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Libera, incontro Occhi aperti al mondo

| Scritto da Redazione
Libera, incontro Occhi aperti al mondo

Libera, incontro Occhi aperti al mondo
Martedì 8 febbraio 2011 ore 18.00
Palazzo Cattaneo, Via Oscasali 3 – Cremona
OCCHI APERTI AL NORD.
'NDRANGHETA. UN FENOMENO CRIMINALE, SOCIALE, CULTURALE
Incontro con:
ENZO CICONTE, autore di 'Ndrangheta padana (Rubettino, 2010)
LORENZO FRIGERIO, referente regionale di Libera Lombardia
GUIDO SALVINI, magistrato presso il Tribunale di Cremona
Quando si affrontano temi delicati, come l’infiltrazione delle mafie al nord e la loro presenza ormai salda entro il sistema degli affari, spesso il rumore mediatico che si solleva finisce per offuscare le questioni più importanti, diventando esso stesso la vera notizia. Siamo stati più volte testimoni di come, in queste circostanze, ci si ritrovi di fatto a  parlare d’altro.
Servono invece momenti di approfondimento che offrano tempi e spazi pubblici adeguati alla riflessione, capaci di coinvolgere quanti sono impegnati sui fronti più diversi su questo importante problema, ma anche la società civile responsabile che chiede di sapere e di capire.
Sembra dunque un’ottima occasione quella proposta dal Coordinamento provinciale di Libera Cremona: un incontro previsto per martedì 8 febbraio alle ore 18 presso Palazzo Cattaneo in cui relatori di comprovata competenza si confronteranno sul tema delle presenze mafiose nel territorio lombardo. Si tratta del Professor Enzo Ciconte, autore di 'Ndrangheta padana (Rubettino, 2010), docente di Storia della criminalità organizzata presso l’Università di Roma Tre e consulente della Commissione parlamentare antimafia dal 1997 al 2008; il dottor Guido Salvini, Gip ora incaricato anche presso il Tribunale di Cremona, che ha condotto indagini in materia di terrorismo, di criminalità economico-finanziaria e ha riaperto l'inchiesta sulla strage di piazza Fontana; infine Lorenzo Frigerio, referente regionale di Libera Lombardia e giornalista della Fondazione Libera Informazione.
La riflessione prenderà le mosse dal volume di Enzo Ciconte, 'Ndrangheta padana per indagare forme storiche, sociali, economiche e culturali dell’insediamento della ’Ndrangheta al nord e nella nostra regione in particolare.
Una “consolidata presenza” delle mafie e “una serie di fattori ambientali” che, combinati e miscelati pericolosamente, sono oggi elementi che condizionano in modo consistente i territori lombardi in tutte le loro componenti economiche, sociali e politiche, secondo il tradizionale copione che, lungo l’arco di ben due secoli, le consorterie mafiose hanno incarnato, pur nella diversità dei contesti storici e sociali.
Sotto i riflettori degli investigatori della DIA, finisce il sistema degli appalti pubblici, dal movimento terra all’edilizia, passando per il comparto più ampio delle opere di urbanizzazione, che subisce la presenza di una vera e propria “mafia imprenditrice calabrese” capace di mettere in piedi cartelli d’imprese in grado di occultare le presenze criminali che sono all’origine degli stessi.
Cantieristica, logistica, movimento terra, ciclo degli inerti, smaltimento di rifiuti e bonifiche ambientali sono i settori più esposti al  rischio del contagio criminale che non si accontenta più degli ingenti proventi del narcotraffico, ma cerca di entrare nell’economia legale a partire dalle commesse pubbliche, delle grandi opere.
Ciconte ricostruisce la presenza dei calabresi nella regione lombarda, a partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso. Oggi le prime voci del bilancio mafioso sono costituite dal traffico delle sostanze stupefacenti e dall’accaparramento delle risorse pubbliche, attraverso ditte e imprenditori costretti con la violenza o lusingati dal potere rappresentato dagli uomini d’onore. L’autore nel testo indaga le tecniche di insediamento, le reti di complicità e i rischi per la democrazia nel suo complesso. Si parte, nell’analisi dei fatti, proprio dall’operazione congiunta che, a metà luglio di quest’anno, le DDA di Milano e di Reggio Calabria hanno portato a termine, arrestando trecento persone e sequestrando beni alle cosche per un valore di oltre sessanta milioni di euro.
In particolare il settore dell’edilizia è quello che si è mostrato più permeabile alle lusinghe criminali:  ora dall’Alta velocità all’Expo 2015 si moltiplicano occasioni di arricchimento e guasto dell’economia locale e nazionale.
La questione si sposta dunque dal riconoscimento del problema, alla conoscenza approfondita del fenomeno, fino alle responsabilità di politica, economia e società: quali strumenti è possibile mettere in campo per generare forme di resistenza alla penetrazione mafiosa? È possibile pensare a una politica, a un’economia e a una società meno timide nel denunciare il fenomeno e più decise nel contrasto alle cosche?
Infondo ormai sappiamo dove si insediano: dove intuiscono la permeabilità del sistema, dove percepiscono la possibilità degli affari. Soprattutto dove sentono “l’odore dei soldi”.

«Come struttura mafiosa, la ‘ndrangheta si conferma un unicum a livello mondiale, essendo la sola organizzazione ad avere più sedi: una, la principale, a Reggio Calabria, le altre – che si possono definire filiali o colonie – disseminate nelle regioni italiane e in molti paesi esteri. Da tempo sono convinto che sia la sola organizzazione mafiosa ad avere due capitali: una a Reggio Calabria, l’altra a Milano».
Enzo Ciconte, ’Ndrangheta padana

Per informazioni: cremona@libera.it

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