Giovedì, 16 maggio 2024 - ore 14.33

Le riforme istituzionali non si fanno così | Giuseppe Azzoni

Alcide De Gasperi,escluse in linea di principio e di fatto, ogni intervento e pressione del governo sulle scelte costituenti.

| Scritto da Redazione
Le riforme istituzionali non si fanno così | Giuseppe Azzoni

Signor direttore, quanto sta avvenendo in Parlamento sulla riforma costituzionale è molto grave e sta pericolosamente abbassando oltremisura credibilità e prestigio della politica e delle Istituzioni. I cittadini sono frastornati, i motivi del contendere appaiono distorti, oscurati, strumentalizzati per altri fini. Sembra prevalgano momenti propagandistici e metodi pressapochisti. Del resto ho presente come la pur necessaria riforma delle Province abbia strumentalizzato il risparmio sulle indennità degli eletti lasciando indistintiproblemi difondo come l’utilizzo del personale e i trasferimenti di competenze e di servizi assai importanti. Si procede gratificando come gufi fior di giuristi ed esperti che osano far presenti criticamente i problemi (vien da dire, rimanendo nella ornitologia, che ci sono anche pavoni e pappagalli). La parola «riforma» viene identificata con la propria volontà, chi la critica nel merito è falsamente accusato di non volere nessuna riforma e dunque di essere conservatore. Si ha persino l’impressione di un improprio condizionamento sui parlamentari: o voti così e subito, oppure tutti a casa, e se sarai ancora candidato si vedrà. Voglio sperare non sia così. Il dibattito di merito dovrebbe apparire prevalente e più chiaro.

Per esempio l’Anpi, che cerca di testimoniare memoria, cultura ed elaborazione di quella Resistenza che alla Costituzione dette vita, osserva aspetti di rilievo sui quali non sento adeguate risposte.

Qualche esempio. E’giustissimo superare il bicameralismo perfetto. Lo si faccia differenziando le competenze tra Camera e Senato, mantenendo però la centralità del Parlamento e la sua rappresentanza ed autorevolezza con la elezione di ambedue i rami da parte dei cittadini. Al Senato meno poteri legislativi e più poteri di verifica, controllo, coordinamento regionale? Bene, ma allora non potrà essere composto da nominati proprio dai soggetti a verifica e controllo. Meno parlamentari? giustissimo,

lo si può fare con una riduzione calibrata di ambedue i rami. La questione di fondo è molto preoccupante. Vedendo insieme la riforma istituzionale e quella elettorale sembra si vada ad uno stravolgimento vero e proprio dei caratteri della democrazia parlamentare. Il potere effettivo si trasferirebbe in pratica sul governo, dominante su un Senato sminuito e su una Camera subordinata. Questo governo, inoltre, potrebbe rappresentare una minoranza, persino risicata, dell’elettorato nazionale. Sono alcune delle questioni che si pongono, non solo dall’Anpi ovviamente.

Personalmente aggiungo che Alcide De Gasperi, presidente del consiglio dei ministri all’epoca della Costituente, escluse in linea di principio e di fatto, ogni intervento e pressione del governo sulle scelte costituenti.

Giuseppe Azzoni (direttivo provinciale Anpi Cremona)

1277 visite
Petizioni online
Sondaggi online

Articoli della stessa categoria