Sabato, 27 aprile 2024 - ore 07.03

Migranti nei condomini. Non siamo capaci di accoglienza di Alice Madoglio (Cremona)

Allora caro direttore la nostra rabbia è vera e presente, ma non verso di loro, bensì verso chi dovrebbe offrirgli ‘assistenza linguistica e culturale, sostegno socio-psicologico, orientamento al territorio’, in sostanza verso chi dovrebbe attuare la vera accoglienza

| Scritto da Redazione
Migranti nei condomini. Non siamo capaci di accoglienza di Alice Madoglio (Cremona)

Caro direttore, sono una delle ‘giovani figlie’ che abita nel palazzo di via Sammachini di cui tanto si preoccupa il signor Demicheli. Le scrivo per distaccarmi dalla generalizzazione secondo la quale sembra ci sia una caccia allo straniero che stride con chi si riempie la bocca della parola accoglienza. E’ vero che nessuno ci ha avvisati dell’arrivo di questi ragazzi, alimentando i pettegolezzi (...). È vero che ci sono stati problemi con la raccolta differenziata, che questi ragazzi non conoscevano (non avrebbe dovuto essere la cooperativa ad occuparsi della formazione e dell'informazione ai ragazzi?): alcuni condomini con l'aiuto dei nipoti che conoscono l'inglese e il francese hanno spiegato loro cosa comporta il regolamento condominiale.

È vero che tutto ciò è stata «un’imposi - zione dello Stato sulla povera gente», ma signor direttore non siamo noi condomini la povera gente! Leggo nell’articolo che a questi ragazzi devono essere garantiti ‘generi alimentari di prima qualità’: li abbiamo visti tornare a piedi da un vicino supermercato con sacchi enormi di riso che si sono rotti a causa del peso e li abbiamo visti raccoglierlo dal marciapiede e rimetterlo nella confezione: è questa l’accoglienza ? Sono stati portati qui di nascosto, non sono stati presentati a nessuno, in un condominio dove tutti ci si conosce e ci si aiuta a vicenda: è questa accoglienza? E’ questa la sana convivenza? Se dovesse succedere qualcosa, se dovessero avere qualsiasi necessità, dal rubinetto che perde al gas che non funziona, come ame loro coetanea, a volte è capitato, a chi possono suonare il campanello senza sentirsi additati e guardati con sospetto?

Soprattutto dal momento che sono qui da soli di notte e di giorno e solo ogni tanto si vede qualcuno che presumiamo essere della cooperativa che si dovrebbe occupare delle loro necessità. Allora caro direttore la nostra rabbia è vera e presente, ma non verso di loro, bensì verso chi dovrebbe offrirgli ‘assistenza linguistica e culturale, sostegno socio-psicologico, orientamento al territorio’, in sostanza verso chi dovrebbe attuare la vera accoglienza. Quale altro ragazzo italiano non più che trentenne, in una casa da solo con altri nove coetanei, in un paese straniero, senza nessun adulto che gli insegni e controlli che vengano rispettate le regole e le usanze del Paese ospitante, si comporterebbe in maniera diversa? Nessuno starebbe alzato fino a tardi a chiacchierare? Nessuno metterebbe la spazzatura in un unico sacco nero? Rabbia sì, sul piede di guerra sì, ma contro chi trasforma le persone in un ‘business’ e specula sugli aiuti che lo Stato offre per creare integrazionee che invece vengono intascati da italiani che se ne approfittano e non fanno che alimentare pensieri e comportamenti discriminatori, mettendo in difficoltà noi.

Alice Madoglio (Cremona) 

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