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“Liberi di muoverci”, l'appello di Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Cremona al Comune

Nella fase di ripresa in seguito all'emergenza causata dal Covid-19 una delle categorie che maggiormente risulta penalizzata è senza dubbio quella delle persone con disabilità.

| Scritto da Redazione
“Liberi di muoverci”, l'appello di Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Cremona al Comune

Cremona 11 giugno 2020 - Nella fase di ripresa in seguito all'emergenza causata dal Covid-19 una delle categorie che maggiormente risulta penalizzata è senza dubbio quella delle persone con disabilità, costrette a far fronte a numerose difficoltà in vari ambiti della loro vita quotidiana.

In particolare, le persone affette da disabilità visiva devono faticare maggiormente per riuscire a conservare la propria dignità e autonomia di movimento, che le pur giuste normative di protezione contro il virus rischiano di compromettere.

L'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, per questo, intende far appello appello al buonsenso e alla sensibilità dell'opinione pubblica, delle istituzioni e delle autorità affinché si individuino modalità per superare le criticità e contribuire a rendere meno ardua l'esistenza di chi non vede o vede poco.

Nel post emergenza Covid-19, la possibilità da parte di chi è affetto da disabilità visiva di poter continuare a muoversi in autonomia dipenderà non solo dal comportamento e dalle decisioni delle istituzioni ma anche dalla chiarezza e incisività dei messaggi di cui si servirà la categoria nel presentare e rappresentare le proprie istanze di libertà di movimento.

Una cruciale rilevanza in questo senso assumono le barriere architettoniche e sensoriali, destinate ad essere incrementate in previsione di una più ampia estensione dell'uso di suolo pubblico da parte degli esercizi commerciali per garantire e garantirsi affluenza di clientela e distanziamento di sicurezza. Queste potrebbero creare difficoltà  aggiuntive per le persone cieche o ipovedenti, rischiando di divenire persino pericolose per la loro incolumità e un intralcio alla loro autonomia di movimento.

"Se a questo aggiungiamo la particolarità delle città e dei paesi della nostra provincia, tutti con centri storici sicuramente belli e gradevoli ma anche con strade anguste e relativi marciapiedi stretti sui quali spesso vi è l'abitudine di  posizionare ostacoli di ogni tipo, possiamo facilmente affermare che la condizione della nostra categoria corre dei veri rischi di arretramento sociale.

Ricordiamo inoltre che recentemente  Regione Lombardia  ha approvato il pdl 53 (adozione del registro elettronico sui PEBA), che anche se ancora non completamente esauriente in tema di barriere, impegna la Regione a dotarsi oltre che degli strumenti elettronici a supporto, ad emanare linee guida minime per la redazione dei PEBA, e nei diciotto  mesi successivi   all'implementazione del  registro  telematico regionale da parte dei comuni.

L'Unione intende sorvegliare affinché in ogni comune, grande o piccolo della nostra Provincia, vengano presi provvedimenti e previsti fondi nel bilancio per ottemperare alle norme di legge e redigere regolarmente il PEBA, affinché i disagi delle persone con fragilità, e in particolare quelli di chi è affetto da disabilità visiva possano essere ridotti".

Ecco infine alcune esortazioni che l'UICI di Cremona rivolge alle Amministrazioni locali:

  • - Nuove concessioni di suolo pubblico: dovranno in ogni caso tenere nella giusta considerazione i bisogni di mobilità dell'utenza debole, (persone con disabilità visiva, con ridotta capacità motoria, mamme con passeggini, etc...), lasciando, a titolo indicativo e non esaustivo, libero lo spazio che corre lungo i muri  di almeno  un metro.
  • - Concessioni già in essere: laddove possibile verificare se per le vecchie concessioni si riesca ad ottenere lo spazio indicato al punto precedente.
  • - Chiediamo alle autorità di Polizia municipale di monitorare il rispetto delle norme sulle concessioni di suolo pubblico ed intervenire con tempestività in caso di trasgressione anche su segnalazioni delle associazioni di disabili.

Dal canto loro, ciechi e ipovedenti dovranno osservare alcune norme di comportamento per poter rendere più facile per gli altri essere loro d’aiuto e non di ostacolo. Chi utilizza il Bastone bianco dovrà portarlo con sè e tenerlo aperto anche quando è accompagnato, dando agli altri in questo modo l'opportunità di distanziarsi e/o capire il suo stato di persona affetta da disabilità visiva, che potrebbe aver bisogno di aiuto. A tal proposito, l’art. 9 del DPCM del 17 Marzo ricorda che chi accompagna una persona disabile non è tenuto a rispettare le norme di distanziamento.

Per quanto riguarda il cane guida si precisa che non è veicolo di contagio, non può essere vietato l'ingresso nei luoghi pubblici, nessuna modifica è stata apportata alla legislazione vigente. Anche ciechi e ipovedenti sono tenuti ad indossare la mascherina ogni volta che escono o accedono a luoghi chiusi dove si trovano altre persone, e noi consigliamo di indossare anche un paio di occhiali onde evitare possibili vie di contagio.          

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