capire Franca che non voleva più uscire con me accampando mille scuse.  Soffrivo molto !   Quel dicembre nevicò  moltissimo:oltre un metro di neve. Franca rifiutava i soliti passaggi casa-lavoro e spesso chiedeva di uscire prima la sera e entrare tardi il mattino.   Cominciai a scriverle delle lunghissime lettere.  Rimanevo alzato fino a tardi . Ma nessuna nessuna risposta ! Anzi scoprii che divulgava il contenuto delle lettere evitando,meno male,di far leggere la firma. Ma tutti avevano capito.

Ero completamente sfatto !Non accettavo l'idea del silenzio.   Una mattina di dicembre arrivò  tardissimo al lavoro.  Mi permisi di chiederle il perché .Una furia! Vomitò  un fiume di parole accusandomi di essere schiavista ecc. Alla fine però  ero il capufficio e dovevo comportarmi allo stesso modo con tutti gli altri collaboratori.  Chiamai Aldo.Una folgorazione mi colpì .   Rividi negli occhi di Franca,che guardava Aldo,la stessa dolcezza che qualche mese prima era rivolta a me. Non e' facile descrivere quello sguardo:comunque ne ero sicuro. Il suo viso era serio,professionale,ma le “pieghettine” sottili della pelle illuminavano i suoi meravigliosi occhi azzurri trasportando il sentimento e l'interesse verso l'altra persona. Avevo notato quella luminosità quando,nel bagno dell'albergo,la intravidi avvicinarsi dallo specchio intenta ad abbracciarmi con incredibile dolcezza.   Non c'erano dubbi:andava con Aldo ? ! Il dubbio mi assalì . Rimasi a casa qualche giorno.  Aldo,il grigio funzionario,mi telefonò  per sapere come andava ed invitandomi al rientro ad un colloquio con lui. Aldo impostò l'incontro molto professionalmente:la conclusione fu che Franca doveva essere  trasferita in un'altra sezione. Accettai la proposta Prima di uscire domandai: -Scusa Aldo ma vai con Franca ?   Sbiancò  ma non perse la calma.  -No rispose,ho tentato anch’io. Mi ha risposto che viene con te!  -Già ,dissi

Uscii dal suo ufficio con la conferma del sospetto.   Aldo,così  freddo,preciso,che sbianca ad una semplice domanda.  Non riuscivo a capire quali meccanismi fossero scattati.

Decisi di fare una cosa irrazionale. Spiare Franca. Dopo una due tre notti passate sotto la sua casa , finalmente, vidi Aldo entrare da lei.

Fui colpito come da un fulmine! Attesi qualche tempo e mi precipitai in casa di Frana ( avevo le chiavi). Li trovai a letto nudi ed impauriti. Non capii più nulla e li picchiai con forza, di gusto, con violenza. Non sentivo le urla ma ad un certo punto vidi un poliziotto che mi bloccò con una manganellata….

Mi ritrovai nella guardina della questura. Era ormai l’alba.  Arrivò un avvocato. Mi rilasciarono. I giornali locali fecero titoli cubitali. Fui processato e condannato. Non ho subito l’onta della cella ma ho perso tutto: il lavoro, gli amici, la Franca, la Paola, la casa.

Ora vivo sul fiume in una baracca. Nessuno vuole darmi lavoro. Sto decidendo di andare in altra regione, in montagna forse in val D’Aosta a curare le mandrie in alta quota.

Sono tre anni che ci penso.. Spero di farcela a decidere. Non mi giustifico, so di aver sbagliato.. ma cazzo che sfiga!!

Edo Villa

26 maggio 2011

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