Venerdì, 29 marzo 2024 - ore 02.25

Liberetà Anziani e tecnologia. Il progetto dello SPI Cgil entra nella fase due

Sociotechlab è il progetto dello Spi Cgil nato dalla collaborazione con la Scuola superiore Sant’Anna di Pisa

| Scritto da Redazione
Liberetà Anziani e tecnologia. Il progetto dello SPI Cgil entra nella fase due

Liberetà Anziani e tecnologia. Il progetto del sindacato pensionati Cgil entra nella fase due

 Sociotechlab è il progetto dello Spi Cgil nato dalla collaborazione con la Scuola superiore Sant’Anna di Pisa pensato per raggiungere due obiettivi: conoscere i reali bisogni delle persone anziane e mettere in campo progetti ingegneristici per produrre prototipi di accompagnamento tecnologico per le persone più fragili.

 Il progetto, partito pochi mesi fa, ora è entrato in una nuova fase, quella di indagine e studio della popolazione anziana. L’idea è partire dai bisogni reali per immaginare soluzioni adatte a chi vive quotidianamente situazioni di fragilità.

 Ma vediamo di cosa si tratta nello specifico. Ce lo spiega Susanna Felicetti, coordinatrice del progetto per lo Spi Cgil: “Siamo entrati nella fase due del progetto. Abbiamo elaborato un questionario per gli anziani, soprattutto per quelli che vivono nelle aree interne”. L’idea è quella di mappare i bisogni reali e anche le competenze tecnologiche degli anziani.

 “Tanti strumenti, pensiamo anche ai salvavita di noti marchi italiani, erano pensati con le migliori intenzioni ma all’atto pratico non venivano utilizzati dagli anziani. Troppo complessi o di difficile utilizzo. Per questo è importante partire dai bisogni concreti e le reali capacità delle persone anziane”, prosegue Felicetti.

 “Una volta compresi i bisogni e le capacità reali, si lavorerà all’elaborazione di prototipi”, dice Felicetti. Il questionario è uno strumento fondamentale soprattutto in una fase in cui la telemedicina sta assumendo un’importanza sempre più strategica nel panorama delle cure e dell’assistenza dei più anziani. “Per questo è fondamentale comprendere cosa sanno fare davvero gli anziani e di cosa hanno realmente bisogno”, conclude Felicetti. “A lungo termine si tratta di assicurare alle persone che vivono lontane dai centri di eccellenza della sanità cure adeguate e un’assistenza da remoto tramite la tecnologia, per essere sempre in contatto con i medici”.

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